Aumento pensioni: solo 1,80 euro di aumento, ma arriva l’idea di dare 100 euro in più ai pensionati

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Aumento pensioni 2025 sempre più discusso. C’è chi colpevolizza il governo per il fatto che le pensioni minime nel 2025 saliranno in misura inferiore perfino ai 3 euro di cui si parlava fino a poche settimane fa.

C’è chi invece accusa semplicemente il dato sull’inflazione come responsabile di questo incremento irrisorio delle minime. Scagionando il governo ma rinfacciando alla maggioranza di non aver dato seguito alla promessa elettorale di portare a 1.000 euro le pensioni integrate al trattamento minimo. Quindi, la questione aumento pensioni continua a tenere banco.

E arriva adesso l’idea di dare a tutti i trattamenti integrati al minimo ben 100 euro al mese in più.

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Breve storia dell’aumento pensioni 2025, da dove si comincia e dove si finisce

Prima di capire che genere di ipotesi si faccia adesso sui 100 euro di aumento pensioni 2025, vediamo da dove derivano queste polemiche e questi incrementi.

Ogni anno le pensioni vengono indicizzate a gennaio con il tasso di inflazione di previsione. In pratica, sul finire dell’anno, in genere a novembre, l’ISTAT, che è l’Istituto Nazionale di Statistica, certifica quale è stata la variazione dei prezzi. Cioè l’inflazione, nei primi 9 mesi dell’anno. E quindi certifica il tasso di inflazione che, essendo basato su 3 dei 4 trimestri dell’anno, è definito previsionale.

Poi, nel corso dell’anno successivo, quando ci saranno anche i dati dell’ultimo trimestre, si arriva al tasso definitivo di inflazione. Ed è su queste due versioni di inflazione che ogni anno le pensioni vengono aumentate.

A gennaio si usa il tasso di inflazione previsionale, mentre entro la fine dell’anno si usa il tasso definitivo. Che, se è maggiore del precedente, genera i cosiddetti conguagli con arretrati per i pensionati. Questo è ciò che è successo nel 2023, quando il tasso di inflazione passò dal 7,3% previsionale all’8,1% definitivo.

I pensionati ricevettero gli aumenti a gennaio e poi le differenze a loro credito a dicembre dello stesso anno.

Una cosa che invece non è successa nel 2024. Perché a gennaio il tasso di inflazione di previsione è stato del 5,4% e così è rimasto, senza variazione alcuna.

Adesso, in vista del 2025, l’inflazione previsionale è pari allo 0,8%. E da questo parte l’aumento di gennaio prossimo per le pensioni.

Aumento pensioni: solo 1,80 euro di aumento, ma arriva l’idea di dare 100 euro in più ai pensionati

Ad occhio, la cosa che balza subito è la differenza di questi tassi: dall’8,1% del 2023 al 5,4% del 2024, per arrivare solo allo 0,8% del 2025. Il governo quindi ha emanato il decreto (interministeriale tra Economia e Lavoro) con cui ufficializza questo 0,8% come tasso che dovrà usare l’INPS per l’aumento delle pensioni 2025.

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Per i trattamenti integrati al minimo, cioè per le pensioni che nel 2025 sono pari a massimo 598,61 euro al mese, il governo ha confermato una salvaguardia. Oltre allo 0,8% per l’inflazione, su queste pensioni ci sarà un aumento extra del 2,2%.

Un’operazione che ricalca quella del 2024. Quando oltre all’aumento del 5,4% le pensioni minime hanno goduto di un incremento che le ha portate a 614,77 euro al mese con l’aggiunta del 2,7%. Nel 2025, oltre allo 0,8%, ecco un extra del 2,2%, con le minime che da 598,61 euro saliranno a 616,56 euro. Ed ecco arrivare a 1,80 euro di aumento, addirittura inferiore a quello preventivato quando, in attesa dell’ufficialità dell’ISTAT, si parlava di un tasso di previsione dell’1%.

La proposta di portare 100 euro in più nelle tasche dei pensionati ogni mese

Eppure, come dicevamo, in campagna elettorale, cioè nella tornata elettorale delle ultime politiche che hanno portato al governo il Centrodestra e la premier Giorgia Meloni, soprattutto Forza Italia promise di portare le minime a 1.000 euro. Promessa non mantenuta, come è evidente.

E le opposizioni incalzano, parlando di promessa disattesa. E, alcune volte, di governo che ha tagliato le pensioni e l’aumento pensioni.

Anche se, a dire il vero, se l’inflazione è così bassa non è certo colpa del governo.

Opposizioni che polemizzano e incalzano, ma anche che propongono cose con gli emendamenti alla legge di Bilancio.

Ed arriviamo alla proposta di portare le minime a un aumento di 100 euro al mese nel 2025.

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In un comunicato stampa, il Movimento 5 Stelle ha reso pubblico un loro emendamento alla legge di Bilancio che guarda proprio alle minime. Con prima firma di Giuseppe Conte. Cioè del leader del Movimento 5 Stelle ed ex premier della scorsa legislatura prima con la Lega e poi con il PD.

“Abbiamo presentato un emendamento alla legge di Bilancio, a prima firma del presidente Conte, per alzare le minime di 100 euro al mese”. Questo ciò che reca il comunicato stampa del M5S, come riporta l’ANSA, con l’onorevole Davide Aiello che chiede alla maggioranza di approvare con il loro voto favorevole la proposta.



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