autorizzazione prevista entro il 2025

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Nessun ostacolo al progetto relativo all’impianto eolico in mare davanti alla costa riminese. Il 2025 sarà l’anno decisivo per l’autorizzazione. A dettare tempi e modi dello sviluppo del progetto, che prevede la realizzazione di un impianto con 51 pale eoliche disposte in tre archi davanti alla costa tra Rimini e Cattolica, è Gabriele Felappi, amministratore unico di Energia 2020, realtà che ha costituito la società di scopo Energia Wind 2020 di cui è direttore generale.

Felappi, come sta procedendo l’iter autorizzativo? “Il progetto ha ottenuto parere favorevole tramite decreto di Valutazione di impatto ambientale emesso dal ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica di concerto con il ministero della Cultura. In questa fase stiamo eseguendo le attività propedeutiche alla predisposizione del progetto esecutivo necessario ad ottenere l’autorizzazione unica a costruire, la quale sarà rilasciata dal ministero dell’Ambiente una volta depositato il progetto e verificata la rispondenza ad aspetti tecnici”.

Quando potrebbero arrivare il via libera definitivo e l’inizio dei lavori? “Riteniamo plausibile l’ottenimento dell’autorizzazione unica entro il 2025”.

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Qual è ad oggi il principale ostacolo? “Non riteniamo ci siano ostacoli, se non la mole di attività progettuale che stiamo svolgendo”.

Transizione energetica, perché non si può fare a meno dell’eolico? “A nostro avviso gli obiettivi principali della transizione energetica sono due: affrancare il più possibile l’Italia dalla dipendenza estera per l’approvvigionamento di risorse energetiche e salvaguardare l’ambiente contrastando il cambiamento climatico. Per raggiungere tali obiettivi sono importanti i piccoli interventi diffusi sul territorio tesi a soddisfare i fabbisogni di tipo domestico, ma da soli non bastano. Occorrono investimenti su scala industriale per produrre una massa critica di energia necessaria a soddisfare i fabbisogni del settore terziario e commerciale, del settore industriale e del settore pubblico. Lo sfruttamento dell’energia eolica è una risposta concreta”.

La principale contestazione emersa sul territorio è relativa alla visibilità degli aerogeneratori dalla costa. Cambierà la cartolina della Riviera? “La transizione energetica rappresenta un’enorme sfida, non solo tecnica, ma anche paesaggistica e culturale. Bisogna cercare di trovare il giusto equilibro tra la richiesta sempre crescente di energia, il contrasto al cambiamento climatico, la difesa dell’ambiente e, non per ultimo, il diritto di ognuno di prosperare nelle proprie attività. Attualmente di fronte alla costa adriatica che va da Ravenna a Pesaro ci sono 41 piattaforme per l’estrazione di energie fossili che aspettano di essere smantellate a causa dell’esaurimento dei giacimenti oppure in fase di dismissione per la troppa onerosità per l’estrazione del fossile residuo. Alcune di queste piattaforme sono a pochi chilometri dalla costa. L’aerogeneratore più vicino alla costa sarà a circa 23 chilometri e il parco eolico sarà percepibile alla vista solo nelle giornate terse. Riteniamo che il passaggio da un’economia fossile a un’economia green, se ben comunicato, possa diventare un valore aggiunto per la Riviera”.

In fase di autorizzazione unica sono possibili cambiamenti rispetto all’ultima ipotesi di progetto? “Si, sono possibili dei cambiamenti. Stiamo verificando se gli ultimi sviluppi della tecnologia possono migliorare ulteriormente l’impatto paesaggistico”.

Quale sarà l’apporto energetico dell’impianto? “Sarà prodotta energia equivalente al fabbisogno di circa il 50% dell’intera provincia. Sommando tale produzione a quanto già si produce sul territorio da fonti rinnovabili (circa il 23%), con gli interventi di efficientamento che abbiamo intenzione di realizzare finalizzati alla diminuzione dei consumi delle strutture pubbliche e le comunità energetiche che si andranno ad attivare, potremmo raggiungere l’obiettivo di rendere la provincia di Rimini 100% green”.

Sono previsti interventi di ‘compensazione’? “Si, almeno su tre direttrici. La prima riguarda la realizzazione di un progetto di valorizzazione del turismo sostenibile tramite la creazione di centri visite diffusi sul territorio con specifiche caratteristiche, dove i visitatori potranno scoprire la storia del territorio e la sua evoluzione nel tempo fino a visitare la control room del parco eolico capendone il funzionamento e l’impatto sull’ambiente, concludendo il tour con una visita a mare a vedere da vicino un aerogeneratore. La seconda consiste nel ripristino degli habitat marini e dei fondali che, abbinati alla realizzazione del parco eolico offshore, sono azioni concrete per reintegrare la catena alimentare necessaria al ripopolamento e incremento ittico a beneficio dell’ambiente e della pesca sostenibile. Intendiamo coinvolgere i pescatori per creare nuove opportunità complementari alle loro attività tramite lo sfruttamento delle aree in concessione al parco eolico per: acquacultura, mitilicoltura e ostricultura, pesca artigianale e pesca sportiva. Altre mansioni complementari in cui possiamo coinvolgere i pescatori riguardano attività di supporto logistico a mare, sorveglianza, manutenzioni sulle fondazioni”.

Infine? “La terza direttrice riguarda interventi di pubblica utilità per ridurre i consumi energetici e l’utilizzo di fonti rinnovabili diffuse. Gli interventi a titolo esemplificativo riguarderanno: realizzazione di impianti fotovoltaici per le comunità energetiche costituite da utenti meno abbienti e realtà pubbliche, efficientamento energetico su strutture pubbliche e altro ancora. Le iniziative dovranno essere concertate con autorità e associazioni locali”.

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