La situazione di crisi che sta colpendo l’Europa si sta delineando sempre più chiaramente, con un focus particolare sul confronto tra Francia e Grecia.
Solo ieri, il titolo decennale greco ha superato quello francese in termini di condizioni di finanziamento sul mercato, un evento mai accaduto prima per la durata di 10 anni.
Tuttavia, le notizie non sono solo sorprendenti, ma anche preoccupanti, come evidenziato da questo grafico.
Proprio come è successo in Grecia, la crisi economica transalpina e il suo enorme deficit sembrano essere il risultato di una sorta di maledizione storica. I dati PMI sono stati fuorvianti, mostrando una ripresa temporanea legata agli effetti degli ultimi Giochi Olimpici, che si sono rivelati un mero effetto placebo. Di conseguenza, il grafico mostra un crollo inesorabile e il futuro appare pieno di incertezze. La recente dichiarazione di Christine Lagarde sulla necessità di un approccio cauto verso le politiche di dazi e tariffe dell’amministrazione Trump svela un crescente timore.
Secondo l’ex direttrice del FMI e attuale presidente della BCE, l’Europa dovrebbe evitare risposte punitive e preferire una strategia di conciliazione, acquistando più prodotti statunitensi per placare il temperamento del Presidente. Questo approccio è tipico di chi si sente in posizione di svantaggio e cerca di limitare i danni.
Intanto l’UE annuncia drastici tagli al personale nelle sue sedi di rappresentanza in tutta l’eurozona, un segnale inquietante per i cittadini contribuenti. A dirigere questo scenario di disarmonia è la Commissione Europea, la quale gode del minor sostegno parlamentare di sempre, con soli 10 voti oltre la maggioranza necessaria. Questa situazione ricorda quella di un governo di coalizione italiano, vulnerabile al minimo soffio di vento. E ci sono molte questioni da gestire, compresi i rapporti con gli USA e le tensioni energetiche e diplomatiche con la Russia.
Emmanuel Macron ha ammesso che se il governo francese non troverà una maggioranza per approvare il bilancio da 60 miliardi, un voto di sfiducia contro Michel Barnier potrebbe essere imminente, portando a una crisi politica. Questo scenario si aggiunge alle decisioni che la Germania dovrà prendere riguardo al suo futuro politico, con un voto di fiducia al governo semaforo a dicembre e elezioni anticipate a febbraio. Una crisi di governo in Italia, già anticipata da tensioni tra Lega e Forza Italia, complicherebbe ulteriormente la situazione.
È essenziale monitorare lo spread francese, poiché la pressione sui finanziamenti sta raggiungendo livelli record, impensabili solo pochi mesi fa. Il grafico mostra chiaramente come l’incremento di debito francese detenuto da investitori esteri stia influenzando negativamente i differenziali e i rendimenti. Con la Federal Reserve che deve decidere se tagliare i tassi o attendere, una crisi sistemica in un paese fondatore come la Francia potrebbe innescare deleverage automatici dai bilanci delle banche, e non solo.
Chi sarà il prossimo bersaglio dopo Parigi, considerando l’ammontare del debito pubblico? Nonostante una situazione non ideale, la Germania ha ancora margine fiscale. L’Italia, al contrario, non ha spazi di manovra. Questo scenario è molto più pericoloso e strutturale del semplice confronto tra Parigi e Atene. Con la fine dell’anno, il reinvestimento dei titoli acquistati dalla BCE nel quadro del programma pandemico Pepp metterà ulteriormente sotto pressione banche, assicurazioni e fondi pensione.
Le recenti turbolenze nel settore bancario suggeriscono che la corsa a fusioni e acquisizioni potrebbe essere un tentativo di unire le forze prima che la situazione di mercato peggiori. Il recente interesse di Unicredit verso Bpm potrebbe essere un tentativo di provocare gelosia in Credit Agricole?
Quindi, siate attenti. E quando sentite qualcuno festeggiare il crollo del rublo rispetto al dollaro come un successo delle sanzioni contro la Russia, considerate che se Mosca entrasse in una crisi reale, Pechino potrebbe intervenire rapidamente, come ha già fatto con la lira turca.
Infine, nonostante il silenzio, Parigi sta preparando un piano da 50 miliardi di euro di prestiti a zero interessi per EDF per la costruzione di sei nuovi reattori nucleari. Mentre pubblicamente predica l’austerity, dietro le quinte sta pianificando un massiccio intervento statale. Questo potrebbe spiegare perché una crisi del governo Barnier che porti a un esecutivo tecnico non sia un epilogo così indesiderato per l’astuto presidente dell’Eliseo.
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Tags: Emmanuel Macron, Donald Trump, Christine Lagarde
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