Siria, cade anche Hama: duro colpo per Assad

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Il regime siriano sta affrontando una crisi militare profonda. Le sue truppe d’élite, schierate per difendere Hama, sono state sopraffatte in pochi giorni, lasciando ai ribelli un’enorme quantità di armi e munizioni

hamaLa caduta di Hama rappresenta un evento cruciale nella guerra civile siriana, che potrebbe segnare l’inizio della fine per il regime di Bashar al-Assad. Per tredici anni, questa città strategica è rimasta sotto il controllo governativo, ma ora le forze ribelli sunnite, guidate dal leader jihadista Abu Mohammed al-Jolani, hanno ottenuto una vittoria travolgente. In pochi giorni, questa coalizione ha conquistato due città di rilievo, avanzando di oltre 120 chilometri. La portata del conflitto si è estesa ulteriormente, con droni che attaccano Damasco e una base dell’aviazione russa.

Il significato storico e simbolico di Hama

Hama è un luogo carico di significato storico. Nel 1982, il presidente Hafez al-Assad, padre di Bashar, soffocò brutalmente una rivolta sunnita, causando la morte di oltre 30.000 persone. La riconquista della città da parte dei ribelli assume dunque un valore simbolico di rivincita. Questo evento potrebbe innescare una rivolta generalizzata nelle comunità sunnite della Siria, inclusi i sobborghi di Damasco e Homs, dove rivolte precedenti furono represse con estrema violenza, persino con l’uso di armi chimiche.

Una crisi militare senza precedenti

Il regime siriano sta affrontando una crisi militare profonda. Le sue truppe d’élite, schierate per difendere Hama, sono state sopraffatte in pochi giorni, lasciando ai ribelli un’enorme quantità di armi e munizioni. Nonostante i tentativi di Mosca e Teheran di sostenere il regime, la loro capacità di intervento è limitata. La Russia, impegnata nel conflitto ucraino, ha ridotto la sua presenza militare in Siria e si è limitata a bombardamenti sporadici, causando gravi perdite tra i civili. L’Iran, dal canto suo, fatica a inviare rinforzi, ostacolato dagli attacchi aerei israeliani e dalla resistenza curda lungo le rotte strategiche.

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Il ruolo degli attori internazionali

La crisi siriana coinvolge anche diverse potenze internazionali. Mosca e Teheran stanno cercando un compromesso con Ankara, nella speranza che questa possa moderare la spinta dei ribelli. Tuttavia, la Turchia persegue obiettivi propri, tra cui la rimozione del regime di Assad e la creazione di un’area di influenza lungo il confine settentrionale, allontanando definitivamente i curdi. Questa situazione ha spinto decine di migliaia di curdi a spostarsi verso aree più sicure, come Raqqa, aggravando ulteriormente la crisi umanitaria.

Con la perdita di Hama si ha una Siria divisa e in bilico

Con la perdita di Hama, la Siria appare sempre più frammentata. La caduta di questa città ha diviso il paese in due, rendendo vulnerabile anche la regione costiera di Latakia, roccaforte della comunità alawita e centro del potere del regime. Gli insorti si trovano ora a soli cinquanta chilometri dal mare, mentre la Russia ha ritirato le sue navi da Tartus per proteggerle dagli attacchi con droni. Intanto, la Cina ha invitato i propri cittadini a lasciare la Siria il prima possibile, segno dell’aggravarsi della situazione.

La strategia dei ribelli sunniti

La coalizione ribelle guidata da Abu Mohammed al-Jolani sta adottando una strategia militare sofisticata. Pur composta in gran parte da jihadisti, tra cui ex membri di Al Nusra e dell’Isis, la coalizione sta cercando di guadagnare il favore della popolazione. Ad Aleppo, ad esempio, i ribelli hanno ripristinato i servizi essenziali, distribuito aiuti e rispettato le minoranze cristiane e curde. Queste azioni sembrano parte di una campagna propagandistica volta a presentare l’immagine di una Siria unita e pacifica.

Dal punto di vista militare, le milizie ribelli combinano tattiche tradizionali dell’Isis con approcci moderni appresi dai conflitti recenti, come quello ucraino. Utilizzano droni avanzati per monitorare le mosse nemiche e attuare attacchi chirurgici contro i comandanti avversari, mentre autobombe e colonne di veicoli blindati sfondano le linee nemiche con una precisione devastante. Di fronte a questa avanzata, l’esercito di Assad, abituato a contare sull’appoggio straniero, appare impreparato e privo di strategie adeguate.

Uno scenario incerto

La situazione in Siria è in rapido mutamento e il futuro del regime di Bashar al-Assad appare più incerto che mai. Mentre le potenze internazionali giocano le loro carte e le milizie ribelli consolidano il loro potere, il paese continua a sprofondare in una crisi sempre più profonda, con conseguenze imprevedibili per la regione e il mondo intero.



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