Lettera a Tito, Badolato tra i venti borghi da non perdere in Calabria

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  09 dicembre 2024 11:18

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di DOMENICO LANCIANO

Caro Tito, lo si sapeva già da molto più tempo che Badolato è un borgo assai bello, caratteristico e persino magico, addirittura ancora prima del 7 ottobre 1986 quando per la prima volta è balzato agli onori della cronaca internazionale (stampa, social e televisiva) come “paese in vendita” e poi nel 1997 come borgo d’accoglienza e così la gente è rimasta incantata da questo grumo di case tanto coese da sembrare un presepe!… Poi è entrato ufficialmente nell’Olimpo dei borghi più belli d’Italia il 14 gennaio 2023 con la dichiarazione (diploma e la bandiera) dell’Associazione dei Borghi più belli d’Italia (unico nell’intera provincia di Catanzaro tra Jonio e Tirreno). E, ancora meglio, per averne ottenuta la consacrazione popolare (nazionale ed estera) nell’aprile 2024 con il secondo posto (proprio sul filo di lana, perché avrebbe dovuto essere PRIMO e noi sappiamo perché) nel concorso televisivo di Rai Tre (trasmissione turistica “Kilimangiaro”) per come votato plebiscitariamente dall’estesissima platea dei telespettatori.

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IL MERITO DI RUBETTINO E DI GIANFRANCESCO SOLFERINO

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Tuttavia, a consacrarne l’imperdibile bellezza di Badolato, ci avevano pensato qualche anno prima (nel 2010) l’Editore Rubbettino e lo scrittore Gianfrancesco Solferino, quando hanno deciso di pubblicare le 136 pagine del libro << 20 borghi da non perdere in Calabria >>. Assieme a Badolato, compaiono altri quattro borghi della provincia di Catanzaro (Squillace, Tiriolo, Cropani e Taverna); due della provincia di Crotone (Santa Severina e Caccùri); sei della provincia di Cosenza (Aieta, Oriolo, Morano Calabro, Civita, Altomonte e Aiello Calabro); due della provincia di Vibo Valentia (Serra San Bruno e Tropea); quattro della provincia di Reggio Calabria (Stilo, Gerace, Bova e Scilla). Non so che criterio abbiano usato su tale “TOP TWENTY” il bravissimo autore Solferino e l’ottimo editore Rubbettino (visto che non figurano luoghi più celebrati di alcuni in elenco). Ma va bene così. Questi venti borghi sono la punta diamante dei 400 e più Comuni, tutti bellissimi, della nostra “Calabria bellezza sublime”.

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Nelle pagine interne, il libro (cm 15 x 21) si apre con una stupenda e straziante poesia d’amore alla Calabria di Franco Costabile, di cui, in questo 2024 ormai agli sgoccioli, ricorre il centenario della nascita. Segue poi la rassegna dei 20 borghi. Oltre a alcune fascinose foto, il testo descrittivo offre al lettore le informazioni più importanti e le seducenti suggestioni sui luoghi (specialmente come caratteristiche urbane, naturali, culturali ed artistiche) … ma soprattutto suscita quella curiosità irresistibile di visitare non soltanto i 20 borghi qui selezionati, ma (appunto) tutta tutta la “Calabria bellezza sublime” per come e quanto ricca di amenità, di storia e di attrattive che spingono ad una maggiore e migliore identità ed orgoglio calabrese. Ne nasce una Calabria-Nazione a sé, per come ereditata fin dall’antichità, quando (3500 anni fa circa) Re Italo diede a questa terra tra due mari il nome Italia che, secolo dopo secolo e con alterne vicende, si è esteso fino alle Alpi e alle isole. Unendo definitivamente questo territorio che divide in due il Mediterraneo, come ponte verso Sud, Oriente ed Occidente, avendo sempre il Nord a corona della sua Storia ultramillenaria.

