centrale il ruolo del Mediterraneo

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Europa leader della crocieristica e l’Italia regina delle crociere. Il rapporto presentato da Clia, l’Associazione mondiale delle compagnie di crociera, e pubblicato da Confitarma mette in evidenza gli ottimi risultati del 2024 e le ottime previsioni per il 2025. Il report Clia si spinge a dire che la crocieristica è una filiera “Made in Europa”. E lo giustifica con i numeri: il comparto nel nostro Continente genera ogni anno complessivamente 55,3 miliardi di euro e 400 mila posti di lavoro. E qui comincia ad entrare in gioco l’Italia.

Circa un quarto della cifra totale riguarda, infatti, proprio il nostro Paese: gli effetti generati dalla crocieristica assommano 14,7 miliardi e i posti di lavoro sono quasi 100mila posti di lavoro. «L’Italia continua ad essere – dice il Francesco Galietti, direttore Clia Italia – il Paese europeo più amato dai crocieristi e anche quello che in Europa più beneficia in termini economici. Oltre ad essere meta turistica ambita e sempre più frequentata, vede la presenza di tante eccellenze: da chi costruisce le navi ai porti e ai terminal, dalle migliaia di aziende fornitrici agli operatori turistici. Questo consente al nostro Paese di mantenere e sviluppare know-how, competenze, attrattività per il settore, che nei prossimi anni dovrebbe continuare nel trend di crescita dimostrato in questi anni».

LA CANTIERISTICA

È partendo da queste valutazioni che Clia mette in fila anche i numeri della cantieristica: l’associazione della compagnie di crociera prevede nei prossimi 12 anni un investimento in nuove navi di 57 miliardi di euro. E anche qui la parte del leone la faranno i cantieri europei dove verranno costruite 72 delle 76 navi da crociera del mondo (il 97%). E chi avrà la fetta più consistente di questo fiume di denaro? L’Italia naturalmente dove saranno costruite ben 40 navi vale a dire il 52,6% del pacco getto commesse toccato all’Europa. Secondo lo studio di Clia, la crocieristica rappresenta l’80% del valore degli ordini di navi commerciali per i cantieri europei e coinvolge aziende europee in tutta la catena del valore, dai fornitori delle piastre d’acciaio per lo scafo alle attrezzature di bordo ad alta tecnologia, fino all’allestimento degli interni.
Il rapporto Clia, dice che oltre l’80% delle forniture utilizzate dai cantieri Meyer Werft proviene da aziende europee; una nave costruita da Chantiers de l’Atlantique a Saint-Nazaire, in Francia, è composta quasi interamente da materiali europei (dalla Francia il 70%, dal resto d’Europa il 28%; mentre Fincantieri in Italia che conta 10.000 dipendenti propri, genera almeno altri 90.000 posti di lavoro nell’indotto. Inoltre Clia mette in evidenza che i rapporti tra imprese fornitrici e compagnie tendono a stabilizzarsi nel tempo. In Grecia, delle 110 aziende fornitrici della Panhellenic Ship Suppliers & Exporters Association, 90 forniscono navi da crociera da più di 20 anni.

«L’Europa – dice Samuel Maubanc, direttore generale di Clia Europa – è leader mondiale nella costruzione di navi complesse e innovative e la crocieristica è parte fondamentale di questo cluster industriale. Considerando che quasi tutte le navi da crociera del mondo sono costruite nei cantieri europei, il settore crocieristico è fondamentale affinché l’Europa possa rimanere competitiva e mantenere questa eccellenza industriale. Il settore crocieristico è inoltre motore di innovazione aggiunge Maubanc che investe oggi in nuove tecnologie e nuove soluzioni energetiche sostenibili che si applicheranno in futuro a tutto il settore marittimo».

L’IMPATTO SUGLI SCALI

Ma il dossier di Clia va oltre l’impatto economico del varo di una nave. C’è poi la vita della nave, simile alla vita di una vera e propria azienda che prosegue per decenni a produrre, moltiplicando sul territorio il valore di costruzione della nave stessa. Secondo Clia, in Europa si contano più di 350 porti, di cui ben 60 in Italia, e ogni volta che una nave attracca in uno di essi genera sviluppo delle comunità costiere e dei fornitori della zona, anche perché le compagnie si impegnano a utilizzare e diffondere i prodotti locali. I crocieristi, insomma, sono per Clia «fonte di spesa diretta, che in media è di 700 euro per passeggero nelle città portuali durante una crociera di sette giorni, che in Italia ammonta in totale a 1,4 miliardi di euro l’anno».

Il rapporto mette anche in evidenza che più del 50% dei croceristi torna a visitare le località negli anni successivi, mostrando l’efficacia delle crociere quale strumento di marketing turistico e territoriale. A ciò si deve sommare la spesa delle compagnie per gli approvvigionamenti che arriva 2,4 miliardi di euro l’anno; per i lavori nei cantieri navali (2,6 miliardi) e per gli stipendi (3 miliardi l’anno). Le previsioni per il 2025? Il Mediterraneo sarà ancora la meta preferita. E all’interno del Mediterraneo Napoli avrà un ruolo centrale. Msc Crociere, ad esempio, avrà a Napoli ben 126 scali, più di due a settimana. Costa Crociere, invece, 2025 avrà 39 scali: Costa Smeralda (tutti i mercoledì dal 16 aprile al 19 novembre), Costa Fascinosa (in autunno). Nell’estate 2025 Costa avrà 6 navi nel Mediterraneo, 3 nella parte occidentale e 3 in quella orientale. Per Msc Crociere, invece, saranno ben 15 le navi che toccheranno nel 2025 i porti del Mediterraneo.

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