”Colpa del Codice appalti”" title=""/>
Nuova pesante tegola per le agenzie di viaggi specializzate nel turismo scolastico: in assenza di una deroga alla norma contenuta nel Codice appalti che consente gli affidamenti sopra i 140mila euro solo alle “stazioni appaltanti”, quali dovrebbero diventare anche le scuole, molti presidi hanno deciso di non avviare alcuna iniziativa per i viaggi d’istruzione e gite per l’anno scolastico 2024/25.
Lo stallo si era già prospettato lo scorso anno ma sul filo di lana, a febbraio, l’Autorità Anticorruzione – su richiesta del ministero dell’Istruzione – aveva deciso di congelare la novità e consentire alle scuole di procedere secondo le vecchie regole fino al 30 settembre 2024. Ma lo scoglio si è ora ripresentato e i dirigenti scolastici, in base alle nuove regole, dovrebbero organizzare una gita scolastica come se fosse un qualsiasi appalto pubblico, con nuovo procedure e soprattutto senza avere le competenze e il personale a disposizione nelle segreterie scolastiche.
Al Sole 24 Ore il presidente di Fiavet Giuseppe Ciminnisi ha espresso le sue preoccupazioni: «I problemi sono molti di più e come Fiavet abbiamo chiesto una serie di norme semplificative e unitarie per tutta Italia. Le abbiamo presentate due anni fa e nonostante il nostro sollecito di agosto, finora ci è stato chiesto solo di discutere l’indice».
Uno dei punti più controversi riguarda l’applicazione ai viaggi d’istruzione sia del Codice appalti e sia del Codice del turismo. «Ma se il primo serve a gestire fondi pubblici – si chiede Ciminnisi – che c’entrano le gite scolastiche che vengono pagate dalle famiglie»? Da qui la richiesta di Fiavet, avanzata più volte e in più sedi, che il «turismo scolastico venga escluso dal Codice appalti». Anche per evitare che «due Codici finiscano per scontrarsi sulla stessa materia».
In un comunicato congiunto, le associazioni di categoria del turismo organizzato Fto, Aidit, Aiav, Assoviaggi e Maavi hanno aggiunto: “Costringere l’organizzazione dei viaggi scolastici dentro la gabbia del Codice appalti senza le necessarie calibrature rischia di uccidere un settore che muove l’economia del turismo e rappresenta una leva di crescita formativa e culturale insostituibile per i nostri ragazzi. Le gite di istruzione non sono un appalto di servizio tradizionale. La progettazione su misura dei viaggi e la variabilità delle condizioni, come numero di adesioni, oscillazione dei prezzi e disponibilità dei servizi turistici, rendono le tempistiche e una continua condivisione delle informazioni fattori critici di successo. Peraltro, non si tratta dell’utilizzo di soldi pubblici, ma di risorse delle famiglie che le scuole devono sfruttare al meglio come mediatori tra i nuclei e le imprese turistiche. Dunque, non possiamo che esprimere una fortissima preoccupazione rispetto al rischio che si rinunci del tutto a questi importanti momenti educativi e didattici”.
Affidare la gestione delle gare d’appalto e l’organizzazione dei viaggi di istruzione agli Uffici scolastici regionali, strutture oggi non pronte a gestire questa mole di attività, significherebbe dunque far inceppare la macchina. “E comunque il rimpallo tra stazione appaltante, istituto scolastico, famiglie e agenzie di viaggi aumenterebbe la complessità delle procedure, con un allungamento delle tempistiche che impatterebbe su prezzi e disponibilità di voli e alberghi – prosegue la nota – Molti dirigenti scolastici hanno già comunicato che non faranno più viaggi e questa rappresenta una sconfitta per tutti. La scadenza della deroga Anac, i suoi effetti e la ricerca di soluzioni andavano affrontati molto prima. Dopo due anni di lavoro, il tavolo di concertazione con i ministeri di Istruzione e Turismo per la revisione, armonizzazione e semplificazione delle procedure ha prodotto scarsi risultati. A questo tavolo le associazioni del turismo organizzato hanno sempre offerto disponibilità e presentato proposte. Ma ora necessitiamo di urgenti risposte concrete”.
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