B&b, stretta sui codici. Il 40% non è in regola

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Vicenza

C’è tempo fino alla fine dell’anno. Poi scatteranno sanzioni salate. E intanto arriva anche la norma sulle key box

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Affitti brevi: nuovi codici e stretta sulle key box




Affitti brevi: nuovi codici e stretta sulle key box



Affitti brevi: nuovi codici e stretta sulle key box

Affitti brevi: più di quattro proprietari su dieci non sono ancora in regola. Il termine ultimo sta per scadere, ma ancora in tanti non sono in possesso del Cin, il codice identificativo nazionale (da esporre poi ben visibile all’esterno della struttura e da utilizzare negli annunci). I dati sul sito del ministero del Turismo parlano chiaro: in Veneto, su 59.334 strutture registrate sono stati rilasciati 38.454 Cin, ovvero il 64,81%. Una percentuale che a Vicenza è più bassa e si attesta al 58,47% (3.357 strutture e 1.963 codici). C’è tempo fino alla fine dell’anno, poi scatteranno sanzioni e non certo da poco: si parla infatti di multe da 800 a 8.000 euro per la mancata registrazione e da 500 a 5.000 euro se non vi sarà l’esposizione.

Eccesso di burocrazia

Di disinformazione e di eccesso di burocrazia parla Ondina Giacomin, presidente di Abbav (l’Associazione B&B affittacamere e appartamenti del Veneto). «Molti ci immaginano come multinazionali – spiega -. In realtà dobbiamo ricordare che la categoria è formata da tantissime persone di una certa età che hanno pensioni minime e che quindi hanno necessità di integrare il reddito. Tanti non sono a conoscenza della novità o fanno confusione con il Cir (il codice regionale) e credono dunque di essere in regola. Da parte nostra sosteniamo i nostri associati e facciamo informazione gratuita. Aiutiamo anche con il Cin, appunto. Per farlo bastano pochi minuti ma sono necessari tanti documenti. Insomma la burocrazia è eccessiva».

Quello del codice non è l’unico problema

Il Viminale ha emanato una circolare per arginare la prassi della “identificazione da remoto”, ossia mediante trasmissione informatica delle copie dei documenti di identità e il successivo utilizzo, per accedere alle strutture, di un codice di apertura delle porte o di key box all’ingresso del palazzo. «In realtà c’è una legge del 1931 che regolamenta la questione check-in – aggiunge Giacomin -. Dobbiamo ricordare che le strutture interessate non sono alberghi con una reception e spesso hanno a che fare con turisti che arrivano con notevole ritardo in treno o in aereo. Oppure in piena notte. I proprietari non possono aspettare ore. Semplicemente si procede in un secondo momento, come previsto dalla norma. In questo senso però le key-box sono necessarie e se usate correttamente sono positive. Oltretutto non c’è alcuna legge che le vieti. I nostri associati operano da sempre in presenza. Non trovo giusto penalizzare per colpa di qualche caso isolato, la maggior parte delle persone che operano in modo corretto». 

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Sulla questione è intervenuta anche Confcommercio

«Da quando è stato introdotto l’obbligo del Cin nazionale i nostri uffici sono stati impegnati a fornire informazioni e supporto agli operatori – afferma il direttore di Confcommercio Vicenza Ernesto Boschiero -; un impegno che proseguirà anche nei prossimi giorni. L’impressione è che all’appello manchi soprattutto il settore delle “locazioni brevi”, che oltre all’obbligo del Cin deve ora anche adempiere ad altre prescrizioni: l’obbligo di installare dispositivi per la rilevazione di gas combustibili e del monossido di carbonio funzionanti, nonché di estintori portatili a norma di legge».

La pratica del self check-in

«Proprio sulle locazioni brevi – prosegue il direttore – bene il recente richiamo sulla pratica scorretta del self check-in, con gli affittuari che hanno spesso l’abitudine di far trovare le chiavi degli appartamenti direttamente nelle key box installate all’esterno, senza preoccuparsi di identificare personalmente gli ospiti come si fa regolarmente in alberghi e altre strutture complementari. Questo comportamento, infatti, viola le norme in tema di pubblica sicurezza, tra l’altro in un periodo certamente delicato a livello internazionale. Come Federalberghi-Confcommercio Vicenza avevamo sollevato proprio nel luglio scorso il problema in una lettera al Comune di Vicenza nella quale chiedevamo di vietare la collocazione indiscriminata delle key box per il self check-in, anche per dissuadere da questa pratica scorretta. Il nostro auspicio è che si proceda in questa direzione e che ci siano adeguati controlli delle autorità non solo sull’identificazione degli ospiti in presenza ma anche sul corretto pagamento dell’imposta di soggiorno».





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