Sassari, 01 dicembre 2024 – La gara era di quelle veramente delicate in casa Dinamo Sassari, chiamata a vincere per scacciare via brutti pensieri e una posizione di coach Nenad Markovic che sembrava sempre più traballante. La risposta positiva, però, c’è stata e dopo una gara combattuta contro la matricola terribile Trieste, i sassaresi sono riusciti a portare a casa i due agognati punti grazie ad un ultimo quarto di assoluto livello, conclusosi con il punteggio finale di 98-86.
Dopo la sosta per le nazionali il Banco di Sardegna era chiamato a dare una sterzata decisa dopo il brutto avvio di stagione, nonostante il facile passaggio del turno in coppa, in un campionato in cui ha palesato parecchi limiti tecnici e non solo, con un atteggiamento in campo che spesso ha lasciato a desiderare.
La Dinamo vista stasera pareva un’altra squadra, quasi rigenerata dalle due settimane di pausa, più grintosa e applicata in difesa, il vero malus di questi mesi, e con le idee chiare in attacco, trovando spesso aperto il migliore tiratore possibile che stasera aveva quasi sempre il nome di Giovanni Veronesi sulla schiena.
Gara clamorosa del nativo di Brescia che ormai ha scalato definitivamente le gerarchie di coach Markovic, che ad inizio anno lo vedevano relegato a decimo uomo del roster e ora è ormai diventato un punto fermo di questa Dinamo che sta iniziando finalmente a plasmarsi, complici anche gli stop forzati di Mattia Udom e soprattutto Michal Sokolowski, con il polacco infortunatosi ad un piede con la propria nazionale durante la sosta.
Non soltanto per i 24 punti mandati a referto, con una prova balistica eccezionale da tre con un 6/11 (54.5%), ma per la voglia e la fame che ogni volta sprigiona nel parquet, che spesso e volentieri trascina i compagni. Come i tre americani Bibbins, Renfro e Fobbs, tutti e tre in doppia cifra, e apparsi totalmente rigenerati dopo le opache versioni ammirate fino a poche settimane fa.
La terza vittoria in campionato per i biancoblu e certamente la più pesante e convincente finora, rispetto a quella facile di due mesi fa contro una Napoli, già allora in evidente difficoltà, o come l’ultima giunta al PalaSerradimigni non senza patemi contro una mai doma Pistoia.
Una gara quella di stasera che ha viaggiato per lunghi tratti sui binari dell’equilibrio, salvo rompere gli indugi in avvio di ripresa, con i padroni di casa che hanno provato il primo allungo sul +9, salvo farsi riprendere poco dopo da una Trieste costantemente con la testa nel match e che per oltre 30′ viaggiava ampiamente sopra il 40% dal perimetro.
Decisiva è stata l’ultima frazione, con Markovic abile ha mettere in campo un quintetto non proprio di corazzieri, senza il deludente Halilovic nel pitturato e preferendogli un Renfro più mobile e imprevedibile, ma che in difesa ha fatto ampiamente la differenza per portare a casa nei minuti finali.
Trieste ce l’ha messa tutta per tornare alla vittoria in LBA dopo gli ultimi stop con Trento e Trapani, che hanno bruscamente rallentato la galoppata della squadra di coach Jamion Christian, penalizzata oltre che dalle pesanti assenze di Justin Reyes e Markel Brown anche dalla tegola di Colbey Ross, costretto a fermarsi oggi dopo appena sei minuti, fino a quel momento il migliore dei suoi, per un fastidio muscolare che verrà rivalutato in questi giorni dallo staff medico giuliano.
Nonostante l’assenza improvvisa della propria stella la squadra ospite ha mostrato un enorme forza mentale, capace di ricompattarsi in poco tempo e trovare un’altra via per tornare a mettere in difficoltà una Dinamo che piano piano acquistava maggiore fiducia.
Via che porta a Jarrod Uthoff, che con la sua doppia doppia da 14 punti e 10 rimbalzi ha messo costantemente in difficoltà la difesa sarda, incapace di arginare i centimetri dell’americano. Ma Trieste ha trovato grande segnali soprattutto dagli italiani, acquisiti e non, come il grande ex di serata Jeff Brooks (11 punti), ma soprattutto Ruzzier e Candussi, rispettivamente 10 e 14 punti, e con le triple in fila dell’ex Fortitudo capaci di fare risalire la china ai biancorossi nel momento di massima difficoltà del terzo periodo.
Gara che in avvio sembra avere un padrone solo, con la Dinamo brava ad approcciare al meglio l’incontro e volare sul 7-0 dopo pochi minuti. Colbey Ross indossa il mantello da supereroe e ricuce in un amen il parziale che rischiava di farsi già pesante per i biancorossi.
Gli ospiti dall’arco non sbagliano veramente mai, ma i sardi non son da meno e la gara torna ad essere nuovamente equilibrata, con le due squadre che si rispondono colpo su colpo.
