I tentacoli della triade, gli intrecci e le amicizie millantate nei piani alti delle istituzioni

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di
Dafne Roat

Il metodo per scalare i vertici della politica. Gli interessi su Itea e i colloqui con Gerosa. L’affare di Arcese: bisogna spingere Tonina e Fugatti

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Un sottobosco di accordi, contatti, amicizie millantante e apparentamenti dai confini sbiaditi. La «triade» Benko-Hager-Signoretti si muove in questo microcosmo tentando di esercitare il proprio potere per scalare i vertici della politica e creare un terreno fertile ai propri affari. Tentano di mettere le mani sulle grandi città, Trento e Rovereto, dopo aver «conquistato» i piani alti dell’amministrazione di Arco e Riva, ma falliscono. Dall’Alto Adige al Trentino i «tentacoli» del sodalizio si allungano anche verso i vertici istituzionali a caccia di appoggi per soddisfare gli appetiti espansionisti. «Un sistema che cerca di offuscare i confini tra l’attività di corruzione, di lobbyng e di influenza politica, al fine di confondere l’0sservatore istituzionale disattento», lo definiscono gli inquirenti.

A caccia di appoggi

Nelle carte dell’inchiesta «Romeo», che ha scatenato un terremoto nel mondo dell’imprenditoria e della politica regionale e ha portato a 9 arresti e 77 indagati, spuntano anche nomi di spicco come la vicepresidente della Provincia Francesca Gerosa, all’epoca dei fatti alla guida di Itea e la volontà dell’imprenditore Paolo Signoretti di accaparrarsi gli appalti per le ristrutturazioni con il bonus 110%, ma anche quelli dell’assessore Mario Tonina e dello stesso presidente Maurizio Fugatti sui quali l’imprenditore Eleuterio Arcese (indagato per corruzione) avrebbe tentato di fare pressioni attraverso l’avvocato e vicepresidente di Patrimonio del Trentino spa, Andrea Merler. «Andrea… Fugatti ieri sera eh.. Tonina abbiamo tutti dalla nostra parte, basta che tu li spinga», afferma l’imprenditore.




















































L’affare a Trento nord

Il patron del colosso della logistica e dei trasporti per assicurarsi un terreno a Gardolo avrebbe chiesto un aiuto al consigliere comunale di Fratelli d’Italia con la promessa di un piccolo riconoscimento. I contatti risalgono agli inizi di gennaio 2021, Arcese vuole il terreno a Trento nord sul quale la Provincia aveva intenzione di realizzare la nuova Motorizzazione e attraverso pressioni sul governatore e su Tonina tenta di trovare «una scappatoia» per evitare la vendita attraverso una procedura pubblica. Merler non perde tempo e organizza un incontro con gli assessori Achille Spinelli, Mario Tonina, il dirigente Stefano De Vigili e il presidente della Patrimonio, Andrea Villotti, e per convincerli della bontà dell’affare spiega che «ci sono in ballo 200 posti». Merler si sarebbe rammaricato del fatto che non si poteva procedere con una trattativa diretta, ma in poche settimane sarebbe riuscito ad avere il consenso della giunta alla vendita del terreno. Il problema erano i tempi. Arcese avrebbe fatto pressioni su Tonina e Fugatti. L’affare va in porto e Merler incassa il «pensierino», una fattura da 10mila euro.

I piani su Itea

I documenti dell’indagine dei carabinieri del Ros e della guardia di finanza riservano ampio spazio anche all’interesse dell’imprenditore Signoretti verso gli appalti Itea, in particolare alle ristrutturazioni con il bonus 110%,che avrebbe messo nei guai la moglie dell’imprenditore, Barbara Messina (dirigente Itea) per l’invio di alcuni documenti riservati su un piano di investimenti da 80 milioni della società. Signoretti avrebbe prima contattato la neo presidente di Itea, Francesca Gerosa («Mi fido di lei, mi sembra modello Ambrosi, più ambiziosa che spaventata, va fino in fondo», dice Signoretti) e poi avrebbe tentato di ottenere un sostegno politico con l’assessore Achille Spinelli e l’avvocato Antonio Tita, responsabile di Apac. I contatti risalgono al 2021. Gerosa (FdI), come aveva fatto con altri imprenditori, avrebbe incontrato Signoretti. Nel corso del colloquio, avvenuto a settembre, la presidente di Itea aveva proposto a Signoretti di rilevare le quote del padre, Paolo Gerosa, di una società a Verona, proprietaria di un immobile sul quale l’ingegnere trentino aveva messo gli occhi. «Vorrei togliere un pensierino a mio padre», disse Gerosa. Ma il progetto di Signoretti su Verona (l’episodio non ha alcuna rilevanza penale) non andò in porto. L’imprenditore puntava su Itea e per realizzare i suoi piani, grazie ad Hager, avrebbe interpellato anche un giudice del Consiglio di Stato. «Chiamo il mio.. per capire come impostare.. è un amico», dice il commercialista. Ma il piano alla fine sfuma.

L’area di San Lorenzo

L’ingegnere trentino e Hager erano interessati anche alla riqualificazione dell’area di San Lorenzo, dalla stazione delle corriere a Torre Vanga. Per far questo avrebbero però incontrato qualche difficoltà ad acquisire il supermercato Eurospesa della famiglia Tovazzi che non voleva vendere. «Non mi fermo per uno che vende formaggio», aveva sbottato Signoretti, cercando vie alternative avvalendosi della collaborazione di alcuni professionisti esperti in strumenti normativi urbanistici per elaborare un disegno di legge. «Perché le norme in Trentino basta cambiarle», aveva detto il duo Signoretti-Hager, una frase esemplificativa per la Procura del modus operandi dei due.

Il controllo delle banche

Appalti, politica, istituti di credito. Gli interessi del gruppo affaristico erano trasversali. Da quanto emerge dalle carte il trio era interessato anche a incidere sulla strategia politica della Banca popolare dell’Alto Adige, secondo l’accusa, «funzionari a loro graditi che gli avrebbero permesso di esercitare la propria influenza, in maniera esplicitamente occulta». Le intercettazioni hanno documentato numerose conversazioni tra il commercialista bolzanino e Otmar Michaeler, l’allora presidente del cda della Banca popolare dell’Alto Adige. E mentre definiscono la strategia per scegliere il nuovo direttivo, Hager parla al telefono con un uomo con accento germanico e gli racconta che da quando ha lasciato la banca non hanno più il controllo: «Finché c’ero io nessuna aveva il coraggio di fischiare, figurati di parlare..». Intanto Michaeler avrebbe cercato l’appoggio della Banca d’Italia per evitare che Lukas Ladurner prenda il suo posto. Ladurner, infatti, non vedeva di buon occhio la conferma di Michaeler troppo legato ad Hager.


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6 dicembre 2024 ( modifica il 6 dicembre 2024 | 10:14)

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