Il Rapporto SVIMEZ 2024 sull’economia e la società del Mezzogiorno fotografa una situazione complessa per l’Abruzzo. Nonostante un incremento del PIL dell’1,2% nel 2023, il terzo miglior risultato tra le regioni italiane, l’economia regionale presenta segnali di debolezza su molti altri fronti, evidenziando un contesto che richiede interventi mirati.
La crescita del PIL abruzzese, superiore allo 0,9% della media nazionale, rappresenta uno dei pochi segnali positivi del rapporto. Tuttavia, se si amplia l’orizzonte temporale, il quadro si offusca: dal 2019 al 2023, il PIL abruzzese è aumentato di appena lo 0,2%, contro il 3,5% registrato a livello nazionale, posizionando la regione al quartultimo posto.
Nel 2023, l’Abruzzo ha visto un lieve incremento delle imprese (+0,23%), ma ben al di sotto del dato nazionale (+0,70%), collocandosi al 14° posto tra le regioni. Peggiori i dati per le imprese artigiane, che hanno registrato un calo dello 0,43%, in controtendenza rispetto alla crescita dello 0,35% a livello italiano, relegando l’Abruzzo al terzultimo posto.
Il credito alle imprese è diminuito del 5,63%, un dato peggiore rispetto alla contrazione nazionale del 5,13%. I consumi delle famiglie hanno registrato una flessione dello 0,8%, sebbene meno marcata rispetto all’1,2% nazionale, mentre gli investimenti pubblici in costruzioni sono cresciuti del 31,6%, ma molto al di sotto della media italiana (+41,5%), con l’Abruzzo al 15° posto nella graduatoria regionale.
L’export abruzzese ha segnato un aumento del 13,6%, contro una crescita nulla a livello nazionale, posizionando la regione al 4° posto in Italia. Tuttavia, negli ultimi cinque anni, l’incremento complessivo dell’export abruzzese (+14,9%) è stato meno della metà della media nazionale (+34,6%). Inoltre, la dipendenza dall’automotive, settore in crisi, rappresenta un rischio per la sostenibilità futura.
Gli occupati sono aumentati dell’1,3%, ma anche qui il dato rimane inferiore alla media nazionale (+2,3%), con l’Abruzzo al 15° posto tra le regioni. La popolazione, invece, continua a calare, con una flessione dello 0,21% nel 2023, un dato più elevato rispetto alla contrazione nazionale dello 0,01%.
Il Rapporto SVIMEZ evidenzia un’economia abruzzese che alterna risultati brillanti, come la crescita del PIL e dell’export, a gravi criticità strutturali. La dipendenza da settori vulnerabili, il calo demografico e la fragilità del sistema produttivo impongono la necessità di politiche mirate. Per il presidente della SVIMEZ, è prioritario migliorare la competitività del tessuto economico regionale per affrontare le grandi trasformazioni in corso.
Marinelli: “L’Abruzzo affonda”
“A livello economico l’Abruzzo affonda nelle posizioni più basse della classifica delle Regioni italiane. I valori al 31 dicembre 2023, paragonati all’anno precedente, confermano che i dati regionali sono tutti peggiori di quelli nazionali”.
E’ il commento di Daniele Marinelli, segretario regionale del Pd Abruzzo
“Gli unici numeri in positivo – quelli relativi all’export e al Pil – sono subito ridimensionati se letti in un’ottica di lungo periodo. Entrando nel dettaglio, si nota che l’Abruzzo performa peggio del resto d’Italia quanto al numero di imprese (0,23% contro 0,70%), di aziende artigiane (-0,43% contro 0,35%), credito (-5,63% contro -5,13%), occupazione (1,3% contro 2,3%), popolazione (-0,21% contro -0,01%), consumi delle famiglie (0,8% contro 1,2%) e investimenti pubblici (31,6% contro 41,5%). Nel recente rapporto Svimez hanno fatto molto discutere i dati relativi all’export (+13,6% rispetto allo 0% del resto d’Italia) e al Pil (1,4% rispetto allo 0,9%), Ma si tratta di valori da leggere in diacronia: negli ultimi cinque anni l’export abruzzese è cresciuto meno della metà rispetto a quello nazionale (14,9% contro 34,6%) ed è terzultimo in Italia; riguardo al Pil, nell’ultimo quinquennio è cresciuto soltanto dello 0,2% contro il 3,5% italiano, valore che posiziona la regione al quartultimo posto nel Paese. E’ indubbio che l’economia abruzzese stia attraversando un periodo negativo, che corrisponde agli anni in cui la Regione è stata governata dal centrodestra. Non c’è una visione di sviluppo né una strategia industriale: ci si limita ai finanziamenti a pioggia o, nella migliore delle ipotesi, a continuare quanto era stato avviato dal centrosinistra con il Masterplan. E’ inutile fare tavoli su tavoli se poi non arrivano decisioni puntuali e risorse conseguenti”.
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