Le banche italiane potrebbero dover affrontare un profondo processo di trasformazione nel 2025, con tutte le premesse per un grande consolidamento. In queste ultime settimane ha tenuto banco l’offerta pubblica di scambio lanciata da Unicredit per Banco BPM, proprio pochi giorni dopo che l’istituto di Piazza Meda si è offerto di acquistare il gestore patrimoniale Anima Holding e dopo aver acquisito una quota di partecipazione del 5% in Banca Monte dei Paschi di Siena.
L’azienda di credito toscana è l’altro elemento chiave del risiko bancario in corso. Il governo italiano spera di creare il terzo polo attraverso una fusione tra Banco BPM e MPS, che si collochi alle spalle dei due giganti bancari Intesa Sanpaolo e Unicredit. Quest’ultima però probabilmente ha voluto giocare di anticipo provando a fagocitare Banco BPM per evitare di trovarsi poi un concorrente più forte. Tuttavia, l’OPS è stata respinta dal consiglio di amministrazione di Piazza Meda, al che si potrebbe delineare un’operazione ostile, poco gradita anche nei palazzi alti della politica.
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Banche italiane: i protagonisti nel 2025
Il prossimo anno sarà probabilmente rivelatorio dell’assetto che si determinerà nel settore bancario italiano, con vari attori che reciteranno un ruolo cruciale. Ecco chi sono.
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Andrea Orcel
Il protagonista assoluto sarà sicuramente Andrea Orcel, amministratore delegato di Unicredit. Le mosse del grande top manager rischieranno di produrre effetti a catena, come è stato già dimostrato. A settembre il leader della seconda banca italiana ha gettato scompiglio in Germania, quando ha guidato l’acquisto del 9% del rivale tedesco Commerzbank, prenotando un altro 12% tramite strumenti derivati in attesa dell’autorizzazione della Banca centrale europea per superare la soglia del 10%.
Lo scorso mese il lancio dell’OPS su Banco BPM è stato un fulmine a ciel sereno. Dove potrebbe realmente arrivare il dealmaker 61enne? Se riuscisse nell’impresa di assicurarsi l’istituto guidato da Giuseppe Castagna, Unicredit diventerebbe la più grande tra le banche italiane per attivo, scavalcando Intesa Sanpaolo. Oggi Orcel ha riferito che c’è tempo fino a marzo per riesaminare l’offerta. Mentre per quanto riguarda un’ipotetica offerta per Commerzbank, in un incontro con gli analisti di questa settimana, Unicredit ha affermato che non se parlerà prima della fine del prossimo anno.
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Giuseppe Castagna
L’amministratore delegato di Banco BPM è stato colto di sorpresa dalle mosse di Orcel, pensando che il collega fosse distratto dal tentativo di impadronirsi di Commerzbank. Nel frattempo la banca da lui condotta ha lanciato l’OPA su Anima Holding e ha acquisito il 5% di MPS, che diventerà il 9% se l’offerta per l’asset manager andrà a buon fine. Il suo ruolo potrebbe essere decisivo per respingere l’assalto di Unicredit, combinando le nozze con Rocca Salimbeni. In quel caso, per Piazza Gae Aulenti sarebbe proibitivo accaparrarsi una banca di quelle dimensioni.
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Giorgia Meloni
Il governo Meloni vuole un consolidamento nel settore bancario, ma che non rafforzi ulteriormente le prime della classe. In sostanza, vuole evitare che Unicredit si prenda Banco BPM; invece spera che quest’ultima si unisca a MPS creando il terzo polo. Al momento, la classifica delle banche italiane sulla base del totale dell’attivo al 30 settembre 2024 è la seguente:
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- Intesa Sanpaolo con 949 miliardi di euro;
- Unicredit con 804 miliardi di euro;
- Banco BPM con 195 miliardi di euro;
- BPER Banca con 140 miliardi di euro;
- MPS con 122 miliardi di euro;
- Unipol con 79 miliardi di euro;Banca Popolare di Sondrio con 54 miliardi di euro.
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La paura di un accordo Unicredit-Banco BPM è quella di uno spostamento del business all’estero e di un taglio dei posti di lavoro in Italia, il che ha ispirato il ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti, a parlare della possibilità di azionare il golden power. Oggi Orcel ha detto anche che la maggior parte dei risparmi previsti da una combinazione delle due banche non proverrebbe dalla riduzione dei posti di lavoro.
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Philippe Brassac
Philippe Brassac è l’amministratore delegato di Crédit Agricole e la sua è un’altra figura chiave. La banca francese detiene circa il 9% di Banco BPM e potrebbe anche essere un’antagonista di Unicredit nella scalata alla rivale più piccola. Una soluzione, questa, che farebbe insorgere Palazzo Chigi, molto riluttante a consegnare in mani straniere asset importanti del nostro Paese. In ogni caso, per poter fare propria Banco BPM bisognerà scendere a patti con i francesi. Tali patti si estendono a una serie di alleanze e partnership, che coinvolgono il credito al consumo con Agos Ducato, controllato da Crédit Agricole, e l’asset management con Amundi, sempre di proprietà della banca di Montrouge.
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Carlo Cimbri
Carlo Cimbri è il presidente di Unipol, considerata la principale alternativa a Banco BPM in una fusione con MPS. A settembre Cimbri aveva detto che l’istituto bolognese avrebbe valutato la possibilità di acquistare una piccola partecipazione nella banca senese a condizione che l’accordo avesse incluso la distribuzione dei prodotti. Ciò ha fatto irritare il governo, che ha preferito vendere la sua quota a Banco BPM. Con quest’ultima nel mirino di Unicredit, Cimbri potrebbe dare le carte nel tavolo che determina il futuro di MPS.
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