Secondo il Was Annual Report 2024, nell’ultimo decennio il settore ha subito un profondo cambiamento trasformando le aziende coinvolte da semplici gestori della raccolta dei Rifiuti a protagoniste della transizione ecologica ed energetica
Il settore dei rifiuti, o per meglio dire, l‘industria dei rifiuti sta cambiando rapidamente. Negli ultimi 10 anni, la tecnologia introdotta negli impianti ha trasformato il rifiuto in risorsa, ed oggi il comparto è un protagonista dell’economia circolare. A sottolineare questi cambiamenti, il Was Annual Report 2024, dossier realizzato da Althesys, che da undici anni analizza l’evoluzione del sistema rifiuti. Il primo dato da sottolineare è che nel 2023 le aziende di settore si sono ingrandite, arrivando a 11,8 miliardi di euro di valore, con una crescita del 3,8%, e portando gli investimenti a 1,1 miliardi, con un’impennata dell’8,6%, in particolare nell’impiantistica.
Industria rifiuti, 120 player coprono maggioranza settore
“Abbiamo analizzato un totale di 120 player che coprono i 3/4 del settore, di cui il 45% è composto da monoutility di proprietà pubblica e privata, mentre il 37% del valore è suddiviso tra tre grandi multiutility” evidenzia, Alessandro Marangoni, il Ceo Althesys durante la presentazione del rapporto, secondo il quale la novità di questi ultimi anni è che i “rifiuti speciali hanno affiancato quelli urbani, perché ormai si assiste ad una convergenza tra i due reparti, un fattore che è cambiato molto in questi 10 anni, dai tempi del primo WAS Report. Anche l’innovazione tecnologica è di frontiera, per esempio sui materiali critici, nel recupero materiali e ha portato ad accordi con aziende del waste management e di altri settori per sviluppare know how, favorendo sempre di più la transizione ecologica ed energetica, anche se permangono anche criticità non ancora risolte, come quelle relative alla situazione impiantistica”.
Carenza di infrastrutture al sud, abbondanza al nord
Tra i numeri importanti evidenziati nel Was Annual Report 2024, le 22 milioni di tonnellate di rifiuti urbani processate dalle aziende di raccolta, in linea con l’anno precedente, gestite principalmente da 110 operatori che hanno servito più di 46 milioni di abitanti, equivalenti al 78% circa della popolazione. Sul versante degli investimenti, in aumento dell’8,6% rispetto all’anno precedente, il 55% è destinato agli impianti, mentre gli operatori metropolitani segnano il maggior aumento degli investimenti rispetto all’anno precedente (+75,2%, seguiti da privati (+45,5%) e piccole-medie multiutility (+38,5%), mentre le grandi multiutility sono le sole a vedere un calo (-7%) nonostante garantiscano la metà degli investimenti totali, il 52,6%. Il nord è l’area del paese che attrae il maggior numero di investimenti e di infrastrutture, mentre al sud si registra una carenza cronica, anche se gli investimenti sono quasi raddoppiati sia al Centro che al Sud.
Rifiuti, 28 progetti del Pnrr aumenta presenza di infrastrutture
Nel corso della presentazione, non si poteva non parlare del Pnrr, con una serie di progetti approvati, 28 in totale che incideranno sul quadro infrastrutturale per colmare quelle disparità territoriali nord-sud. Guardando al futuro, infatti, allo scenario 2035 per la frazione organica, allo stato attuale si ipotizza un’abbondante sovraccapacità in certe aree, con altre nel Meridione, ancora inadeguate. “Il Pnrr del 2023, che in questi giorni ha ottenuto il finanziamento della Commissione, ha un focus importante sui materiali critici su cui stiamo investendo in termini di ricerca tramite Enea ed Ispra, ma tra le criticità del sistema paese resta il sistema delle autorizzazione su cui stiamo lavorando”, considera Fabrizio Penna, Capo Dipartimento Missione PNRR del MASE.
Pannelli fotovoltaici, entro 2035, 80 milioni di pannelli da smaltire
Tra le sfide del futuro, quella di smaltire anche rifiuti speciali come i pannelli dei moduli fotovoltaici giunti a fine vita. “Tra 2028 e 2035 18,7 Gw di capacità fotovoltaica supereranno i 20 anni di vita, e si stimano circa 80 milioni di pannelli da smaltire, ma sono circa 15 gli impianti idonei allo smaltimento“, aggiunge ancora Marangoni, il Ceo Althesys, ma ne serviranno molti di più. Più ampiamente le principali 59 aziende specializzate nella raccolta e trattamento dei rifiuti speciali registrano un giro d’affari di 4,7 miliardi di euro, con una crescita del 12%. L’industria dei rifiuti speciali è composta per lo più da piccoli e medi operatori diversificati e piccole imprese specializzate, che incidono insieme per l’83% del totale.
“Il settore sta andando verso processi industriali, passando dal vecchio concetto di servizio pubblico, che deve restare, su cui si innestano trasformazioni industriali – ha precisato Chicco Testa, Presidente di Assoambiente, nel corso del suo intervento – mentre le quote di materiali non trattati diventano sempre più piccole, perché le tecnologie avanzano e processi diventano sempre più raffinati, come nella separazione delle varie plastiche, o nei materiali da demolizione. Dobbiamo concentrarci non solo sulla qualità della raccolta, ma anche sulla qualità del riciclaggio”. Il settore rifiuti ha dunque acquisito un appeal industriale, se un tempo le aziende si occupavano solamente di nettezza urbana per i Comuni, oggi il comparto può offrire un contributo importante alla transizione ecologica.
“Il comparto rifiuti è tendenzialmente industriale, ma è per sempre un servizio alle cittadini ed imprese, quindi è importante che ci sia una gestione industriale, rapportata al territorio di riferimento. L’Italia, nel settore dei rifiuti, è un pò la fotografia di quanto avviene in Europa, con aree virtuose e carenze. Il settore dei rifiuti dobbiamo pensarlo come un settore che garantisce il territorio, e ritengo che l’ingresso di Arera nel comparto possa svolgere un ruolo importante, orientare il processo, per trovare un equilibrio tra la necessità ambientale ed il mercato”, le parole di Filippo Brandolini, Presidente Utilitalia, anche lui tra i relatori di Was Annual Report 2024.
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