«Molto positivo l’incontro che si è svolto ieri a Bruxelles per avere conferma dei tempi e delle condizioni legati al riconoscimento del titolo di Capitale europea della cultura 2033, che toccherà a una città italiana» dice Daniele Vimini, vicesindaco e assessore alla Cultura e al Turismo di Pesaro, di ritorno dalla capitale belga dove ha svolto uno dei primi incontri specifici per le città candidate.
Un confronto utile a indicare il percorso da intraprendere verso la candidatura della provincia di Pesaro e Urbino a Capitale 2033 e durante il quale sono state ufficializzate le date da fissare a calendario. «La prima manifestazione di interesse uscirà nel 2027, anno in cui sarà chiaro come potere aderire. Seguirà poi il bando vero e proprio, che uscirà nel 2028» precisa Vimini, che poi aggiunge: «Pesaro ha ribadito la volontà di proseguire il percorso di Pesaro 2024 verso il 2033. Il primo punto, non ancora acquisito, è quello di potere intitolare la candidatura di Pesaro e Urbino inteso come territorio provinciale, non chiaramente come la somma di due comuni e di due amministrazioni». Perché, spiega Vimini, «normalmente deve figurare solo un nome di città con, al massimo, un territorio vasto al seguito e a supporto. La cosa per noi importante è quella di intendere – tutti – la candidatura 2033 come coinvolgimento, alla pari, dei 50 comuni della provincia; proprio come è stato nel progetto ’50×50 Capitali al Quadrato’, che resta il faro della nostra azione».
Il vicesindaco sottolinea una «prima condizione necessaria affinché Pesaro guidi questa sfida in maniera plurale: farlo senza campanili, primazie o differenziazioni politiche o partitiche. Con l’intelligenza di tutti abbiamo portato a casa un risultato mai raggiunto nella storia del territorio: un calendario condiviso di cinquanta settimane, con nel mezzo una campagna elettorale e tanti comuni che andavano al voto. Abbiamo lavorato in maniera bipartisan, guardando alle cose da fare e non alle convenienze politiche. Ora è importante non disunirsi e portare questo spirito nella costruzione condivisa del nuovo dossier, senza assi politici di qualsiasi tipo».
«Il Cantiere 2033, agli esordi, sarà uno dei terreni di lavoro cui innanzitutto i sindaci della provincia sono chiamati a partecipare». Anche per questo, aggiunge Vimini, «spiace leggere la polemica sfuggita al sindaco Luca Serfilippi, che era stato invitato come gli altri, assieme al suo settore cultura, agli Stati Generali del turismo di Pesaro prima, svolti il 26 ottobre, e al tavolo di lavoro specifico del 27 novembre poi, cui altri sindaci, o loro delegati, hanno partecipato. Ci sta perdersi una convocazione o avere altri impegni, ma parlare di volontà di esclusione è una cosa veramente campata in aria – lontanissima dall’approccio adottato da Pesaro 2024 (già con ‘i 24del23’, appuntamenti dislocati nella provincia ogni giorno24 di ogni mese del 2023) – e soprattutto non utile alla causa.
«In ultimo, anche per tutto il lavoro che si sta facendo nel raccordo di 50 comuni politicamente molto diversi – evidenzia Vimini – desta davvero imbarazzo la decisione del presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli di sostenere ufficialmente la candidatura di una città di un’altra regione, Norcia, bellissima e con addentellati territoriali e culturali nei nostri Appennini. Ma insomma… questa mattina nel leggere la notizia in molti hanno pensato a un pesce d’aprile fuori stagione. Per fortuna i tempi sono ancora lunghi e consentono ravvedimenti. In generale il vero lavoro avverrà nel corso della prossima legislatura regionale. Auspichiamo una Regione protagonista e non alla finestra come in Pesaro 2024, nell’interesse di tutti e sei i capoluoghi, ma anche qui vorremmo che non ci fossero divisioni di colore politico, anzi. Pesaro, altrimenti, sarebbe costretta a fare da sola, una condizione che andrebbe contro la nostra volontà che abbiamo dimostrato con i fatti di essere inclusiva come mai nella storia dei nostri territori» conclude il vicesindaco Vimini.
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