COLTIVARE LA CULTURA E L’ORGOGLIO CALABRESE

Caro Tito, leggendo questo libro di Gianfrancesco Solferino (per come edito da Rubbettino nell’ottobre 2020) mi sono chiesto come si può coltivare e trasmettere bene la Cultura calabrese (base per l’orgoglio e per sorreggere bene l’identità di un popolo come il nostro, martoriato da ben 22 secoli di invasioni straniere) se non ci sono a sufficienza centri di lettura capillari o itineranti, biblioteche in ogni Comune e uno speciale “Scaffale calabrese” in ogni Scuola. Come fa, ad esempio, oggi come oggi una Regione come la Calabria a non avere una mostra-mercato del libro calabrese almeno annuale e, anno per anno, a turno nelle principali città comprensoriali del nostro territorio. Una fiera-evento assieme ad altre piccole o grandi “Festa del Libro” (soprattutto calabrese) nei territori omogenei?… Sono decenni che esorto la Regione Calabria a realizzare un’aggregazione stabile o un’associazione tra persone di cultura, scrittori, editori, artisti, promotori turistici e così via perché si faccia fronte comune per risollevare al meglio le sorti etiche, morali, socio-economiche della Calabria, pure come adeguata dignità e visibilità nazionale ed estera. Niente. Ancora non si capisce bene che tutto ciò può generare economia di qualità oltre che prestigio e maggiore dignità. In particolare, urge dare spazio agli imprenditori esteri (ex emigrati) che intendono investine in Calabria. Ne abbiamo scritto spesso ma inutilmente in queste nostre accorate Lettere.

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Ricordo che, quando ero bibliotecario precario nel 1981-82 (per la prima volta), l’Assessorato regionale alla Cultura inviava gratuitamente e puntualmente alle biblioteche comunali tutti i libri scritti sulla Calabria; così come le principali riviste, persino quelle di cultura arbereshe (albanese) o grecaniche … era un ottimo modo di tenere legate tutte le componenti socio-culturali del nostro popolo.

Inoltre, pubblicava da se stessa mensilmente delle riviste, tutte tese a tenere vive le radici e le tematiche calabresi in generale e nei particolari, tenendo connesso il territorio e gli emigrati nel resto d’Italia e all’estero. Adesso ci lamentiamo che tali valori si siano affievoliti e che non esiste adeguata “coesione” e vera “identità”. A chi giova tale sfaldamento?… Invece URGE COLTIVARE LA CULTURA. Ovvio. Senza Cultura decade la qualità della vita e il senso d sé.

E con la Cultura fatta bene si mangia e come!!!… Ci sono in giro per l’Italia e nel mondo chiari esempi di come e quanto la cultura possa incoraggiare e trascinare in alto pure l’economia, l’industria avanzata, la ricerca, la considerazione e l’affetto.

Il prestigio di una Nazione, di un Popolo. Buona parte del benessere italiano è rappresentato proprio dagli attrattori culturali (e, quindi, turistici) contribuendo assai al cosiddetto PIL (Prodotto Interno Lordo). E, ripeto, alla qualità della vita.

VISITARE LA CALABRIA E’ IL PRIMO IMPEGNO DI TUTTI

E la Cultura, Caro Tito, si coltiva anche esercitandola in presenza. A me pare che non ci sia miglior esercizio (personale e sociale) che impegnarsi a visitare e, quindi, conoscere tutti i paesi, le città e gli altri luoghi della Calabria. Per conoscere intendo non soltanto recarsi di persona nei territori ma anche studiare il più possibile la storia e le peculiarità di ogni Comunità. Ed è cosa da fare fin da piccoli, possibilmente con la Scuola, con la famiglia, le parrocchie o altre stazioni socio-pedagogiche. Anzi, farebbe bene la stessa Regione ad organizzare gite, pure di un solo giorno, ed escursioni per permettere agli stessi calabresi di conoscere la Calabria. Come ad esempio, fanno alcune Associazioni, tra cui il Club Unesco “Re Italo” di Reggio Calabria (presidente l’arch. Alberto Gioffré), che organizzano gite periodiche o addirittura settimanali, zona per zona, in modo tale da avere almeno un’idea del nostro territorio (che poi ognuno di noi può approfondire, per interesse o simpatia, per sintonia o curiosità). Ciò significa pure avere coscienza culturale ma anche economica delle possibilità di ogni comprensorio calabrese. Soprattutto così, tra tanto altro, la CALABRA SARA’ VERAMENTE DEI CALABRESI.

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Più di una volta, in queste mie Lettere, ho scritto sulla necessità prioritaria di visitare e conoscere il più possibile il nostro territorio con escursioni singole o collettive; specialmente tramite una adeguata o prioritaria programmazione personale o familiare o di comunità. Fin da bambino ero smanioso di conoscere i paesi vicini al mio luogo natìo.

Ed ho cercato di realizzare un “inventario” sistematico e di curiosità, giungendo, piano piano ad avere almeno un’idea della stessa Calabria e poi delle maggiori città e regioni italiane.

