Nell’undicesimo mese del 2024 sono state immatricolate in Italia 124.251 autovetture
Calano le vendite di automobili in Italia. A novembre 2024 sono state immatricolate 124.251 autovetture con un calo rispetto allo stesso mese del 2023 del 10,8% mentre il consuntivo dei primi undici mesi dell’anno si è chiuso con 1.452.973 immatricolazioni e con un calo rispetto allo stesso periodo dello scorso anno dello 0,2%. Il Centro Studi Promotor spiega che “è legittimo prevedere che il consuntivo dell’intero anno chiuderà più o meno sui livelli del 2023, cioè a quota 1.566.000, con un calo sul livello dell’anno che ha preceduto la pandemia, cioè sul 2019, del 18,3%. E a ciò si aggiunge che le prospettive per il 2025 non appaiono positive“.
Dall’inchiesta congiunturale mensile condotta dal Csp a fine novembre emerge infatti che “solo il 5% dei concessionari interpellati prevede per i prossimi mesi vendite in aumento, mentre il 37% ipotizza stabilità sui bassi livelli attuali e il 58% si attende un calo delle immatricolazioni”. In questo quadro, spiega il Csp, “non conforta certo il fatto che la situazione italiana non differisca significativamente da quella dell’Unione Europea. Le ragioni del mancato recupero da parte del mercato dell’auto dell’Unione dei livelli ante-pandemia vanno ricercate essenzialmente nella politica per la transizione energetica nella mobilità dettata all’Unione essenzialmente dall’ambientalismo ideologico. Le conseguenze sono ormai sotto gli occhi di tutti. I diktat, le multe miliardarie ai produttori di auto e la caduta delle vendite hanno determinato, come è noto, una gravissima crisi con chiusure di stabilimenti e licenziamenti in massa e il concreto pericolo dell’invasione dei mercati dell’Unione da parte di prodotti cinesi”.
Il mercato delle auto usate in crescita
D’altra parte, sottolinea il Centro Studi Promotor, “i forti aumenti dei prezzi delle auto hanno prodotto un calo della domanda di auto nuove e un rinnovato interesse per il mercato delle auto usate che gode di ottima salute in quanto beneficia sia della domanda di ceti sociali che non possono più permettersi di acquistare un’auto nuova, che di quella di ceti emergenti, come gli immigrati, che si accontentano di auto usate che in altri tempi sarebbero state rottamate. A tutto questo si aggiunge il fatto che la maggior parte degli acquirenti di auto elettriche le compra come auto da aggiungere a quella o quelle già possedute. Per cui all’acquisto di un’auto elettrica corrisponde generalmente un incremento del parco”. L’insieme degli elementi citati, afferma Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor, “sta determinando nel nostro Paese una situazione per molti aspetti paradossale.
Le vendite di auto nuove sono molto depresse, ma il parco circolante continua ad aumentare e ciò nonostante che la popolazione sia in calo. Prima della crisi da pandemia nel 2019, secondo l’Isfort (Istituto Superiore di Formazione e Ricerca per i Trasporti), il tasso di motorizzazione in Italia era pari a 65,6. Ciò significa che per ogni 100 abitanti circolavano 65,6 autovetture. Nel 2023 questo tasso è salito a 69,4 ma è aumentata anche l’età media delle auto circolanti con ripercussioni negative sia sulla sicurezza della circolazione che sull’ambiente”.
-17,1% immatricolazioni auto elettriche
Anche il mercato italiano delle auto elettriche rallenta a novembre. Il mese scorso, in particolare, sono state immatricolate 6.601 vetture full electric, in calo del 17,1% rispetto al novembre 2023, con una quota di mercato pari al 5,3% (dal 5,7% del novembre 2023). E’ quanto emerge da un’elaborazione di Motus-E. Negli 11 mesi le auto elettriche registrate nella Penisola sono 59.126, in linea con lo stesso periodo dello scorso anno (-0,6%), con una market share pari al 4,1%, analoga al periodo gennaio-novembre 2023. Al 30 novembre il parco circolante elettrico italiano risulta composto da 272.105 auto.
