boom Spagna, poi Albania e San Marino (con la nuova tassazione)

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Ogni giorno dieci pensionati fanno la valigia e vanno a vivere all’estero. Per un totale di oltre 4.300 partenze annue nel 2023. Risultato: l’Inps paga 311 mila pensioni fuori confine. Gli assegni, per una spesa di oltre un miliardo e mezzo di euro l’anno, raggiungono circa 160 Paesi e in alcuni di questi sfuggono completamente, o quasi, ai prelievi fiscali. Chi decide di trasferirsi una volta lasciato il lavoro lo fa spesso per ricongiungersi con figli o altri familiari, ma c’è anche chi più prosaicamente vuole pagare meno tasse sulla pensione (in Italia l’aliquota parte dal 23 per cento) e beneficiare nel contempo di un costo della vita più vantaggioso. 

La Spagna una delle mete preferite

La destinazione finale, insomma, non deve essere per forza esotica. Così, dopo il Portogallo, che ha avviato una stretta progressiva sulle super agevolazioni rivolte ai pensionati provenienti dall’estero, fino a mettere un punto definitivo un anno fa a questa politica, è diventata la Spagna una delle mete preferite dagli italiani over 65. Qui l’aliquota minima è fissata al 9,5 per cento, poi sale con il crescere del reddito, fino al 22 per cento. La detrazione d’imposta massima è pari a 6.500 euro per i pensionati con un’età compresa tra i 65 e i 75 anni. Per chi riceva un assegno basso, dunque, Canarie, Costa Blanca e Costa del Sol risultano essere una scelta particolarmente conveniente. 

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Albania, Slovacchia, Grecia: le mete dove il Fisco è amico

Ci sono però mete dove il Fisco è ancora più amico. In Albania è addirittura prevista l’esenzione totale dalle imposte per le pensioni che arrivano dall’estero. L’aliquota zero sui redditi da pensione vale però solo per gli ex lavoratori del privato. Esclusi perciò i dipendenti pubblici. Stesso discorso in Slovacchia. In entrambi i Paesi però ci sarebbe un modo anche per gli statali di entrare nel club delle pensioni defiscalizzate allo zero per cento: acquisire la cittadinanza del nuovo Paese di residenza. La Grecia, invece, ha puntato su un’unica aliquota d’imposta del 7% per l’intero reddito ottenuto all’estero. L’aliquota di favore tuttavia non dura per sempre (si applica per 15 anni poi scade) e anche in questo caso non si applica alle pensioni degli statali. 

La tassazione agevolata a San Marino

San Marino strizza l’occhio ai redditi alti. Il terzo Stato più piccolo al mondo ha introdotto una tassazione agevolata sui redditi del 6% per chi proviene da Paesi Ue. Per ottenere però lo status di “residente atipico” e approfittare così del sistema fiscale di favore è necessario un patrimonio mobiliare superiore a 500mila euro annui o una pensione lorda oltre i 120.000 euro annui . A Malta si versa il 15%. Dettaglio non da poco: per godere dei vantaggi fiscali offerti da La Valletta è necessario acquistare una proprietà immobiliare a Malta o a Gozo che deve fungere da sua abitazione principale, con valore minimo a Malta di 275.000 euro e a Gozo di 220.000 euro. In alternativa si può procedere con un affitto con un canone di locazione minimo annuale di 9.600 euro se la proprietà è situata a Malta e di 8.750 euro se invece è collocata Gozo. Il regime fiscale dedicato da Cipro agli stranieri stabilisce invece un’aliquota ridotta al 5% sui redditi pensionistici esteri. E i primi 3.420 euro sono esenti da tassazione. 

Bulgaria, Romania e Croazia

Sono circa mille i pensionati italiani residenti in Bulgaria. Beneficiano di un’aliquota del 5% in virtù di una convenzione bilaterale siglata nel 1988 tra Roma e Sofia. Ma forse è meglio dire: beneficiavano. Un recente cambio di interpretazione della convenzione da parte dell’Inps e dell’Agenzia delle Entrate ha rimesso l’esenzione fiscale in gioco, imponendo il recupero delle imposte non versate. In Romania per i redditi esteri da pensione è prevista una tassazione del 16%. Attrae anche la Croazia, dove gli assegni previdenziali fino a 2.300 euro al mese sono tassati al 12%. L’aliquota massima arriva al 18%, comunque molto distante dal 30% mediamente applicato in Italia.

I dati

La maggior parte dei pagamenti delle pensioni all’estero è localizzata nel continente europeo (48%), in America (38%) e in Australia (11%). In crescita i pagamenti di pensioni in Europa (+4,3% nel 2023), in America centrale (+38,)%), in Asia (34,9%) e in Africa (+30,3%). E, restando in Africa, la Tunisia, come del resto il Marocco, è uno dei Paesi con il sistema fiscale più vantaggioso per i pensionati in uscita dall’Italia, in virtù di una quota di reddito free tax pari all’80%: si paga il 5% soltanto sul restante 20%. Possono chiedere e ottenere il lordo della pensione, sulla base della convenzione internazionale in vigore dal 1981 tra Italia e Tunisia, anche i dipendenti pubblici.





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