Italia quarta nazione in Ue per stress idrico e prima per perdite economiche legate al clima

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L’Italia, all’interno dell’Unione europea, è la quarta nazione per stress idrico, ovvero il rapporto tra prelievi idrici totali e la disponibilità di acqua superficiale e sotterranea. Peggio di noi stanno soltanto Belgio, Grecia e Spagna. Non solo. Siamo addirittura il primo Paese in Ue per perdite economiche legate all’alterazione del clima. Entrambi i dati sono emersi nell’ambito di un incontro svolto ieri presso Palazzo Altieri con il titolo “L’acqua: risorsa strategica”, organizzato in occasione del Consiglio di indirizzo del Registro Italiano Navale – ente privato senza fini di lucro e socio fondatore e di maggioranza di Rina S.p.A. – in collaborazione con The European House – Ambrosetti, leader nella consulenza ed elaborazione di scenari e dal 2013 primo think tank privato in Italia e tra i primi 10 in Europa.

L’appuntamento ha messo risalto che quella legata all’acqua è tra le sfide globali più urgenti e complesse con cui dobbiamo fare i conti, soprattutto di fronte alla crisi climatica e all’innalzamento della temperatura media globale. Dalla crescente scarsità delle risorse idriche alla gestione sostenibile delle riserve, l’acqua è infatti al centro di dibattiti economici, ambientali e sociali. I relatori che hanno preso parte all’incontro hanno evidenziato come circa 2 miliardi di persone nel mondo non abbiano accesso ad acqua potabile sicura e come il cambiamento climatico stia alterando la distribuzione delle risorse idriche. Si prevede che nel 2024 si raggiungerà la più elevata anomalia termica della storia italiana, +1,75°C sopra la media degli ultimi trent’anni. 

Il nostro Paese è uno più esposti a questo fenomeno: da quanto è emerso nel corso della giornata, l’Italia è appunto la quarta nazione in Unione europea per stress idrico dietro a Belgio, Grecia e Spagna, ed è il primo Paese in Ue per perdite economiche legate all’alterazione del clima. Sono dodici le regioni italiane esposte a un elevato tasso di stress idrico, in particolare Basilicata, Calabria, Sicilia e Puglia.

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Paolo d’Amico, presidente del Registro Italiano Navale – che ha ospitato questo incontro -, Ugo Salerno, Presidente Esecutivo di Rina, e Valerio De Molli, Managing partner e ceo di The European House – Ambrosetti e TEHA Group, hanno insistito sull’urgenza di adottare misure concrete per una gestione efficiente dell’acqua.
Nello specifico, i lavori hanno portato all’identificazione di alcune priorità strategiche per promuovere un sistema idrico più efficiente, sicuro e sostenibile

Prima priorità è il recupero e l’ottimizzazione delle infrastrutture: il rinnovo di dighe e bacini migliora la gestione delle risorse idriche, riducendo sprechi e garantendo una distribuzione equa dell’acqua. La seconda priorità riguarda la digitalizzazione della rete: i sistemi di sensori intelligenti e il monitoraggio in tempo reale delle infrastrutture possono rilevare anomalie, perdite o guasti, aumentando la sicurezza e prevenendo criticità. Terza priorità, sviluppo di impianti decentralizzati di trattamento delle acque reflue: queste soluzioni riducono il carico sulle strutture centrali, migliorano l’efficienza e favoriscono il riutilizzo delle acque trattate grazie a tecniche naturali come il trattamento biologico. Serve poi procedere con operazioni di depurazione dell’acqua: tecnologie avanzate, come i filtri a membrana, i trattamenti chimico-fisici e i sistemi di ozonizzazione, possono eliminare contaminanti dannosi (come metalli pesanti, pesticidi o sostanze organiche) per garantire che le acque rilasciate nei fiumi, nei mari o nelle falde acquifere non compromettano gli ecosistemi. È necessario inoltre procedere con il miglioramento delle tecniche di irrigazione e dei modelli agricoli: le tecnologie digitali, come i sensori di umidità del suolo e i sistemi di irrigazione intelligente, unite all’intelligenza artificiale possono sensibilmente migliorare l’efficienza dell’uso dell’acqua in agricoltura. E, infine, non è più rinviabile procedere con misure per l’efficienza nei processi industriali: le industrie che utilizzano una grande quantità di acqua, come la chimica, il tessile o l’alimentare, possono migliorare l’efficienza dei loro processi attraverso tecniche di riciclo e riutilizzo dell’acqua

Paolo d’Amico, presidente del Registro Italiano Navale, ha dichiarato: «L’acqua rappresenta una risorsa fondamentale ma estremamente limitata: secondo l’Unesco, solo il 2,5% dell’acqua presente sulla Terra è dolce e di questa appena l’1% è accessibile per l’uso umano. Allo stesso tempo, risulta necessario recuperare l’acqua, focalizzandoci su quella che scorre in superficie: circa un quarto di quella che arriva sul territorio attraverso le precipitazioni. È nostro dovere agire con urgenza, investendo in tecnologie innovative e strategie sostenibili, per preservare questa risorsa vitale».

Ugo Salerno, presidente Esecutivo di Rina, ha affermato: «Anche rispetto ad altri paesi, in Italia l’acqua non manca: secondo un rapporto di ISPRA, nel 2023 abbiamo beneficiato di circa 280 miliardi di metri cubi di precipitazioni, contro i 225 miliardi dell’anno precedente. Diventa quindi fondamentale adottare misure per migliorare la rete idrica realizzando nuovi invasi e recuperando gli esistenti. Altrettanto necessario è ottimizzare l’uso dei miliardi di metri cubi di acqua proveniente dai depuratori, destinandoli ad esempio all’uso agricolo».

Valerio De Molli, managing partner e ceo di The European House – Ambrosetti e TEHA Group, ha sottolineato: «I dati che emergono sottolineano una situazione particolarmente delicata per il nostro Paese e siamo orgogliosi di collaborare con il Consiglio di indirizzo del Registro Italiano Navale per portare l’attenzione su questi temi. L’acqua è una risorsa strategica che abilita una filiera industriale e di servizio a elevato Valore Aggiunto: senza la risorsa acqua, un quinto del PIL del Paese (pari a 367,5 miliardi di euro) non potrebbe essere generato. A causa degli effetti del cambiamento climatico il Paese ha perso più del 50% della propria disponibilità idrica nel 2022, portando a un consolidamento del paradigma “Poca acqua – Troppa acqua” con un’alternanza tra periodi senza pioggia ed eventi estremi di piogge intense e allagamenti».



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