CHIUDE LA CASA DEI GIOVANI: CI SARA’ NUOVA VITA?

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Da mesi, nella nostra città, si vive l’urgenza legata all’inidoneità di alcuni edifici scolastici ad ospitare gli alunni.  Per assicurare che i giovani reggini possano ordinatamente frequentare l’anno scolastico, l’Amministrazione Comunale ha stabilito che, tra i diversi beni del patrimonio pubblico, alcune classi della Scuola dell’Infanzia Melissari fossero trasferite nella attuale Casa dei Giovani “Peppe Condello”, gestita con dedizione dall’associazione Attendiamoci sin dal 2007.

È proprio dal 2007, infatti, che Attendiamoci – nel solco della sua ultraventennale attività educativa a servizio anche dei giovani della nostra città – gestisce la (itinerante) Casa dei Giovani. Il frutto di un’elaborata attività progettuale e di una faticosa esecuzione delle misure proposte alla cittadinanza.

Essendo trascorso così tanto tempo dagli albori, è necessario fare un po’ di memoria. Proprio in quegli anni, sulla scorta dell’esperienza concreta di decine di educatori e volontari attivi e dediti alla mission associativa, l’Associazione elaborava e proponeva il progetto “Spazio, Tempo, Vita”. Una proposta tanto semplice quanto rivoluzionaria: scommettere sul domani e, quindi, sulle persone in carne e ossa da cui esso originerà e prenderà forma.

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Avendo, poi, vinto un bando pubblico ed essendo intervenuta l’assegnazione di un primo immobile, Attendiamoci ha trasformato il tessuto urbano della periferia nord della città, avviando la “Casa dei Giovani” in un vecchio appartamento sul Viale Amendola, a pochi passi dal polo universitario reggino. Anni entusiasmanti, centinaia di partecipanti ai cammini formativi, agli incontri serali. Tanto lavoro gratuito e tanta gioia e vita quando, tuttavia, l’esigenza di collocare lì gli uffici dell’Agenzia Nazionale per i Beni Confiscati imponeva il trasloco in un’altra sede, così da poter continuare a dare piena esecuzione al progetto pensato e vissuto quale servizio alla Città.

Sebbene qualche anno dopo l’Agenzia lasciasse Reggio Calabria per trasferire i propri uffici principali nella Capitale, il trasloco era ormai compiuto: nel 2013, con grande senso di responsabilità, infatti, una delle più belle espressioni della Città (giovani e adulti, insieme) si prodigò immediatamente nelle attività di sgombero, con la certezza che il Comune non avrebbe messo a rischio la prosecuzione di un’attività così preziosa. Una soluzione sarebbe stata trovata: e così è stato. L’Amministrazione dei Commissari prefettizi e i dirigenti del comune trovarono una sede. Una scuola da tempo abbandonata e che aveva bisogno di essere rianimata. Attendiamoci approdò quindi alla nuova Casa dei Giovani, in via Cardinale Portanova, (oggi via don Italo Calabrò, un grande sacerdote ed educatore) e, prima di allora, plesso della scuola “Italo Falcomatà”. I due grandi Italo, educatori di Reggio, si riunivano in un progetto a beneficio dei giovani, veicolato da Attendiamoci.

La casa fu dedicata all’amato “Peppe Condello”, un giovane scomparso tragicamente e che, in Attendiamoci e nella Casa dei Giovani, aveva trovato un’altra famiglia, un’altra casa; complementari a quella per nascita e a quella del mondo cestistico che tanto amava.

Nella nuova sede è ripartito il vortice nel quale si sono felicemente agitati tutti coloro i quali hanno avuto in sorte l’opportunità di incrociare la grazia sociale connaturata all’Associazione, imperniata sul volontariato e già diventata punto di riferimento nel contesto reggino e nazionale. Una serie di attività impressionanti: decine di corsi per acquisire competenze spendibili sul mercato del lavoro; cammini formativi tesi a dare forma allo spirito ed alla personalità dei giovani; gioco e sport in una città con una fame atavica di aggregazione; eventi aggregativi; appuntamenti dedicati alla musica classica ed alla cultura; laboratori teatrali; spazi in cui studiare ed essere accompagnati a farlo da una schiera di professori volontari. Stanze dove fare teatro, mostre, una sala dentro la quale inventare ed incidere musica dedicata alla memoria di Luana Caminiti, una ragazza sfortunata che in Attendiamoci aveva creduto e su cui aveva riposto emotivamente le sue fragilità. Come, prima e dopo di lei, hanno fatto altre migliaia di suoi coetanei. Collaborazioni con le scuole, supporto universitario, consulenze mediche preventive e gratuite per giovani in condizioni di difficoltà.

Uno slancio incontenibile, documentato anche da svariate testimonianze giornalistiche a carattere nazionale, riversatosi sul panorama cittadino anche negli ultimi sette anni con un laboratorio teatrale che ha prodotto musical sbalorditivi, messi in scena non solo a Reggio Calabria e capaci di unire in un sogno comune fino a tantissimi giovani che “qui sono stati a casa”.

Un lavoro, quello di “Attendiamoci”, incessante e che sempre continua. Un servizio che ha ricevuto il plauso ed il sostegno di ministri e sottosegretari, Rettori e Prefetti, sindaci e magistrati: tutti perfettamente consapevoli di quanto sia fecondo per il destino della collettività occuparsi, con professionalità e dedizione esemplari, alla crescita di chi si affaccia alla vita non conoscendo i pericoli nascosti dietro comunicazioni e relazioni da tessere nei diversi ambiti della quotidianità. Un modello nazionale, quello della Casa dei Giovani, che ha contribuito a scrivere le linee guida ministeriali dei nuovi centri di prossimità educativa dei quali anche Reggio si dovrebbe dotare. 

Così come nel 2013, anche oggi la Casa dei Giovani, tenda in mezzo alla città, si appresta a chiudere le proprie porte per lasciar spazio ad altre esigenze: assicurare agli studenti un luogo in cui potersi formare ed educare. Non si dubita che essa, tuttavia, aprirà altrove le proprie porte, come ha già fatto in passato, per le sue finalità ultime: assicurare a tutti i giovani un luogo in cui poter crescere e nel quale potersi educare alle relazioni autentiche. La fiducia che questa Amministrazione abbia la capacità di comprensione autentica dei bisogni della Città e la lungimiranza di assicurare soluzioni efficaci per venire incontro a questi bisogni fa sperare che la Casa dei Giovani “Peppe Condello” possa, quindi, avere una nuova vita. Per Reggio. Per tutti.

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