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BOLZANO. L’inchiesta giudiziaria su Hager e compagnia e le sue ramificazioni nell’amministrazione e nella politica raggiunge il consiglio provinciale ed il municipio come un fulmine a ciel sereno. Nei palazzi della politica il tema non diventa più la presentazione del bilancio 2025 della Provincia – ancorché il più ricco di sempre – oppure il consiglio comunale nel capoluogo, quanto piuttosto l’indagine in corso. Trema la politica, ma le maggioranze cercano di tenere i nervi saldi.
In Comune come in Provincia. E le opposizioni vanno all’attacco. La giunta comunale, prima della seduta del consiglio, si riunisce in via straordinaria. Ne esce uno stringato comunicato, letto poi in aula dal vicesindaco Stephan Konder. «Il sindaco Renzo Caramaschi e l’esecutivo comunale di Bolzano, a seguito degli odierni fatti di cronaca giudiziaria, esprimono piena ed incondizionata fiducia nell’operato della magistratura offrendo nel contempo alla stessa, massima collaborazione. L’esecutivo cittadino intende inoltre ribadire la massima fiducia anche nei confronti dei propri collaboratori comunali», così nel comunicato.
Poche centinaia di metri e siamo in consiglio provinciale. Luis Walcher esce dall’aula, si mette il cappotto, a domanda afferma soltanto: «Non rilascio dichiarazioni, non sono nella lista degli indagati». Poi esce di corsa inseguito invano dai giornalisti. «Non conosco questa indagine, certamente ho avuto dei rapporti con Heinz Peter Hager. Uno riguarda il progetto per la riqualificazione urbanistica del centro a Bolzano, perché la Provincia ha messo a disposizione un suo immobile, su richiesta del Comune, in cambio dell’ottenimento di spazi al termine dei lavori», afferma il governatore Arno Kompatscher. «Poi per secondo, Hager aveva un incarico come consulente, dato ancora dalla giunta provinciale guidata da Luis Durnwalder, per trovare una soluzione alla crisi della Sel. In quell’occasione venne fatto un lavoro eccellente. Con Hager ci sono gli stessi rapporti che ho con qualsiasi altro imprenditore che fa progetti», ancora il presidente altoatesino che poi aggiunge: «Lasciamo lavorare la giustizia che faccia il suo corso, prima di giudicare le cose».
«Oggi, (ieri, ndr) niente perquisizioni negli uffici dell’amministrazione provincia, ma solo una richiesta di accesso agli atti, ma credo per altri temi», dice Kompatscher.
Poi l’alleato di giunta. «Posto che FdI non ha nulla a che fare con questa indagine che riguarda più il Trentino e nell’Alto Adige il mondo tedesco, il nostro partito sta dalla parte della magistratura di cui ha grande fiducia. Guarderemo ciò che emergerà con grande attenzione», afferma Marco Galateo (FdI). «Certo fa male sentire parlare di associazione mafiosa in questa provincia e poi dispiace che questi fatti possano allontanare ancora di più i cittadini dalla politica», sottolinea il vicepresidente della giunta provinciale. Nessun problema per quanto riguarda l’esecutivo altoatesino. «Da quanto si apprende dai media i fatti riguarderebbero un periodo antecedente a questo esecutivo, quindi nulla a che fare con l’attuale giunta, non c’è alcun impatto a livello politico», ancora Galateo.
Sandro Repetto è uno che il Comune di Bolzano lo conosce bene. «Ho l’amaro in bocca, perché alcuni funzionari del Comune li conosco. Mi lascia interdetto il fatto che alcuni di loro siano indagati. Di più non si può aggiungere», dice il consigliere provinciale del Pd.Le avvisaglie di giornata c’erano già state in aula nel pomeriggio, quando tra i banchi si era sparsa la notizia dell’indagine. Brigitte Foppa (Verdi) ha invitato la giunta a chiarire in aula la questione dell’indagine giudiziaria su Hager, Benko e gli altri. Il presidente Arnold Schuler ha ritenuto non fosse compito del presidente della Provincia o del consiglio provinciale esprimersi in merito in quel momento. Sven Knoll (Südtiroler Freiheit) si è associato alla richiesta di Foppa, così come Renate Holzeisen (Vita), sottolineando l’importanza della trasparenza. “Quanto scoperto oggi è un terremoto politico”, così i consiglieri di opposizione. Arno Kompatscher ha voluto sottolineare che Hager non «è mai stato un mio consulente», ricordando poi quanto detto ai giornalisti alla fine della seduta di consiglio. Le minoranze vanno all’attacco. «Non si può fare finta di niente, abbiamo visto per anni entrare e uscire Hager da Palazzo Widmann, abbiamo visto i soldi di Hager arrivare al partito di raccolta, cose che di per sé non costituiscono reato, ma che vanno valutate. Insomma è giusto parlarne e capire come si evolve questa vicenda rispetto alle indagini. Barzon era un altro che si aggirava sempre in questi corridoi», sottolinea Brigitte Foppa. Le indagini in corso, gli arresti domiciliari. «Intanto sono contento che il caso sia in mano alla Procura di Trento che ha anche contestato l’aggravante di stampo mafioso. Allora se tutto verrà confermato, e se qualcuno avrà delle colpe al termine del procedimento, è giusto che paghi», chiude Paul Köllensperger, consigliere provinciale del Team K.
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