Ross esce per infortunio, ma Valentine e Ruzzier raccolgono al meglio il testimone dell’americano e continuano a martellare dall’arco, fino al canestro di Veronesi del 27 pari con cui si conclude il primo periodo.
Gli ospiti sembrano pagare un minimo di flessione in avvio di seconda frazione, ma nel momento del bisogno Brooks risponde e insieme all’infallibile Uthoff i giuliani volano al comando sul 44-48. Ma Veronesi è ormai diventato un uomo in missione e con un’altra tripla riporta avanti i suoi, andando negli spogliatoi con i sardi avanti sul 49-48.
Nella ripresa Sassari sembra avere un Fobbs in più nel motore e si vede. I biancoblu piazzano un break pesante toccando il massimo vantaggio sul +9.
Ma ancora una volta i veterani Brooks e Ruzzier rispondono presente e Trieste ha un sussulto. Candussi si traveste per qualche minuto da Nowitzki e scaglia tre dardi consecutivi che vogliono dire parità sul 64-64. Tutto da rifare per Sassari, che non demorde e con il solito Veronesi torna a tre possessi di vantaggio, salvo soccombere ad Candussi bollente che firma il 73-70 al 30′.
Trieste torna a mettere in difficoltà la difesa di casa, risucchiando tutto l’entusiasmo generatosi nella ripresa dagli uomini di Markovic, ma ci pensano Bibbins e Bendzius a farlo tornare, con i canestri che riaccendono tutto il PalaSerradimigni sull’86-78.
La Dinamo è abile a tenere saldamente le mani sul match, nonostante alcuni errori eclatanti da zero metri dei propri lunghi che qualche patema generano nel palazzo, ma è ancora Magic Veronesi, e chi se no, a mettere la parola fine con l’ennesima tripla della sua magica serata a sigillare l’incontro sul 98-86.
Per Trieste un passo falso che fa relativamente male, anche se è il terzo consecutivo, per una classifica che vede i giuliani ancora ampiamente dentro al tabellone della prossima Coppa Italia, ma a preoccupare è certamente l’infortunio di Ross, elemento imprescindibile per la squadra di coach Christian.
Certo il calendario non viene in soccorso ai giuliani, che domenica prossima ospiteranno una grande del nostro campionato come Brescia, una gara complicatissima che sommata alle pesanti assenze rischia di essere proibitiva.
Per la Dinamo una vittoria che dà un minimo di serenità a tutto il gruppo e all’ambiente. La classifica fa ancora paura con solamente 6 punti in nove gare, ma è già tempo di tornare a pensare alla FIBA Europe Cup.
Mercoledì sera, infatti, i sassaresi ospiteranno i temibili baschi del Bilbao, nella seconda fase della coppa minore FIBA. Una partita certamente complicata, ma che potrà essere un altro fondamentale tassello nel percorso di crescita di una squadra biancoblu che forse è nata questa sera.
Dinamo Banco di Sardegna Sassari – Pallacanestro Trieste 98-86
Parziali: 27-27; 22-21; 24-22; 25-16.
Progressione: 27-27; 49-48; 73-70; 98-86.
Sala Stampa
Christian Jamion, Nenad Markovic e Giovanni Veronesi
Le Pagelle
Dinamo Banco di Sardegna Sassari
Alessandro Cappelletti 6: una gara di alti e bassi, come spesso ha abituato. Parte male, ma riesce piano piano a calarsi bene nella gara. Alla fine 6 punti e 5 assist in una partita che non gli scappa mai definitivamente dalle mani.
Justin Bibbins 7: in avvio paga pesantemente il confronto con Ross, ma una volta uscito il rivale per infortunio può scatenarsi. Finalmente un Bibbins che lotta, si butta per terra per conquistarsi un centimetro alla volta, sfatando quello che l’ambiente spesso gli imputava: di non giocare con il cuore. Chiude in crescendo una prestazione da 14 punti, 7 assist, 3 rubate, 5 rimbalzi. Mancava solo che parcheggiasse l’auto di qualche spettatore e aveva fatto tutto.
Miralem Halilovic 5.5: si vede che l’impegno ce lo mette, ma fisicamente ancora non è al meglio. Dopo pochi minuti sembra andare in ipossia, con Markovic che gli preferisce la maggior energia di Renfro e non ha tutti i torti.
Brian Fobbs 6.5: dopo un primo tempo completamente anonimo, sbagliando tutti i tiri possibili, sboccia come per magia nella ripresa, facendo rivedere quella voglia famelica che l’aveva contraddistinto nel precampionato. Dal terzo quarto diventa un pericolo costante per la difesa ospite, che spesso è costretta a fermarlo con il fallo. Decisivo il suo apporto difensivo nell’ultima frazione, senza dimenticare i 14 punti messi a referto.
Matteo Tambone 7: dopo la sosta torna ad essere l’equilibratore di questa Dinamo. In difesa gioca la solita gara di spessore, mentre in attacco, forse ispirato dalla serata clamorosa di Veronesi, torna ad essere un cecchino implacabile, con un 3/4 dall’arco.
