Enea, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile, pubblica a cadenza semestrale l’analisi del sistema energetico italiano, valutandone le tendenze sulla base delle tre dimensioni della politica energetica: decarbonizzazione, sicurezza e costo dell’energia. Ecco i dati relativi al primo semestre del 2024
L’analisi del sistema energetico italiano, elaborata dall’agenzia nazionale Enea ogni tre mesi, fornisce un approfondimento dei dati relativi al settore energetico nazionale, omogenizzando la loro frammentazione e disomogenità per offrire un quadro sintetico del sistema.
In particolare, il documento permette di individuare le criticità attuali e di anticipare quelle future in relazione agli obiettivi – di medio e lungo termine; inoltre, è in linea con l’obbligo di svolgere attività di monitoraggio della transizione energetica, previsto dal 2017 per gli Stati membri dell’Unione europea.
L’analisi valuta le tendenze del nostro sistema energetico sulla base di tre dimensioni cardine della politica energetica, definite nel loro insieme trilemma energetico, ovvero decarbonizzazione, sicurezza e costo dell’energia.
Analisi del sistema energetico italiano nel primo semestre 2024
Il documento di analisi completo è disponibile e consultabile online a questo indirizzo. Qui di seguito, ne riportiamo una sintesi fornita da Enea.
Cresce ancora la produzione da fonti rinnovabili (+8% – le percentuali sono confronti tendenziali tra il dato del III trimestre 2024 e quello dello stesso periodo 2023, se non diversamente indicato – , ma molto meno rispetto al +25% registrato nella prima metà 2024), consumi di energia finale in aumento (+2%) e decisa frenata del calo delle emissioni di CO2 (-1% a fronte del -7% registrato nel primo semestre dell’anno).
L’analisi del sistema energetico nazionale per il terzo trimestre 2024 evidenzia anche un peggioramento dell’indice Ispred – valore che misura sicurezza energetica, prezzi e decarbonizzazione – ai minimi della serie storica perché risultano più lontani gli obiettivi di decarbonizzazione al 2030.
Il calo delle emissioni di CO2 risulta concentrato solo nel settore elettrico, dove nei primi nove mesi dell’anno la quota di generazione da fossili è scesa al 46%, nuovo minimo storico, inferiore di 6 punti percentuali rispetto al precedente minimo del 2023.
Le emissioni invece crescono (+2%) nei settori non-Ets (terziario, residenziale, trasporti e industria non energivora), dove l’aumento nei trasporti più che compensa il calo nell’industria e nel civile. La decisa frenata nel calo delle emissioni ha avuto un impatto fortemente negativo sull’indice composito Enea Ispred.
In termini di fonti, nel terzo trimestre è proseguito il drastico calo del carbone (-40%), ma sono invece aumentati i consumi di tutte le altre fonti fossili: petrolio +2,5%, spinto dalla crescita della mobilità , gas +3%, in ripresa nella generazione elettrica.
In Europa queste percentuali sono state diverse: carbone -20%, gas -5%, consumi di petrolio invariati ma forte aumento della produzione di elettricità da fonti rinnovabili (+15% circa), nucleare +6%.
Sui mercati dell’energia all’ingrosso il prezzo del gas è tornato ad aumentare (+7% il Ttf – title Transfer Facility, punto di scambio virtuale per il gas naturale nei Paesi Bassi. Attualmente è il più grande punto di riferimento del gas in Europa – rispetto a un anno prima), attestandosi al di sopra dei 40€/MWh da ottobre, mentre sulle borse elettriche europee, nonostante aumenti significativi registrati tra aprile e giugno (in Spagna e Francia), i prezzi nel terzo trimestre sono rimasti ovunque ben al di sotto dei livelli di un anno prima, con l’unica eccezione dell’Italia, dove il prezzo è risultato maggiore del 5%.
Per Francesco Gracceva che coordina l’analisi, “la ripresa dei consumi è stata guidata dai trasporti (+2%) ma anche dal settore civile dove ha influito il forte uso dei climatizzatori durante l’ultima calda estate (+3,5%), mentre continuano a diminuire i consumi energetici dell’industria (-2,5% rispetto al III trimestre 2023).
Si tratta del decimo calo trimestrale consecutivo, un dato sul quale incide la crisi dell’economia tedesca e i prezzi dell’energia fermi su valori storicamente elevati, e per di più di nuovo in aumento.
L’indicatore relativo alla componente decarbonizzazione ha toccato il minimo della serie storica, perché l’attuale traiettoria delle emissioni nei settori non-Ets non è mai stata così lontana dagli obiettivi 2030.
Nei prossimi sei anni le emissioni in questi settori dovrebbero ridursi almeno del 5% in media per centrare i target. E anche la crescita delle fonti rinnovabili resta decisamente inferiore a quella delineata nel recente Pniec“.
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