Pensioni minime, Acconti 2024 e Superbonus, tutte le novità

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Arrivano le prime certezze per il prossimo anno fiscale, mentre gli emendamenti alla Legge di Bilancio continuano a modificarne parte della struttura. Si parte dalle pensioni minime che subiranno un incremento nel 2025 di solo 1,80 euro.

Il tasso di rivalutazione è fissato nel 2025 appunto nello 0,8% e nessun conguaglio è dovuto sulla rivalutazione del 2024, confermata al 5,4%. Un Decreto Ministeriale del 10 novembre di conseguenza conferma che l’aumento mensile sarà di 1,8 euro e quello annuale di 23,4. A gennaio l’assegno minimo passerà da 614,77 euro a 616,57 per effetto della rivalutazione eccezionale del 2,2% prevista in Manovra 2025.

Più significativi gli aumenti sulle pensioni più alte. Chi percepisce assegni mensili di 2 mila euro, a gennaio riceverà aumenti per 16 euro mensili, 208 annuali. Come funziona il sistema della perequazione (rivalutazione) delle pensioni? Il sistema serve ad adeguare gli importi delle pensioni al costo della vita e si applica a tutte le pensioni, dirette o destinate ai superstiti, nonché alle invalidità civili e sociali. Ha cadenza annuale e prevede un acconto in corso d’anno e un conguaglio finale in base all’anno precedente. A gennaio 2025 per esempio saranno previsti una rivalutazione provvisoria per i dati 2024 e un conguaglio sui dati definitivi del 2023.

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La rivalutazione non è applicata in misura uguale a tutte le pensioni ma varia in base alle fasce di reddito: i pensionati residenti all’estero non ricevono rivalutazioni, i pensionati oltre il minimo e fino a 4 volte il minimo ricevono una rivalutazione pari al 100% dell’indice (0,8), i pensionati oltre 4 volte il minimo e fino a 5 volte il minimo ricevono una rivalutazione pari al 90% dell’indice (0,72%), i pensionati oltre 5 volte il minimo ricevono una rivalutazione pari al 75% dell’indice (0,6%). Novità anche per il versamento degli acconti di imposta 2024. La data del secondo acconto era fissata al 30 novembre ma per effetto della introduzione dello slittamento dei termini di adesione al Concordato Preventivo Biennale, la stessa è stata portata al 16 gennaio 2025 per chi ha dichiarato ricavi e compensi non superiori a 170 mila euro.

La disposizione è contenuta nell’articolo 7 quater del DL 155/2024, approvata recentemente dal Senato. Sono esclusi dalla misura i possessori di Partita IVA che nel 2023 hanno dichiarato compensi superiori a 170 mila euro, le persone fisiche non titolari di partita IVA, compresi i soci di società tassate per trasparenza, i soggetti diversi dalle persone fisiche come le società di capitali e di persone e gli enti commerciali e non commerciali. Sono oggetto di proroga tutte le imposte sui redditi, le imposte sostitutive e la cedolare secca. Attenzione però perchè non sono soggetti a proroga i versamenti dei contributi previdenziali dovuti dagli iscritti alla gestione separata, dagli artigiani e commercianti e i premi INAIL. Infine i soggetti che aderiscono al concordato preventivo biennale, ricorrendone le condizioni, possono beneficiare del versamento del secondo acconto differito anche per la parte dello stesso dovuta in relazione al ricalcolo della imposta sostitutiva dovuta.

Si chiude il cerchio anche attorno alla vicenda del contributo sostitutivo per i cittadini che hanno avviato lavori in Superbonus e non hanno potuto terminarli a seguito del blocco imposto, lo scorso febbraio, delle procedure di sconto in fattura e cessione del credito. Tutti coloro i quali hanno potuto presentare domanda per ricevere un contributo straordinario che li aiutasse a completare i lavori potranno beneficiare di un importo pieno dello stesso perchè il numero di richieste è stato inferiore al previsto. Erano stati stanziati infatti oltre 16 milioni di euro a copertura delle richieste. La richiesta poteva essere presentata entro il 31 ottobre scorso attraverso apposita procedura ministeriale e tramite il sito internet di Agenzia delle Entrate, e prevedeva la coperta del 70% delle somme richieste entro determinati limiti.

Agenzia Entrate fa sapere tuttavia che la percentuale sale al 100% per coloro i quali abbiano un reddito minimo non superiore a 15 mila euro e abbiano sostenuto nel periodo finale compreso tra il 1° gennaio 2024 e 31 ottobre 2024, spese in relazione agli interventi da Superbonus previsti dall’articolo 119 comma 8 bis del DL 34/2020 e che entro il 31 dicembre 2023 avevano raggiunto almeno il 60% dei lavori certificati. Va definitivamente a chiusura di conseguenza questa vicenda complessa, iniziata in epoca COVID e che ha avuto un cammino complessissimo, pesando oggi sul bilancio dello Stato in modo assai corposo. A pagare sono le imprese e i cittadini che si sono fidati di una misura più volte stravolta dai governi susseguitisi – Conte, Draghi, Meloni – e tutti i contribuenti che nel futuro dovranno affrontare la copertura di dette spese attraverso le proprie imposte.

Dottore Commercialista
Revisore Legale





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