Presicce: Dario Binetti. Tra il visibile e l’invisibile

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Dal 10 al 18 dicembre 2024, la Sala del Trono del Palazzo Ducale di Presicce ospiterà la mostra fotografica “Tra il visibile e l’invisibile” di Dario Binetti, a cura di Paola Ponzo.
L’inaugurazione si terrà il 10 dicembre alle ore 18:30.

L’evento è gratuito e promosso da Proloco Presicce, Italian Art Promotion e Archivio Dario Binetti, con il patrocinio del Comune di Presicce-Acquarica e il supporto di Logica Company S.r.l..
Un catalogo delle opere, edito dall’Archivio Dario Binetti, sarà disponibile durante la mostra (ISBN 979-12-210-7819-0).

TRA IL VISIBILE E L’INVISIBILE
(presentazione della mostra della curatrice Paola Ponzo) leggi il resto dell’articolo»

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Girovagando nei vicoli di un centro storico, è naturale immergersi nel passato; gli occhi percepiscono la bellezza delle architetture, che il nostro animo sente in modo diverso, personale e intimo.
Spazi, apparentemente vuoti, catturano la nostra attenzione, coinvolgendoci emotivamente.
Un’idea non è mai casuale, il progetto “tra il visibile e l’invisibile nell’arte di Binetti” nasce dalla scelta di raccontare la bellezza del passato, attraverso gli occhi del presente, e vuole far emergere le due anime, quella nobile e quella popolana, l’essenza storica di “Presicce”, entrato nel circuito dei Borghi più Belli D’Italia dal 2012. Presicce è situato nel sud del Salento, tra la vallata e il mare, accarezzato dalla brezza jonica, immerso nella magica atmosfera tra antico e contemporaneo.
Il paradigma di coesistenza tra passato e presente si esprime, in molte forme artistiche: l’arte può facilitare questo perpetuo dialogo tra i vari momenti della storia di un borgo, tra ciò che precede e ciò che segue, tra tradizione ed innovazione, tra sensibile ed intelligibile, tra forma e contenuto.
Chi meglio del maestro della fotografia, Dario Binetti, figlio della nostra Regione, poteva cogliere questo connubio? La sua arte, da tempo presente nei saloni storici di molte città italiane ed europee (Roma, Venezia, Milano, Londra…) ci porta a questo salto di qualità della presenza storica nel presente e nello “specchiarsi” di questo, nel passato.
L’originalità’ delle opere di Binetti, presenta un racconto figurativo nuovo; il suo obiettivo rivisita angoli tante volte immortalati, eppure lo fa attraverso una visione diversa, quasi onirica, un obiettivo più profondo che crea un’atmosfera spirituale e introspettiva.
Questo lavoro è un viaggio nel tempo, animato da attori entrati in scena per richiamare le presenze, che in altri tempi hanno reso questi luoghi unici e vivi.
L’ambiente umano, storico, paesaggistico, arricchisce la nostra sensibilità, assumendo connotati psicologici e con specifiche inclinazioni fantastiche e visionarie, ovvero i valori spirituali e sentimentali dell’individuo, come suggerisce lo stile del Romanticismo.
L’idea di realizzare degli scatti presso l’Atrio del Palazzo Ducale di Presicce e presso i giardini delle dimore nobiliari, nasce dal ricordo delle nobildonne, che lì hanno vissuti e delle quali si percepisce ancora la presenza, in un’atmosfera tra mistero e fascino.
Non solo ricchezza ma anche tracce del lavoro duro dei frantoiani, nei luoghi avvolti dalla penombra e illuminati dalle lampade ad olio, e nel suggestivo chiaroscuro di ambienti sotterranei: i Frantoi Ipogei, che nei giorni di sole si irradiano col bagliore dei raggi.
L’unicità dello stile dell’artista Binetti, sta nella capacità di cogliere aspetti non tangibili degli ambienti vuoti, riuscendo a renderli unici con l’atmosfera suggestiva, trasmettendone la profondità, per far vivere e rivivere sensazioni e stati d’animo personali e autentici.
Ogni opera ci immerge in un tempo senza tempo, fatto di verità immortale e profondamente attuale, rendendo i luoghi unici nella loro essenza e facendo scaturire in noi, sentimenti inconsci.
Visitare dei posti che ci raccontano le proprie storie e che le immagini ci fanno sentire più vicine alla nostra indole intima e alla nostra epoca, ci rafforzano la convinzione che quei luoghi appartengano alla nostra memoria, attraverso un coinvolgimento che non possiamo evitare e che ci regala energie.
Gli angoli apparentemente spogli, anche i più abbandonati, sono ricchi di tutto un vissuto che le opere riescono a riproporci.
I giochi di luce ed ombre delle prospettive, permettono di entrare in sintonia con gli aspetti segreti dei luoghi: un viaggio nell’anima dei luoghi, un percorso di immagini, nelle quali l’autore lascia all’osservatore l’opportunità di spaziare con la fantasia.
Le espressioni artistiche catturano gli elementi di queste raffigurazioni, che si esprimono leggere tra veli bianchi, figure armoniose di giovani corpi danzanti, affascinanti sinuosità di donne eleganti, tra la grazia orgogliosa di una nobildonna e la saggezza rassicurante di un uomo anziano, memore e testimone del passato.
Ci sembra di udire il cigolio della pietra di macina, che ruota nell’intenso lavoro dei frantoi ipogei o le grida festose delle corse dei bambini nelle piazze.
Il maestro Binetti innalza la sua arte nel potenziare l’universalità della meraviglia umana, partendo dalla singolarità dei luoghi e degli individui, risvegliando quell’aspetto comune dell’unità storica dei luoghi nel suo continuo divenire. Nascere e morire è sempre appartenere all’essere della storia e le foto del Binetti sprigionano ricordi della memoria collettiva di Presicce.





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