Negli ultimi giorni in un paese ormai stremato dall’embargo, dalla fame e da quasi quattordici anni di guerra civile alimentata dalla Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti, la Siria di Assad sembra in queste ore essere crollata su stessa. In dieci giorni l’offensiva lanciata dalle forze “ribelli”, gruppi legati all’Isis, ad Al Qaeda, curdi finanziati da Usa e Israele, ha permesso di attraversare il paese conquistandone pezzi fino a Damasco. Il sud del paese è stato invece occupato direttamente dall’esercito israeliano, mentre la regione a nord-est era già sotto controllo curdo (anche in questo caso con il sostegno degli Usa). L’unità laica del paese garantita sotto la guida di Assad è stata così spezzata.
Poche ore fa, Assad, sfiduciato anche da pezzi del suo esercito e dei servizi, ha lasciato il paese. Non è chiaro dove si sia diretto. Secondo alcuni è partito a bordo di elicotteri, la cui è partenza è coincisa con l’atterraggio di aerei iraniani alla base russa di Hmeimim. Secondo altri, è partito dall’aeroporto di Damasco verso una destinazione ancora sconosciuta. Alcune voci lo danno al sicuro in una città della costa. Altre ne annunciano la morte.
Quello che è certo è che l’attacco al governo legittimo siriano guidato dal Partito del Risorgimento Arabo Socialista (Bath) avviene principalmente per mano dei gruppi Usa e dei sionisti ed è in continuità con il genocidio in corso contro il popolo palestinese, la guerra scatenata contro il popolo libanese e il resto delle guerre condotte nel Medio Oriente dalla Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti guidati dagli Usa. Il motivo dell’attacco è il ruolo storico del governo Assad come sostegno e retrovia della resistenza libanese (e quindi anche palestinese) e la collaborazione militare e politica con la Federazione Russa e l’Iran.
Gli imperialisti USA hanno condotto un’articolata manovra di aggressione fin dal 2011 (l’epoca delle “Primavere arabe”), prima cavalcando le proteste popolari contro il governo di Assad e conducendole verso la guerra civile (2012), poi ricorrendo alla mobilitazione delle bande mercenarie terroriste (ISIS, Al-Nusra, FSA), che hanno invaso il paese fino a controllare grandi parti di territorio, poi, manovrando e cavalcando la decennale lotta per l’autodeterminazione nazionale che parte del popolo curdo conduceva, in particolare in Turchia, sotto la direzione del PKK e, infine, con lo schieramento sul campo di eserciti appartenenti alla NATO e all’entità sionista.
Più degli altri conflitti in corso nel mondo (36 guerre conclamate nel 2016 – fonte Amnesty International), la guerra in Siria ha dimostrato la tendenza alla guerra verso cui la classe dominante spinge l’umanità: sono schierati o coinvolti in vari modi, direttamente o tramite alleati, USA, Israele, Regno Unito, Francia, Paesi Bassi, Belgio, Danimarca, Australia, Canada, Marocco, Bahrein, Emirati Arabi Uniti, Turchia, Arabia Saudita, Qatar, Giordania, Italia, Germania e Spagna (con la “benedizione” della UE) a sostegno dei “ribelli siriani” e Russia, Cina, Libano, Iran, Venezuela e Corea del Nord a sostegno del legittimo governo del Presidente Assad.
Le bande mercenarie terroriste hanno attinto combattenti da ogni angolo del mondo e anche i combattenti filo-curdi provengono da molti paesi, fra cui anche l’Italia. Sul suolo siriano, si gioca sul piano militare la guerra per bande fra i gruppi imperialisti mondiali che in altri contesti ha la forma di guerra economica, commerciale, ecc.
Da quasi 14 anni la Siria è terreno di guerra e bersaglio della Comunità Internazionale degli imperialisti USA, UE e sionisti, poiché non si è piegata alle decennali manovre di spartizione e saccheggio del Medio Oriente e ha storicamente contribuito alla resistenza del popolo palestinese (fu definito dagli USA “Stato canaglia” fin dal 1979). Prendere atto del ruolo che aveva la Siria di Assad in questa fase è uno dei compiti del movimento popolare contro la guerra, la Nato e l’entità sionista.
Sono sbagliate e creano confusione quelle posizioni nell’ambito del movimento di resistenza popolare del nostro paese che si rallegrano per la “caduta del regime”. Sono sbagliate perché strizzano l’occhio proprio a quei gruppi imperialisti e quei guerrafondai che, nelle piazze in solidarietà con la Palestina dell’ultimo anno ad esempio, si dice di voler combattere. La resistenza del legittimo governo e delle masse popolari siriane all’aggressione della Comunità Internazionale degli imperialisti UE, USA e sionisti è la stessa resistenza che le masse popolari oppongono alla crisi del capitalismo e all’attuazione delle misure lacrime e sangue imposte dalla borghesia. Così poste e in una tale situazione, quindi, la divisione in tifoserie pro o contro Assad è poco utile alla lotta di classe in corso e finisce anzi per essere nociva.
A fronte dell’estensione della terza guerra mondiale per mano degli imperialisti Usa, Ue e sionisti, infatti, per i comunisti e le masse popolari la principale forma di solidarietà internazionalista consiste nel fare la rivoluzione socialista nel proprio paese. A maggior ragione questo vale per l’Italia che è un paese pienamente integrato nella Comunità Internazionale degli imperialisti: sottrarre l’Italia al loro controllo è la più alta forma di solidarietà con i popoli oppressi e con i comunisti, i lavoratori e le masse popolari degli altri paesi. Rilanciamo a seguire il comunicato del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina a seguito degli ultimi sviluppi della guerra in Siria. Morte all’imperialismo! Il Socialismo è il futuro dell’umanità!
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Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina: L’escalation dell’aggressione sionista contro la Siria comporta obiettivi pericolosi e dobbiamo unirci per affrontarli
Il Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina ha confermato, in un comunicato stampa dell’8 dicembre 2024, che l’aggressione sionista sul territorio siriano comporta dimensioni estremamente pericolose che richiedono solidarietà per affrontarla.
Il Fronte ha sottolineato che le incursioni del nemico sionista in Siria e la sua incursione nel territorio siriano costituiscono una pericolosa escalation del livello di aggressione contro i popoli e i paesi della regione, poiché il nemico sta cercando di sfruttare la fase di aggiustamento della situazione interna siriana per raggiungere nuovi obiettivi aggressivi contro la Siria e il suo popolo.
Il Fronte ha condannato il silenzio internazionale e arabo su questa pericolosa escalation aggressiva contro la Siria, la sua terra e il suo popolo, chiedendo una posizione chiara e deterrente contro questa aggressione.
Il Fronte ha sottolineato la necessità di prestare attenzione alla gravità di questa escalation aggressiva e agli obiettivi che essa comporta, sottolineando l’importanza della solidarietà tra tutte le componenti siriane di fronte all’aggressione sionista.
Il Fronte afferma inoltre la sua ferma posizione di fronte al nemico sionista, che sta conducendo una guerra globale contro i popoli della nostra nazione araba e contro i popoli della regione, chiedendo una posizione araba unificata di fronte a questo aggressore ed entità criminale.
Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina
Dipartimento centrale di informazione
8 dicembre 2024
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