Fonte: Fondazione Alexander Langer Stiftung
In questo momento storico così pieno di discorsi si guerra e violenza, un’occasione rara nei giorni dell’11 e 12 dicembre, tra Bolzano e Vipiteno per tessere relazioni e narrazioni che cominciano all’inizio degli anni ’90: storie intrecciate di amiche durano da decenni, storie di solidarietà e speranza, di vita e progetti.
“Spazio pubblico di donne”, un gruppo di donne da Bologna si è messo in viaggio quando la Jugoslavia ha cominciato a sgretolarsi per attraversare il mare e sostenere le donne al di là dell’Adriatico. Il progetto da cui allora tutto è cominciato si chiamava: “Ponte di donne attraverso i confini”. Grazie a queste donne, la Fondazione Langer Stiftung ha potuto conoscere persone e storie che sarebbero diventate destinatarie del premio internazionale Alexander Langer, o meglio di tre premi.
Nel 2000 il premio Langer è stato conferito a due donne: Nataša Kandić, serba, difensora dei diritti umani, fondatrice e direttrice fino a poco fa del Centro per il diritto umanitario a Belgrado. Vjosa Dobruna, kosovara, pediatra, attivista per i diritti delle donne e di bambini e bambine.
Nel 2005 il premio è stato conferito a Irfanka Pašagić , psichiatra e attivista per i diritti di donne, bambini e bambine, fondatrice e direttrice di Tuzlanska Amica fino alla sua prematura scomparsa nel 2023. Amica e partner di numerosi progetti con la Fondazione Langer. Lalla Golfarelli e Lijlijana Zufić, due delle donne di Bologna, hanno sostenuto Irfanka dagli anni ’90, quando sfollata a Tuzla da Srebrenica, stava cominciando l’avventura di Tuzlanska Amica occupandosi delle donne vittime di stupro e dei loro figli.
A 20 anni dal genocidio di Srebrenica, nel 2015, è stata premiata l’Associazione Adopt Srebrenica – rappresentata da Valentina Gagić e Bekir Halilović: un gruppo di giovani di diversa nazionalità che ha iniziato a prendere forma nel 2005, accompagnato da Tuzlanska Amica e dalla Fondazione Langer, con la finalità di parlare di Srebrenica, di fare memoria, di lavorare con ragazze e ragazzi di Srebrenica.
Per intrecciare nuovamente questi fili la Fondazione Alexander Langer Stiftung ha attivato il progetto “Give Peace a chance ” (realizzato con il finanziamento della Provincia autonoma di Bolzano, Presidenza e Relazioni estere, Ufficio Affari di gabinetto, Cooperazione allo sviluppo) che si sta per concludere con tre appuntamenti in cui studenti e la cittadinanza di Vipiteno e Bolzano incontranno queste persone speciali.
A ottobre gli e le studenti del Liceo Pascoli hanno assistito allo spettacolo di Roberta Biagiarelli “Figlie dell’epoca: donne di pace in tempo di guerra” grazie a una collaborazione con TEATRO PRATIKO e CRATere “eden”. Mentre la cittadinanza ha avuto modo di conoscere la storia narrata in scena in un incontro con l’attrice nella sede della Fondazione Alexander Langer Stiftung.
Per preparare le e gli studenti all’incontro “Donne per la pace” sono proseguiti in autunno tre laboratori attivati a primavera in istituti del territorio – licei in lingua italiana e tedesca di Bolzano, Giovanni Pascoli e Walther von der Vogelweide, scuole medie in lingua italiana Langer e in lingua tedesca a Vipiteno Sterzing – con una sintesi finale a dicembre.
Ragazzi e ragazze sono partiti dalla figura di Alexander Langer e dal Tentativo di decalogo per la convivenza inter-etnica per approfondire i concetti di pace, guerra e convivenza, e l’operato dei Premi Langer. Nell’incontro conclusivo a metà dicembre, avranno occasione di dialogare con le/gli ospiti anche sull’importanza di attivarsi per la pace e sulla memoria come strumento di pace.
I laboratori si concludono con un dialogo tra ragazzi e ragazze e le “donne di pace”: l’11 dicembre a Vipiteno e il 12 dicembre a presso l’auditorium della scuola primaria Alexander Langer a Bolzano.
Sia a Vipiteno che a Bolzano, sono previsti incontri con la cittadinanza. L’11 dicembre, presso la Sala-Vigil-Raber-Saal a Vipiteno/Sterzing (Via Ralser, 2) alle 17.30. Sarà un’occasione per riflettere insieme su come costruire la pace dal basso e su quale può essere un ruolo attivo della società civile a partire dalle esperienze in Kosovo, a Srebrenica (BiH) e a Tuzla. Interviene anche Cinzia Zadra (Libera Università di Bolzano) per suggerire romanzi di scrittrici di origine bosniaca che scrivono in italiano come strumento di educazione alla pace.
Il 12 dicembre presso Eurac Research a Bolzano/Bozen (Drususallee 1/Viale Druso 1) con l’incontro “Balcani occidentali: politica, memoria e costruzione attiva della pace”. La prima sessione (alle ore 16.00) permette di approfondire con sguardi esperti la situazione attuale, partecipano Marco Abram, Carna Pistan e Jens Woelk. La seconda sessione (alle ore 18.00) “Donne per la pace e attivisti in dialogo” prevede un’interazione tra le esperienze dei Premi Langer come esempi concreti di impegno personale nella costruzione della pace. Nataša Kandić si collegherà online.
Si veda il programma dettagliato.
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link