Dopo il caos del bonus nidi regionale, da cui sono rimaste fuori numerose famiglie, che hanno tentato invano di presentare la domanda, la piattaforma efamily torna di nuovo a far discutere. Stavolta per i buoni servizio per la non autosufficienza: otto milioni a disposizione per l’erogazione di sussidi fino ai 700 euro mensili. La data di partenza per la presentazione delle domande, inizialmente prevista per il 28 novembre, è stata rinviata al 3 dicembre. Ma quel giorno, la piattaforma è rimasta inaccessibile, e lo è anche a più di 24 ore di distanza.
Chi può fare domanda
“Il buono servizio – spiegava l’assessore regionale all’Inclusione sociale e ai servizi alla persona, Massimiliano Maselli circa due settimane fa, annunciano il bonus – può essere richiesto da coloro che si prendono cura di familiari non autosufficienti e l’ammontare massimo del buono è pari a 700 euro mensili, per un totale di 12 mensilità”. Con il contributo sarà possibile pagare le prestazioni di un assistente familiare con cui è stato sottoscritto un regolare contratto di lavoro, ma anche l’assistenza domiciliare erogata da enti accreditati (con l’esclusione dell’attività sanitaria), e centri diurni socioassistenziali e servizi semiresidenziali autorizzati. Si possono però utilizzare i buoni solo per enti e struttura che sono registrate alla piattaforma efamily.
La piattaforma fuori uso
Inizialmente, la data di partenza per la presentazione delle domande era stata fissata al 28 novembre alle 15. Ma, come spiegato in un avviso pubblicato su efamily, c’è stato poi un rinvio al 3 dicembre, allo stesso orario. E così ieri in molti tra coloro che a Roma e nel Lazio assistono familiari non autosufficienti si sono collegati alla piattaforma per presentare la domanda. Ma al momento di accedere alla sezione dedicata, hanno trovato il sito bloccato. Tanto che è stato pubblicato un secondo avviso, in cui si spiega che “l’apertura dello sportello di presentazione delle domande è momentaneamente sospesa su disposizione della Regione Lazio per ulteriori verifiche sulla piattaforma. Al termine delle stesse sarà possibile riaprire la piattaforma e consentire l’accesso per le domande. La nuova data di apertura sarà comunicata quanto prima nelle stesse modalità”. Per il momento, dunque, nulla da fare.
Le proteste
Una situazione contro cui si scaglia Abaco, l’Associazione di base dei consumatori: “Senza alcuna spiegazione e trincerandosi dietro incomprensibili problemi tecnici, la Regione Lazio ha bloccato l’avvio delle domande 2025 per i bonus per l’assistenza alle persone non autosufficienti e il finanziamento di quelle già autorizzate per l’anno 2024”. Non c’è dunque solo il problema di chi deve presentare domanda, ma anche quello di chi ha già ottenuto il sussidio, ma secondo quanto denuncia Abaco, non lo sta ricevendo: “Dopo il caos provocato dal bando per i bonus asili nido, che ha lasciato tante famiglie a bocca asciutta, anche i disabili restano senza sostegni per la loro assistenza e la Regione Lazio, in barba alle più elementari norme sulla trasparenza, non dà alcuna spiegazione sul blocco della piattaforma efamily. Migliaia di famiglie infatti si sono viste sospendere i sussidi senza i quali non possono garantire gli stipendi alle badanti, assunte confidando in questo sostegno. Chiarezza su quanto sta accadendo la chiede anche la consigliera regionale dem Eleonora Mattia, che ha presentato un’interrogazione a risposta immediata: “Come per i bonus regionali asili nido, i cui fondi sono stati dimezzati rispetto alla scorsa legislatura passando da 11 a 4,8 milioni esaurendosi così in poche ore a scapito di tanti genitori, anche il bonus caregiver sconta i tagli della giunta Rocca, con la quale le risorse disponibili sono passate da 20 a soli 8 milioni – attacca Mattia -. Anche in questo caso si sceglie di affidare le sorti delle famiglie delle persone non autosufficienti del Lazio al ‘click day’. Tutto questo è assolutamente inaccettabile. Per questo ho presentato un’interrogazione a risposta immediata. È assolutamente necessario adeguare le risorse disponibili ai fabbisogni dei cittadini del Lazio e individuare criteri trasparenti che consentano di coprire almeno le famiglie che presentano le maggiori necessità. Chi ha bisogno, ha diritto di essere assistito. I diritti non sono una lotteria”.
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