Trasporti, ritorno in Molise per l’Immacolata  tra mille disagi: la denuncia – isNews

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Pochi mezzi, orari assurdi e bus strapieni: la testimonianza di una viaggiatrice


ROMA/CAMPOBASSO. Orari assurdi, poche corse e bus strapieni. Non è stato facile rientrare in Molise in questi giorni di festa. Continuano i disagi legati ai trasporti e si moltiplicano le segnalazioni e gli appelli alla politica, affinché vengano trovate soluzioni per garantire un servizio adeguato.
 Riceviamo e pubblichiamo di seguito la segnalazione di una viaggiatrice, di rientro da Roma questo fine settimana.

LA LETTERA. “Sono una semplice lavoratrice che ha deciso, malauguratamente, di ritornare a casa per la festa dell’immacolata per passare del tempo con la propria famiglia. Una volta presa questa decisione bisogna ‘solo’ capire che mezzo dover prendere per tornare in Molise. Decisione abbastanza difficile, considerato gli orari assurdi di autobus e treni e le corse dimezzate soprattutto per i lavoratori come me che escono dall’ufficio non prima delle 18. Quindi, che fare? In un primo momento decido di prendere il treno ma è una scelta che tramonta sul nascere, essendo la tratta diretta fino a Campobasso ancora non ultimata. Il motivo di tali disservizi è presto detto: i nostri politici, dopo aver buttato non si sa quanti soldi pubblici per la riqualificazione della rete ferroviaria Roma-Campobasso, hanno deciso di dimezzare i treni. Decido comunque di controllare il sito di Trenitalia per verificare per scoprire che l’unico treno disponibile è  quello delle 20:15 che arriva a Campobasso alle 23:35 (ovviamente con cambi, mica diretto). Per non arrivare tardi, decido quindi di vedere gli orari degli autobus, e di prendere l’autobus delle 18:30 che parte da Roma Tiburtina e arriva a Campobasso. Tralasciando le corse e il permesso lavorativo preso, essendo difficile spostarsi a Roma (forse anche più complesso che spostarsi in Molise), ma questo forse i nostri politici non lo sanno o, peggio, non interessa.

Detto ciò, arrivo in stazione alle 18:20 e trovo una fila immensa per salire sul pullman.

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Chiedo subito spiegazioni per non rischiare di rimanere a piedi e fortunatamente riesco a salire, poiché avevo prenotato online, ma non tutti sono stati fortunati come me. Infatti, molte persone sono rimaste alla stazione dei pullman  poiché il bus era pieno. La situazione era paradossale: l’autista, poverino, non sapeva cosa dire alla  gente rimasta senza mezzi di trasporto; le persone, disperate, si accalcavano per salire.

Una situazione drammatica, tralasciando il ritardo con il quale siamo partiti. Allora la domanda sorge spontanea: perché le altre persone non prendono un altro bus? Beh semplice, non c’è. Devono aspettare il giorno dopo. Allora ci si potrebbe chiedere perché non il treno, quello delle 20:15? Perché la linea ferroviaria Roma-Campobasso ha sempre  dei problemi, che siano guasti, manutenzione, o qualche altro assurdo motivo, ma ormai è un’abitudine sentirsi dire che il treno non funziona.

Dopo tutti i soldi pubblici e il tempo sprecato, la  storia è sempre la stessa, storia che, i poveri molisani come me soliti a fare questa tratta, conoscono ormai a memoria.

Non solo le corse dimezzate, orari assurdi e la tratta che non non funziona, c’è anche confusione e ricordiamo che il servizio noi lo paghiamo, e anche caro.

A breve, ci converrebbe ritornare ad usare i cavalli, tanto il tempo di percorrenza potrebbe essere simile, considerando la lentezza dei nostri mezzi, quando ci sono.

I nostri politici millantano tanto questa riqualificazione ferroviaria, si leggono articoli e si vedono interviste dove vengono fatte promesse campate in aria, ma rimane solo un apparire, tagliano qualche nastro, si fanno qualche foto ed è fatto, tanto loro mica usano treni o autobus. Il problema rimane solo il nostro.

Faccio un appello al consigliere regionale delegato ai  Trasporti Di Pardo e a tutta la schiera politica (pagata con le nostre tasse): vorrei sapere che cosa si sta facendo per risolvere la situazione inaccettabile della tratta Roma- Campobasso e perché non si pensi ad una soluzione più congeniale per la tratta.

Bisognerebbe riflettere e non lamentarsi dei giovani che vanno via dalla regione perché anche volendo non sanno come ritornarci”.

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