Giovanni Veronesi 8.5: il nuovo americano la Dinamo l’ha già preso ed è nato a Brescia. Gara clamorosa dell’ex Piacenza, indiscusso MVP della gara con 24 punti e un 6/11 da tre che non merita altri commenti. Con Sokolowski out, ci pensa lui a tenere in piedi tutta Sassari, segnando a ripetizione negli scarichi con Trieste che non sa proprio come disinnescarlo. Condisce il capolavoro con una fase difensiva perfetta che andrebbe vista e rivista da alcuni dei suoi compagni, specie dopo l’ottobre orribile di Sassari in cui lui era costretto a guardare dalla panchina per tutti e 40 i minuti.
Eimantas Bendzius 6.5: tipica giornata in ufficio per il capitano lituano. Con un Veronesi così scintillante non serve prendersi la scena, ma quando serve scaglia i suoi dardi avvelenati che fanno parecchio male. Chiude con 13 punti, 3 assist e 6 rimbalzi. Si può serenamente timbrare il cartellino per tornare a casa.
Nate Renfro 7: scintillante come quasi mai lo si era visto in questi due mesi. Un’energia debordante nei due lati del campo che ha intimorito i lunghi ospiti. Presente non soltanto a protezione del ferro, ma a sorpresa anche ad offendere con 12 punti segnati e una pulizia che raramente ha fatto vedere dal suo sbarco a Sassari.
Pallacanestro Trieste
Stefano Bossi 6: l’infortunio di Ross gli spalanca le porte e lui risponde con una prestazione di sostanza, 5 punti e tante piccole cose sempre utili alla squadra, tra palle sporche toccate o recuperate.
Colbey Ross 6.5: nei primi minuti è lui il padrone incontrastato della gara, segna qualsiasi cosa gli passi per le mani segnando 9 punti con un 3/4 dall’arco. Ma è proprio dopo l’ultima tripla segnata che avverte un dolore alla coscia e dopo solo 6 minuti è costretto ad alzare bandiera bianca. Una mazzata non indifferente per le speranze dei giuliani.
Lodovico Deangeli 5: nella ripresa, con le ampie rotazioni di coach Christian, c’è spazio anche per lui, ma a differenza di Bossi non incide in alcun modo.
Jarrod Uthoff 7.5: la classica spina nel fianco in una difesa biancoblu che non sa in alcun modo come fermarlo. Parte fin da subito a martellare dal perimetro, con tre triple in fila. Alla lunga la difesa prova a mandarlo dentro, ma gli esiti non cambiano più di tanto per i padroni di casa, con l’americano che domina sotto le plance. Nella seconda parte si trasforma in totem su cui molto spesso i giocatori sassaresi vanno a sbatterci, condendo il tutto con anche 3 stoppate. Chiude la sua grande serata con una doppia da 15 punti e 10 rimbalzi, 6 dei quali offensivi.
Michele Ruzzier 6: diventa lui il play principale, a causa dello stop di Ross e i problemi di falli di Valentine, e nella prima parte di gara incide anche tanto, giocando sempre in maniera lucida e ordinata, andando in poco tempo persino in doppia cifra per punti segnato (10). Nella ripresa paga il maggior dinamismo di un Bibbins redivivo e in difesa va troppo spesso in apnea.
Luca Campogrande 5: non è serata al tiro per l’ex Brindisi, sparacchia spesso e volentieri, mentre dall’altra parte del campo viene travolto dal tornado Veronesi che non riesce mai ad anticipare.
Francesco Candussi 6.5: gioca un secondo tempo ai limiti della perfezione, stampando tre triple consecutive che impediscono alla Dinamo di scappare già nel terzo periodo. Alla distanza sporca le sue incredibili percentuali, ma resta un minaccia costante per la difesa sarda, chiudendo con 14 punti.
Jeff Brooks 6.5: sfodera tutto il proprio repertorio e la propria esperienza, in un luogo in cui verrà per sempre ricordato come uno degli eroi del Triplete 2015. Costantemente sotto controllo, quando la palla arriva a lui sa sempre cosa fare, nel finale è meno lucido, ma i suoi 11 punti e 7 rimbalzi sono già a referto.
Jayce Johnson 5: illude in avvio, contro un Halilovic troppo soft, ma l’energia di Renfro gli toglie via via tutte le proprie certezze, con il coach che lo lascia per tanti minuti seduto.
Denzel Valentine 4: gioca a fare lo show, anche quando basterebbe fare un passaggio semplice per liberare i compagni, invece di fare passaggi dietro la testa o la schiena. All’inizio è utile, ma dopo pochi minuti diventa una fabbrica di palle perse assurde, con dei regali gratuiti per la Dinamo che sfrutta quasi sempre i contropiedi in campo aperto e come se non bastasse si sono aggiunti i problemi di falli. Segna sì 10 punti, ma tirando appena con il 28% da tre, con 5 palle perse che pesano veramente troppo.
Giovanni Olmeo
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