L’elettrico continua a confermarsi sostanzialmente allineato al mercato auto complessivo: negli 11 mesi il 53,5% delle immatricolazioni full electric fanno capo ai privati (il valore si attesta al 58,3% considerando tutte le alimentazioni), l’8,1% alle flotte aziendali (5,2% considerando tutte le alimentazioni), il 9,3% alle autoimmatricolazioni e concessionari (10,7% considerando tutte le alimentazioni) e il 29,1% ai noleggi (25,8% considerando tutte le alimentazioni).
Sollevando lo sguardo sugli altri grandi Paesi europei, nei primi 10 mesi dell’anno la quota di mercato delle auto elettriche si attesta al 17% in Francia, al 13,3% in Germania, al 5,3% in Spagna e al 18,1% nel Regno Unito, con l’Italia sempre in coda tra i major market del Continente (nei 10 mesi la market share italiana delle auto elettriche è stata di poco superiore al 3,9%).
“Stagnazione riflette l’incertezza normativa”
Il segretario generale di Motus-E, Francesco Naso, ritiene che “la pericolosa stagnazione del mercato auto italiano” rifletta “il generalizzato clima di incertezza che caratterizza il quadro normativo e il dibattito pubblico nazionale sulle prospettive dell’automotive”. “In una fase decisiva per il settore come quella che stiamo attraversando – sottolinea Naso – è più che mai urgente un indirizzo strategico da parte delle Istituzioni chiaro e condiviso con l’industria, un grande coordinamento nazionale per il comparto, coerente con un contesto internazionale che vedrà la competitività della filiera italiana passare fatalmente dalla capacità di intercettare i megatrend globali dell’elettrificazione e della digitalizzazione”.
Anche Roberto Vavassori, presidente di Anfia ha commentato i dati. “Se il tavolo Sviluppo Automotive dello scorso 14 novembre – dice – ha rappresentato un momento di confronto e un primo passo in direzione del rifinanziamento del fondo automotive, permane la necessità di strutturare un piano di politica industriale per il settore. Adesso è importante che il Governo concentri le risorse al momento disponibili, pur se non sufficienti, sul fronte dell’offerta, attraverso misure mirate al sostegno alle imprese che affrontano la transizione energetica, agendo in via prioritaria sulla riduzione del costo dell’energia e sul lancio di iniziative che favoriscano gli investimenti in ricerca e sviluppo”.
Il presidente di Unrae Michele Crisci auspica vivamente che “la transizione energetica diventi una priorità cruciale nei primi 100 giorni di attività della nuova Commissione europea. Consumatori e imprese necessitano ormai urgentemente di indicazioni immediate e certe per orientarsi in questa complessa fase di trasformazione”. Il mercato italiano delle autovetture, rileva Unrae, “continua a mostrare segni di crisi preoccupanti, con il quarto mese consecutivo in contrazione dopo il -13,4% di agosto, il -10,7% di settembre e il -9,0% di ottobre. Novembre chiude con 124.251 nuove immatricolazioni, un calo del 10,8% rispetto alle 139.319 dello stesso periodo dell’anno precedente, che aveva una giornata lavorativa in più. Il cumulato degli 11 mesi va in rosso per la prima volta da inizio anno, con una flessione dello 0,2%: 1.452.973 immatricolazioni rispetto a 1.455.320 nel periodo gennaio-novembre 2023. Rispetto al periodo pre-covid, gennaio-novembre 2019, il calo è del 18,2%“.
Le vetture Bev, sottolinea Unrae, “recuperano quota rispetto al 4,0% di ottobre, salendo al 5,3% (-0,3 punti rispetto allo stesso mese 2023), anche grazie alle consegne delle vetture ordinate in giugno con il breve beneficio degli incentivi, che sta generando un effetto altalenante nel corso dei mesi. Le auto Phev, invece, scendono al 3,1% dal 3,4% di ottobre, portando il totale di veicoli ricaricabili all’8,4%”.
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