Arisa torna a Taranto con la Magna Grecia. «In futuro? Mi piacerebbe dirigere la Taranta»

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Arisa non è nuova all’abbraccio caloroso della terra pugliese. Dopo il successo travolgente al MediTa Festival lo scorso settembre, con il concerto da tutto esaurito all’Oasi dei Battendieri, la cantante lucana torna a Taranto per un evento che si preannuncia altrettanto partecipato. Questa sera alle 21, il Teatro Orfeo di Taranto si prepara ad accogliere il suo ritorno accompagnata dall’Orchestra della Magna Grecia sotto la direzione del Maestro Roberto Molinelli. Arisa, artista mutevole e in trasformazione, con la sua straordinaria capacità di reinventarsi, in questi anni non ha mai smesso di stupire i suoi fan. Dalla vittoria a Sanremo con “Controvento” alle sfide televisive con il suo lavoro di giudice a XFactor e The Voice e il recente singolo “Non vado via”, passando per la partecipazione alla Notte della Taranta di qualche anno fa dove era riuscita ad incantare il pubblico con la sua interpretazione da brivido de “Lu ruciu te lu mare”. Oggi la meravigliosa voce e la penna di Arisa, torna anche con “Canta ancora” la colonna sonora del film “Il ragazzo dai pantaloni rosa”, che racconta la storia di Andrea Spezzacatena, ragazzo appena 15enne morto suicida perché schiacciato da bullismo e omofobia. <QA0>
Torna a Taranto dopo il grande successo del MediTa. Quali sono le sue emozioni nel rivedere questa città e il suo pubblico? 
«È stata la prima volta che mi sono esibita a Taranto nonostante sia una città a cui sono molto affezionata, dato che da bambina andavo al mare a Ginosa Marina. È stata una bellissima scoperta, non me l’immaginavo così bella. E poi un’accoglienza e un calore davvero unici, quindi quando mi hanno proposto di esibirmi per la seconda volta ho detto subito sì».
Tempo fa ha accennato al desiderio di trasferirsi a Taranto. È una suggestione poetica o ci sta pensando? 
«Ho 42 anni e in realtà sto pensando un pochino a dove mettere radici. Certamente Taranto sarebbe una bella scelta perché riuscirei anche a dare anche un segnale. È una città ferita che merita una seconda possibilità, merita che le ferite che ha vengano rimarginate e la salute di tutti i suoi cittadini».
La musica è cambiata molto negli ultimi anni con l’avvento dello streaming e dei social. Come vive questo cambiamento?
«Lo vivo da spettatrice, ogni tanto faccio delle incursioni anche anch’io in questo modo di nuovo di comunicare, però comunque amo rimanere nel mio: mi piace la poesia, la letteratura, le melodie, i significati. Mi piacciono più le mie canzoni in realtà. Ho sempre pensato che la musica e l’arte in generale debbano essere uno strumento di comunicazione per migliorare le cose. In adolescenza quando non trovavo via d’uscita né dei riscontri ideali intorno a me, ho avuto delle risposte solo dalla musica in alcuni dischi che hanno dato l’impostazione ai valori che ancora oggi porto con me». 
“Canta ancora” è il titolo della canzone che ha scritto per il film “Il ragazzo dai pantaloni rosa”, cosa c’è in questo brano? 
«In realtà è una canzone che avevo scritto per mia madre nel 2012, con l’intento di dare alle donne, in quel caso a mia madre e a che un po’ a me, la forza di andare avanti nonostante il rifiuto. Oggi spero che chiunque ascolti una canzone possa sentirsi davvero accolto e amato e che possa trovare una soluzione o solo delle parole utili a manifestare il suo sentimento verso un’altra persona. Le canzoni sono anche un mezzo a volte». <QA0>
Ha partecipato qualche anno fa alla Notte della Taranta, un evento simbolo della tradizione musicale pugliese. Che ricordo conserva di quella esperienza? 
«È stata l’esperienza più bella della mia vita. Sai che ancora sento delle persone che ho conosciuto in quell’occasione. Sono stata veramente bene e anche lì ho pensato di trasferirmi. Il popolo salentino è un popolo molto accogliente, semplice, taciturno, festaiolo. Posti incredibili, cibo ottimo. Ma ciò che ho amato di più è stato condividere la passione per il canto popolare che si tramanda di generazione in generazione ed è sempre più forte, conserva dei valori fortissimi di dignità e identità che va un po’ controtendenza rispetto al resto d’Italia dove si tende a strizzare l’occhio più a quello che succede nel mondo»
Se potesse scegliere un sogno nel cassetto da realizzare nei prossimi anni, quale sarebbe?
«Beh visto che abbiamo parlato de La Notte della Taranta dico che mi piacerebbe moltissimo fare da maestra concertatrice insieme al mio fidanzato Walter Ricci. Lui è un musicista e ci compensiamo molto. Insieme potremmo fare qualcosa di meraviglioso, lo dico con molta umiltà, solo perché il nostro amore per la musica e la tradizione è davvero immenso».
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