Non è solo una questione di volontà di apprendere e di capacità innate da parte degli studenti. Il contesto offerto da chi fa formazione, la capacità di fare network con il mondo del lavoro e l’interazione tra ricerca universitaria e d’impresa sono aspetti altrettanto importanti per lo sviluppo di un territorio.
Eccellenza del territorio
In questa cornice il Politecnico di Torino è un esempio d’eccellenza del territorio. Prima Scuola d’ingegneria fondata in Italia, dal 1859 forma ingegneri, architetti, designer e pianificatori territoriali che contribuiscono a portare il cambiamento e l’innovazione in tutti gli ambiti della società. Sono oggi quasi 40mila gli studenti iscritti, il 20% dei quali internazionali, provenienti da oltre 100 Paesi.
Il Politecnico offre programmi di formazione e ricerca in Ingegneria, Architettura, Design e Pianificazione Territoriale, forte anche delle radicate relazioni e collaborazioni con il sistema socio-economico, in un’ottica di forte internazionalizzazione delle attività didattiche, di ricerca e di trasferimento tecnologico, con collaborazioni con le migliori università e centri di ricerca nel mondo e accordi e contratti con i grandi gruppi industriali internazionali, ma anche con le aziende del territorio, dove si propone come punto di riferimento per l’innovazione.
Ruolo di guida per la comunità
Il Politecnico si pone come attore di primo piano nell’accompagnare la società in quelle che sono le due transizioni fondamentali di quest’epoca, quella ecologica e quella digitale, unite sempre a una transizione sociale ormai sempre più imprescindibile.
Per rispondere alle sfide del futuro, la scienza e l’innovazione dovranno saper affrontare una profonda trasformazione, in chiave di multidisciplinarietà e condivisione della conoscenza, in particolare curando le sinergie tra le discipline digitali e gli altri settori dell’ingegneria, dell’architettura, della pianificazione e del design.
Un impegno che si esplica nei centri interdipartimentali, modello organizzativo che affianca in ateneo gli 11 dipartimenti e che sono stati istituiti negli ultimi anni per favorire la nascita di nuove iniziative in aree culturali trasversali attorno a temi applicativi specifici: dall’acqua all’energia, alla mobilità, al digitale in tutti i suoi aspetti, alla rigenerazione urbana, per citarne alcuni.
Il ruolo della ricerca applicata
Grande attenzione viene posta anche alla ricerca applicata, in stretta collaborazione con le imprese e il trasferimento tecnologico. Oggi questa caratterizzazione risulta ancora più evidente in un nuovo modello dell’attività di ricerca, che si colloca anche fisicamente in diverse aree della città che presentano vocazioni differenti su diversi ambiti applicativi, con una stretta vicinanza con mondo dell’impresa, cercando non solo di condividere con le aziende che hanno un interesse in uno specifico verticale applicativo le strategie sullo sviluppo di quel determinato settore, ma anche condividendo fisicamente i laboratori.
Sono quindi nati o sono nei programmi edilizi dell’Ateneo diversi poli di ricerca, a partire dall’Energy Center, situato in prossimità del campus principale nel cuore di Torino. Una realtà già consolidata, che si caratterizza oggi per la ricerca sull’energia in particolare per tutto quello che rappresenta l’analisi di scenari e il supporto ai policy maker nelle scelte strategiche. La Digital Revolution House, per la quale è stato recentemente avviato il cantiere a fianco dell’Energy Center, rappresenterà poi un altro passo avanti nel mettere a sistema le attività di ricerca relative all’innovazione digitale, mentre proseguendo su quello che viene definito “miglio dell’innovazione”, i laboratori del Politecnico all’Environment Park sono dedicati alla transizione energetica, con un’attenzione particolare all’idrogeno e al sequestro di CO2.
Secondo polo storico che costituisce il campus cittadino del Politecnico è il Castello del Valentino, sede non solo di attività di didattica, ma sempre più anche di ricerca: con l’estensione negli spazi di Torino Esposizioni sarà possibile sviluppare tutte quelle competenze relative all’architettura e al design.
Spostandosi in altre zone della città che presentano già specifiche vocazioni industriali, troviamo collaborazioni sinergiche come quella sviluppata a Mirafiori: da un lato la mobilità terrestre in tutte le sue forme, e dall’altro i processi produttivi innovativi, come la manifattura additiva. Invece, le infrastrutture dedicate al quantum computing sono nate in collaborazione con l’Inrim, con l’obiettivo di rendere sostenibile l’intelligenza artificiale.
Le nuove frontiere dello spazio
Infine, la nascente Città dell’aerospazio in corso Marche. Il Politecnico è il primo attore ad avviare concretamente i lavori per i nuovi spazi: 12mila metri quadri dedicati allo sviluppo di velivoli e sistemi spaziali, dalle telecomunicazioni ai satelliti di ultima generazione, fino alla robotica spaziale. Un ambito, quello dell’aerospazio, nel quale Torino può giocare un ruolo da protagonista e il Politecnico vanta collaborazioni particolarmente attive e prestigiose.
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link