Associazione per delinquere e droga, 21 arresti e perquisizioni fra le tre province

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TARANTO – Undici persone sono finite in carcere e dieci ai domiciliari nel blitz eseguito all’alba di oggi tra le province di Lecce, Taranto, Brindisi, Foggia e Cosenza. Una indagine coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia leccese ed eseguita da un centinaio di carabinieri.  I provvedimenti restrittivi sono scattati a seguito dell’inchiesta che ha scoperto dei presunti traffici di droga da parte di un’associazione per delinquere con base a Taranto e con diramazione anche nel Brindisino e nelle aree circostanti.

Il gip di Lecce Anna Paola Capano ha disposto la misura cautelare in carcere per Vincenzo Basile (53 anni, di Taranto); Cosimo Carriero (33 anni, di Taranto); Michele Costantino 58 anni, di Bari); Francesco D’Angiulli (35 anni, di Taranto); Cosimo Leone (23 anni, di Taranto); Giovanni Leone (64 anni, di Taranto); Vincenzo Leone (40 anni, di Taranto); Pasquale Lupoli (66 anni, di Taranto); Giovanni Marzulli (63 anni, nato a Bari e residente a Polignano a Mare); Davide Nigro (29 anni, di Taranto); Marco Semeraro (42 anni, di Taranto).

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Domiciliari invece per Veronica Giudetti (22 anni, di Taranto); Teresa Malizia (41 anni, di Taranto); Valentina Petruzzella Scarcia (28 anni, di Taranto); Anna Maria Quaranta (66 anni, nata in Francia e residente a Modugno); Angelo Briganti (24 anni, di Taranto); Massimo Catapano (25 anni, di Taranto); Carmine Eramo (41 anni, di Taranto); Cosimo Friuli (46 anni, nato a Grottaglie e residente a Carosino); Carmelo Nigro (44 anni, di Taranto); Cristian Sorce (38 anni, nato a Grottaglie e residente a Taranto).

L’organizzazione

Secondo quanto emerge dalle 451 pagine di ordinanza di custodia cautelare, la posizione di maggior rilievo era ricoperta da Cosimo Leone, suo padre Giovanni e il fratello Vincenzo. Con loro, posizione centrale avrebbero assunto anche Veronica Giudetti (moglie di Cosimo Leone) e Teresa Malizia (compagna di Vincenzo Leone). Le due donne, secondo le carte dell’inchiesta, si occupavano di custodire, occultare, preparare e confezionare la droga destinata alla vendita.

Quanto agli altri ruoli, figura anche quello di Pasquale Lupoli, anche lui incaricato di custodire la droga, e i coniugi Cosimo Carriero e Valentina Petruzzella Scarcia, corrieri ed autorizzati dai Leone a gestire una loro piccola attività di spaccio. C’erano poi altri corrieri (tre indagati a piede libero) che si occupavano anche di recupero crediti; c’era un cassiere e un poi un gestore di una piazza esclusivamente dedita alla vendita di eroina, ossia Davide Nigro, stretto collaboratore di Vincenzo Leone. A Lupoli, insieme a Vincenzo Leone viene contestata anche la detenzione di una pistola clandestina “per favorire l’organizzazione”. 

A quest’ultimo, insieme al padre, al fratello, alla madre e ad altre due persone indagate, viene contestata anche l’associazione finalizzata all’intestazione fittizia di società. In particolare, dalle indagini e dalle intercettazioni è emersa l’esistenza di due società intestate a terzi, una di autonoleggio e un’altra che esercitava attività di Caf e call center, riconducibili però a Leone Vincenzo, sia dai riferimenti nel nome delle attività, sia da quanto emerso dalle conversazioni intercettate. Infatti, in un caso intercettato, Leone Vincenzo, minacciando un cliente per la riscossione di un credito relativo al noleggio di una vettura, avrebbe esclamato: “Non sono il ragazzo, io sono proprio il padrone” Infine, anche una terza srl in campo edile, intestata a Cosimo Leone.

Le indagini

L’indagine ha seguito due filoni investigativi partite da Taranto e poi confluite nel faldone della Dda di Lecce, durate dal marzo 2021 fino al dicembre 2022. Il primo datato 13 marzo 2021 con il sequestro da parte dei Carabinieri del Comando Provinciale di Taranto di 1 chilo di eroina trovata nello stabile condominiale di proprietà di Giovanni Leone, padre del 23enne Cosimo Leone e del 40enne Vincenzo Leone. Da qui sono partite una serie di indagini coordinate dalla procura ionica e che si sono concentrate proprio sui Leone, ritenuti molto attivi nello spaccio di sostanze stupefacenti di cui si rifornivano dal brindisino, precisamente da Oria. Infatti dalle indagini è emerso che Cosimo Leone, si teneva abitualmente in contatto con uno dei suoi corrieri, Marco Pipino (30enne oritano indagato a piede libero), attraverso cellulari dedicati per eludere eventuali intercettazioni.

Ad approvvigionamento avvenuto, Cosimo Leone all’interno della sua abitazione, come risulta dalle indagini, provvedeva a distribuire lo stupefacente a diversi pusher. Nel 2022, con la scarcerazione di Vincenzo Leone, questo prende le redini dello spaccio e ampliandone l’organizzazione tanto da – si legge nelle 451 pagine di ordinanza – contribuire alla creazione di una vera e propria associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti. Il secondo filone investigativo invece nasce del 2022 con l’arresto di un altro soggetto trovato in possesso di 250 grammi di cocaina. Gli investigatori ipotizzarono che la sostanza sequestrata fosse stata ceduta da Vincenzo Leone e da qui è partita una indagine ancora più approfondita con intercettazioni ambientali, culminata oggi con gli arresti dei Carabinieri che hanno visto impiegati almeno 100 uomini del comando provinciale di Taranto.

Il pubblico ministero nel motivare le misure cautelari, ha sottolineato come dalle intercettazioni sia emersa l’intenzione da parte delle persone coinvolte, di proiettare l’attività dell’associazione nel futuro, ravvisando nei domiciliari una misura inadeguata in quanto la maggior parte dell’attività avveniva tra le mura domestiche, oltre al fatto che quasi tutti gli arrestati abbiano alle spalle diversi precedenti.

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