Inoltre, pur con i miei risibili mezzi economici, ho avuto modo di vedere da vicino Paesi e continenti per me interessanti, giusto per farmi un’idea o per capire. CAPIRE … è una delle cose più belle al mondo!… E negli anni che sono stato a Roma (per studio o per lavoro) ho cercato di frequentare ambienti il più possibile internazionali; giungendo alla convinzione che << Si può persino non andare in giro per il mondo perché è il mondo che viene a Roma >> … basta frequentare i luoghi giusti.

Seppure in minore misura, lo stesso vale per alcuni posti della Calabria che gode di un più evidente turismo internazionale.

LA CALABRIA VISTA DAI CALABRESI: VITO MAIDA (1946-2004)

Assieme ai resoconti dei grandi viaggiatori italiani ed esteri del passato, sarebbe bello ed utile poter avere una raccolta di narrazioni fatte da quei calabresi che hanno intenzionalmente voluto girare la Calabria per conoscere, capire e scoprire. Come, ad esempio, l’indimenticato amico e poeta Vito Maida, di cui l’imminente mercoledì 18 dicembre 2024 segna il ventennale dalla scomparsa (e a tal proposito alle ore 18, in suo ricordo e suffragio, ci sarà una Messa alla Parrocchia di Soverato). Vito era un grande viaggiatore calabrese dentro la Calabria e dentro se stesso. Ed uso il termine “dentro” non soltanto indicando i confini territoriali regionali, ma anche “dentro” l’anima della Calabria che arricchiva enormemente la sua. Con grande entusiasmo Vito mi faceva spesso i rendiconti descrittivi ed emozionali delle sue escursioni “dentro la Calabria” (sublime) specialmente alla ricerca di eremi ed eremiti per quella fame di spiritualità che lo distingueva. E che spesso traduceva in fotografie stupende oppure in splendidi versi poetici. Vito Maida (assieme all’indimenticato Gianni Pitingolo, ischitano di Soverato, e a pochi altri) è uno dei miei migliori “maestri di calabresità”. Se ho la “calabresìte cronica, acuta ed inguaribile” è pure grazie a Loro. Ma il mio più grande Maestro anche di calabresità è stato mio padre!… Indispensabile appare l’impronta dei genitori e della famiglia in genere su tali sentimenti necessari come felicità personale e identità di popolo.

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Vito Maida 

Ed ecco come lo ricorda un suo fedele e fraterno amico, Gaetano Drosi di Davoli, con il quale ha anche creato delle bellissime canzoni proprio sulla Calabria, poi cantate dal gruppo del Nuovo Folk I FIGLI DI CALABRIA di Soverato al quale appartenevano: << Ho visto e rivisto scorrere nella mia mente i percorsi di quei tanti pomeriggi dei primi anni settanta in cui, io e lui (cioè Vito Maida, ndr) affamati di cultura e di conoscenza, a bordo della sua A112, perlustravamo  ?  alla ricerca delle comuni radici storiche o dei peculiari e particolari riti, usi e costumi  ?   senza meta e senza orari, alternativamente, i paesini della presila catanzarese e dell’entroterra serrese o di quelli a ridosso della S.S. 106, al confine tra le province di Catanzaro e Reggio Calabria.

Quello di Vito e con Vito era effettivamente, per usare l’espressiva e pertinente locuzione di Luigi Bianco, un «perlustrare con meraviglia ed entusiasmo». >>. Presto, molto presto leggeremo di più. Ti terrò aggiornato.

AUMENTANO LE ATTRATTIVE LUDICHE DI BADOLATO

Sempre riguardo i grandi successi anche internazionali accumulati da Badolato su cinema, televisioni, radio, giornali cartacei, web e altri siti social ed editoriali … mi chiedo come fanno i badolatesi presenti e futuri ad averne memoria se non esiste un Archivio e/o una Biblioteca comunale in grado di conservare e valorizzare tutto ciò, pure a beneficio di immancabili studiosi o di curiosi?… Non capiscono gli Amministratori che con il passar veloce del tempo non lasceranno adeguata memoria di Loro stessi senza tali strutture stabili e strategiche di storia e cultura??? … Ad esempio, come si farà (fra 20 – 30 – 50 anni e più) a ricordarsi che l’attuale sindaco Giuseppe Nicola Parretta è stato promotore della brillante ma tanto discussa idea della “Cascata del Girone” se nessun Archivio o Biblioteca ne conserverà la più varia e completa documentazione? … Vedi, allora, caro Tito, come la mancata lungimiranza degli Amministratori gioca contro Loro stessi, già per prima!!!

