E in sintesi la lettera, che riportiamo di seguito, potrebbe essere intitolata tranquillamente ‘’ Caro Marcello, mala tempora currunt’’. Facile la traduzione dal latino che, maltempo a parte (l’acqua serve, eccome), constata come nel Bel Paese tira una cattiva aria per l’informazione e per i diritti costituzionali. Il Governo, guidato da Giorgia Meloni, si appresta come abbiamo letto sul sito ansa.it e https://www.ansa.it/sito/notizie/politica/2024/12/04/il-governo-lavora-ad-un-nuova-stretta-sulla-pubblicazione-degli-atti_be4ab47c-60dd-4a2a-a06a-f567dde3394e.html si appresta a una nuova stretta in materia di cronaca giudiziaria. Una anticipazione di quello che sarà la seconda fase della Riforma Cartabia. Un invito esplicito a non disturbare il manovratore, come si diceva un tempo, che non ha ancora risolto tutti i problemi che sono a monte del bisogno di trasparenza, verità, democrazia, diritti e via elencando e cioè la questione morale. Il nodo è qui. I giornalisti che hanno la schiena dritta, rispettano la deontologia professionale e vogliono informare senza speculare e strumentalizzare devono poterlo fare. E invece assistiamo a insofferenze, puntare il dito su una presunta faziosità che mina alle basi la Costituzione. L’Italia, ahinoi, è un colabrodo quanto a tutela della privacy, informazione e formazione sugli eccessi dei social nel quale finiscono gli adolescenti e altre categorie, con risvolti che spaziano dal bullismo alla cronaca nera. I nostri dati che finiscono in una App o nella rete dei potenti del web di superficie o del sommerso finiscono su un mercato, che non possiamo controllare. Facciamo attenzione (e’ na parola!, si dice a Napoli) agli abbracci e ai sottobracci soffocanti che abbiamo visto e che arriveranno dagli States, dagli Urali o dalla Grande Muraglia. Siamo come vasi di coccio tra quelli di piombo fuso. E la Basilicata con le maglie larghe della rete informatica sanitaria, come è accaduto nel febbraio scorso, ne è stata la conferma. Marcello, pensaci tu…
Bolognetti: Caro Marcello, ti scrivo così evito di distrarmi e perdere memoria
Caro Presidente, caro Marcello,
leggo di un tuo intervento a Matera sull’utilizzo dei social e spero non ti spiaccia se mi consento qualche osservazione critica. Mi auguro che tu ne comprenda la natura politica e non personale.
Ti sei occupato in quel di Matera di temi che sono stati oggetto di una mia azione nonviolenta nel 2023, che indusse il CNOG (Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti) a sposare le ragioni di quella iniziativa, approvando un documento di straordinaria importanza e valore, di cui abbiam perso traccia e memoria. Reso pubblico, Presidente, e quindi clandestino, in un Paese in cui troppo spesso si calpesta l’einaudiano conoscere per deliberare e con esso l’art. 21 del Dettato Costituzionale. Su quell’azione nonviolenta in prima battuta tu intervenisti con puntualità, pur evitando accuratamente di farne oggetto di azione politica e di lotta. Tu stesso non una parola spendesti sul documento Cnog e prima ancora sul documento approvato dalla minoranza del Cnog, rappresentata dall’associazione “Per il giornalismo”. É vero, a livello politico non fosti l’unico a tacere, eri in ottima e trasversale compagnia. Nel tuo intervento materano, caro Marcello, mancava una questione fondamentale. Se è pur vero che occorre stare attenti, soprattutto e a maggior ragione in tempi di Intelligenze Artificiali, a fake e manipolazioni, ecc, è altrettanto vero che i padroni del vapore del capitalismo digitale, o se vuoi del “Capitalismo della sorveglianza”, tanto per mutuare il titolo di un libro della prof.ssa Shoshana Zuboff, hanno agito al di fuori di ogni regolamentazione. Noi non possiamo accettare che i vari Google, X e Meta agiscano fuori dal solco tracciato dalla nostra Costituzione e vestano, di fatto, nei confronti dei loro utenti i panni del giudice, della giuria, del pubblico ministero e del plotone di esecuzione. Non possiamo accettare, se davvero abbiamo a cuore la democrazia, che questa diventi democrazia di algoritmi sapientemente governati. Non possiamo accettare il lento scivolare verso una democrazia senza democrazia e che la politica diventi qualcosa di riservato a miliardari, oligarchi e baroni.
Oggi tutti i politici e i mezzi di informazione sono sulla rete. Possiamo continuare a concedere a Musk e soci di fare quel che vogliono? Anche manipolare l’elettorato. Non è solo questione di fake e, se vuoi, preoccupano di più le fake diffuse da chi ha soldi e potere. Il tema, caro Presidente, è un pochino più articolato.
Pensa solo al fatto che Elon Musk ha operato per garantire che le notizie che riguardavano Trump restassero sempre in evidenza. E poi pensa alla rimozione e alla damnatio memoriae che invece viene riservata ad altri.
Stiamo attenti, caro Marcello, molto attenti. La diffamazione e la calunnia vanno perseguite con durezza e per direttissima, ma il tema è anche quello della censura. E così come è giusto affermare che chi viene diffamato e calunniato debba avere subito giustizia, è altrettanto vero che esiste lo strumento della “querela temeraria” per tappare la bocca a chi vuole onorare la professione di giornalista, ispirandosi ai principi enunciati da Joseph Pulitzer.
Ove mai ti fosse sfuggito, ti segnalo questa chiara e inequivocabile dichiarazione del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella: “La autenticità dell’informazione è affidata, dalle leggi, alla professionalità e deontologia di ciascun giornalista. Sarebbe fuorviante e contraddittorio con le stesse disposizioni costituzionali immaginare che organismi terzi possano ricevere incarico di certificatori della liceità dei flussi informativi” (Messaggio del 19 giugno 2023 in occasione del Congresso dell’Unione della Stampa Periodica Italiana).
Dovremmo interrogarci su questi “organismi terzi” e dovremmo farlo nella consapevolezza che la questione trattata riguarda la democrazia e ciò che dà forza, contenuto e sostanza alla stessa: il diritto umano alla conoscenza.
Con stima e affetto
Maurizio Bolognetti
Segretario di Radicali Lucani
Iscritto all’ODG
(in sciopero della fame dalle 23.59 del 28 novembre
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