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Man mano che prosegue l’inchiesta della Dda di Trento, la Procura regionale antimafia del Trentino Alto Adige, su una presunta associazione di stampo mafioso che avrebbe condizionato gli appalti in Trentino Alto Adige che ha già coinvolto 77 indagati e 9 arrestati, questa si allarga anche fuori regione, coinvolgendo anche l’ex assessore all’urbanistica del comune di Verona, Ilaria Segala, indagata per turbativa d’asta.
In accordo con altri indagati – in particolare il magnate austriaco Renè Benko, l’imprenditore trentino Paolo Signoretti, il commercialista bolzanino Heinz Peter Hager e l’amministratore delegato di Fs Sistemi Urbani srl Umberto Lebruto – avrebbe turbato il regolare svolgimento della gara per la valorizzazione dello scalo ferroviario di Verona Porta Nuova indetto da Fs Sistemi Urbani il 22 gennaio 2021.
Secondo gli inquirenti – va precisato che si tratta di accuse da dimostrare nel corso del giudizio trattandosi di indagini preliminari – Ilaria Segala, in data 29 dicembre 2020, avrebbe consegnato a Signoretti copia di alcuni documenti non ancora pubblici riferibili alla successiva procedura di gara bandita ufficialmente solo una ventina di giorni dopo. Dopo la pubblicazione del bando, il 18 febbraio 2021, «Umberto Lebruto, si recava a Milano presso l’ufficio di Signoretti, e gli riferiva i temi chiave da trattare nella manifestazione di interesse da presentare nella prima fase della procedura. Successivamente Ilaria Segala forniva a Signoretti informazioni sull’andamento della procedura e indicazioni sulle altre società partecipanti all’appalto pubblico. Signoretti condivideva le informazioni apprese da Segala e Lebruto con Hager che a sua volta le riferiva a Benko e al gruppo Signa».
Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, nei mesi successivi Hager e Signoretti, sfruttando le informazioni apprese da Lebruto e Segala «predisponevano un’offerta a nome di Signa Group e Supernova Management spa che superava le varie fasi di gara e, in data 8 ottobre 2021, risultava aggiudicataria dell’opera».
L’inchiesta della Dda di Trento evidenzia anche altri aspetti, soprattutto politici, con i tentativi della presunta “cupola” degli immobiliaristi di mutare gli equilibri politici nelle varie realtà interessate ai loro progetti.
Sul fronte della provincia di Trento, è emersa l’esistenza di un “progettino politico” dell’imprenditore trentino Paolo Signoretti da contrapporre al presidente del Trentino Maurizio Fugatti e alla sua giunta di centrodestra. L’idea di Signoretti e sodali puntava su due esponenti del Pd, Alessandro Betta, attuale sindaco di Arco al secondo mandato e non più rieleggibile, finito indagato per la vicenda della ristrutturazione dell’Hotel di Arco, come possibile candidato alla presidenza della Provincia e l’ex consigliere provinciale Luca Zeni come futuro parlamentare.
A questo scopo, Signoretti – sempre secondo gli inquirenti – si sarebbe messo in contatto con Roger Daniel Fishman, esperto di comunicazione, illustrando il suo disegno «che è quello di avere una persona di riferimento che fa il presidente nella migliore delle ipotesi o, alle brutte, comunque di riferimento e di contraltare al presidente». Secondo Signoretti, «con un governo così debole dove la prossima volta cento per cento lo fa Ianeselli il presidente della Provincia». Ianeselli è il sindaco di Trento in carica, alla testa di una giunta di centrosinistra, ed ex segretario provinciale della Cgil che non venne ritenuto idoneo in questo senso.
Nelle intercettazioni gli imprenditori Signoretti e Hager parlano anche del governatore altoatesino Arno Kompatscher. Il commercialista altoatesino si vanta di una certa influenza sulla politica altoatesina e di essere in buoni rapporti con il presidente della Provincia di Bolzano e lo reputa «più neutro» del suo omologo trentino Fugatti. Hager sostiene, inoltre, in un colloquio con un imprenditore altoatesino che Kompatscher senza di loro «rischierebbe di non essere più qui». Situazione che il governatore altoatesino smentisce, ribadendo come «con Hager ci sono gli stessi rapporti che ho con qualsiasi altro imprenditore che fa progetti».
Sempre in tema di assetti politici, Signoretti, Hager e soci non disdegnavano anche il ricorso ad azioni giudiziarie dal sapore intimidatorio, come la richiesta di danni per 20 milioni di euro a carico dell’ex sindaco Pd di Riva del Garda, Adalberto Mosaner, fieramente contrario ai progetti di valorizzazione immobiliare dell’ex area Cattoi a Riva del Garda, che il suo successore, la leghista Cristina Santi finita agli arresti domiciliari che alle elezioni batté Mosaner per una manciata di voti, ha invece autorizzato.
Anche se le accuse sono ancora tutte da provare, non si può non riandare con la memoria ad uno degli ultimi scandali della politica trentina, quello dell’inchiesta “Giano Bifronte” del 2006, dove si scoprì l’esistenza della “magnadora” orchestrata dall’allora potentissimo braccio destro dell’allora presidente della Provincia Lorenzo Dellai, Silvano Grisenti che da assessore ai lavori pubblici aveva la facoltà di manovrare i contributi pubblici a favore dei vari amministratori locali a seconda della loro fedeltà e allineamento: la “magnadora” era bassa e quindi sfruttabile per gli “amici” e alta, irraggiungibile, per i non allineati.
Insomma, una politica debole, spesso fatta da personaggi senza arte e parte, selezionati dalle segreterie più per i meriti di asservimento acritico piuttosto che per la capacità ed esperienza professionale, facilmente blandibili da qualche aiutino economico ha creato una situazione spesso ingestibile, con risultati discutibili anche sull’operato dell’amministrazione quotidiana della cosa pubblica, con una gestione a vista spesso senza alcuna programmazione lungimirante.
Si vedrà se dopo questa tornata l’inchiesta della Dda di Trento si fermerà qui o se ci saranno altri sviluppi analizzando nel dettaglio l’origine quei continui successi imprenditoriali che hanno caratterizzato anche altre realtà negli ultimi anni.
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