FVG – Il dramma delle morti sul lavoro si conferma una nota dolente anche per il Friuli Venezia Giulia, come mostrano i dati aggiornati al 31 ottobre 2024 dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente di Vega Engineering, resi noti nei giorni scorsi.
La regione si trova in zona “gialla” – quindi ha un’incidenza infortunistica inferiore alla media nazionale, che è di 27,9 decessi ogni milione di occupati – e conta 13 vittime sul lavoro da gennaio a ottobre 2024, un numero che, in proporzione alla popolazione lavorativa, costituisce un’incidenza pari a 25,0, situandosi al 15° posto per incidentalità.
Meglio del FVG fanno Lombardia, Piemonte, Veneto, Toscana e Marche, queste ultime due le uniche regioni che si trovano in zona “bianca”, cioè con una incidenza inferiore a 20 decessi per ogni milione di occupati.
A livello provinciale, Udine (30,7) e Pordenone (29,7) emergono come le più interessate dall’incidentalità, con tassi che costituiscono i valori più elevati della regione.
Nonostante una percentuale di incidenti meno grave rispetto ad altre regioni italiane ed un lieve calo (2,2%) rispetto allo stesso periodo dello scorso anno , il Friuli Venezia Giulia non può permettersi di abbassare la guardia.
Quadro nazionale
Il contesto italiano rimane preoccupante. “Ancora due mesi per arrivare al bilancio delle vittime di fine 2024. Eppure come ogni anno, già ora, ci sembra di intravedere i numeri della strage di fine dicembre, perché le statistiche ufficiali del decimo mese dell’anno tolgono ogni speranza a un’inversione di tendenza. Le vittime, infatti, sono più numerose di quelle dello scorso anno, così come il numero degli infortuni. È una proiezione davvero sconfortante che narra ancora una tragedia quotidiana che si consuma più volte al giorno. E dietro ad ogni vittima c’è un lutto familiare che coinvolge ogni anno migliaia di persone. Tant’è che i decessi a fine ottobre 2024 sono già 890: 22 lavoratori in più del 2023”.
Così Mauro Rossato, Presidente dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente Vega Engineering di Mestre, alla presentazione degli ultimi dati elaborati dal proprio team di esperti.
A livello nazionale, come evidenziato da Rossato, sono 890 le vittime del 2024, con un incremento rispetto allo scorso anno di 22 lavoratori deceduti. Tra questi, 657 decessi si sono verificati sul posto di lavoro e 233 durante il tragitto casa-lavoro. Lombardia, Lazio ed Emilia-Romagna guidano la triste classifica per numero di vittime, ma il fenomeno tocca profondamente anche le regioni con una popolazione lavorativa più contenuta.
Particolarmente allarmante è il rischio triplicato che colpisce i lavoratori stranieri: 62,8 morti ogni milione di occupati contro i 24,0 degli italiani. Anche l’età dei lavoratori gioca un ruolo importante, con gli ultrasessantacinquenni che registrano il tasso di mortalità più alto (112,8). Non meno colpiti sono i lavoratori tra i 55 e i 64 anni, fascia che numericamente subisce il maggior numero di infortuni mortali.
Le costruzioni il settore più esposto
Non sorprende che il settore delle costruzioni si confermi il più esposto al rischio, con 128 decessi. A seguire, le attività manifatturiere (86 morti), i trasporti e il magazzinaggio (84). Anche in Friuli Venezia Giulia, le costruzioni rappresentano un nodo critico, specie nelle aree urbane in espansione come Trieste e Udine.
Denunce di infortunio in aumento
Un ulteriore segnale d’allarme viene dalle denunce di infortunio, che a livello nazionale sono in lieve aumento (+0,4% rispetto al 2023). Anche in Friuli Venezia Giulia, le segnalazioni sono numerose, soprattutto nei settori manifatturiero e dei servizi, confermando la necessità di una vigilanza costante e di interventi mirati per ridurre i rischi.
Interventi urgenti e sensibilizzazione
Seppur il Friuli Venezia Giulia non rientri nella zona rossa, i numeri raccontano una storia di tragedie che potrebbero essere evitate. L’introduzione di politiche più stringenti in termini di sicurezza, insieme a una maggiore sensibilizzazione e formazione, deve essere una priorità per le istituzioni locali. Ogni vittima non è solo un numero. Dietro, c’è una famiglia distrutta e in gravi difficoltà economiche.
Come ha affermato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione della 74ª Giornata dedicata alle vittime degli incidenti sul lavoro, “la sicurezza sul lavoro, oltre che una prescrizione costituzionale, è anzitutto una questione di dignità umana. Garantire condizioni di lavoro sicure significa rispettare la vita e il valore di ciascuna persona”. Per questo la sicurezza “è una priorità permanente per la Repubblica” ha sottolineato il capo dello Stato.
In un’Italia che si appresta a chiudere il 2024 con un bilancio ancora pesante, la sfida rimane quella di rompere la tendenza e fare della sicurezza sul lavoro una realtà tangibile. Anche e soprattutto in regioni virtuose come il Friuli Venezia Giulia.
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