Sembra quasi inutile (ai fini del tempo che passa e della Storia che rimane) aumentare le attrattive ludiche e socio-turistiche di Badolato senza preparare per ogni evento una documentazione (cartacea, video-fotografica, ecc.) ad uso di cittadini e studiosi. Cosa resterà di tutto ciò che è avvenuto a Badolato nel tempo, specialmente negli ultimi decenni (quando abbondano i giornali, i libri, i film che descrivono l’epopea di questo paese)?… Che fine farà questo stesso libro di oggi <<< 20 borghi da non perdere in Calabria >> che tanto ci onora? … Ammesso che il << Sindaco o chi per Lui >> voglia acquistarlo non perché vada disperso o inutilizzato (come tanti altri libri chiusi in una stanza e impolverati) ma perché ne resti consultazione attiva e futura

BADOLATO AUTOLESIONISTA A MEMORIA PERSA

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Non a caso, ad esempio,  è invalsa ormai l’abitudine di affermare (specialmente con i mezzi di comunicazione sociale e in particolare da amministratori in carica o ex amministratori) che la riscossa contro lo spopolamento e la rivitalizzazione di Badolato sia iniziata dal 1997 dallo sbarco della nave Ararat con i profughi curdi accolti nel borgo … invece di dire che la lotta contro lo svuotamento del borgo è iniziata il 7 ottobre 1986 con la vicenda del “paese in vendita” … Se si cita sempre l’Ararat si perde così il primato di tale lotta rispetto ad altri Comuni che hanno cominciato molto dopo o per niente affatto!!!…. Si può essere più autolesionisti di così?… Ritengo che altro esempio di memoria persa potrebbe essere riferita a coloro i quali hanno pensato di realizzare la cosiddetta “Cascata del Girone”.  Si sono dimenticati i traumi delle alluvioni che hanno colpito Badolato borgo nei secoli e, in particolare, quella più grave del 1951 che ha dato inizio all’abbandono progressivo di tale paese che da quasi cinquemila abitanti è passato ad appena 140 circa persone che vi risiedono normalmente d’inverno? … E si sono dimenticati della crisi idrica e dei costi che avrebbero potuto essere utilizzati a fini più concreti e vantaggiosi per tutti?…

E si sono dimenticati che Badolato è il borgo del silenzio?…

Quanto inciderà l’ineliminabile rumore della cascata su tutto il paese, specialmente di notte quando c’è più silenzio e specialmente d’estate? …

Valeva la pensa spendere tutti questi soldi che avrebbero potuto essere spesi in strutture più utili (anche se più riservate) come una Biblioteca o un Archivio?… Benedetti i soldi spesi per la stradina che porta dal Girone alla chiesa dell’Immacolata, presentando non soltanto una dovuta comodità ma anche una balconata da incanto sullo Jonio!…

Ho saputo che, purtroppo, a causa del maltempo, la Cascata e tale stradina  (denominata Percorso dell’emigrante) non sono stati inaugurati sabato 07 dicembre sera … ma sto ricevendo da giorni molte lamentele e critiche per la Cascata definita inutile e dannosa pure da persone anziane e sagge.

Personalmente raccolgo e riferisco pareri, non essendo in loco per vedere e ascoltare. Può anche darsi che le cose stiano diversamente da quanto mi viene riferito …

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Tuttavia pare che, a parte i costi di funzionamento e di manutenzione, ci siano delle criticità piuttosto serie (pure a parere di qualche tecnico). Chi vivrà vedrà. Come giornalista ho solo il compito di riferire i diversi pareri. Come cittadino ed ex bibliotecario, ritengo che i 120mila euro spesi per tale Cascata (come attrattiva ludica) avrebbero potuto essere meglio impiegati per riattivare e far funzionare la Biblioteca affiancando un funzionante Archivio Comunale. In passato Badolato è stato paese-pioniere e prototipo in tante piccole e grandi attività sociali. Chi lo sa adesso? … Purtroppo, Badolato sta diventando sempre più un “borgo ludico” … e non so con quali e quanti concreti benefici. Probabilmente avrebbe potuto significare di meglio. E di più. Purtroppo, la regressione storica è piuttosto evidente!

L’EFFETTO BANDIERA (turistica)

Caro Tito, tuttavia bisogna dare atto che (come va l’Italia e il mondo adesso, sempre più vuoti e ludici) l’effetto bandiera promozionale (specialmente turistica) di un territorio è ancora grande, efficace ed importante. Forse pure utile a contrastare (per ciò che è possibile e non avendo o cercando di meglio) l’impoverimento, lo spopolamento e l’emigrazione. E bene ha fatto, ad esempio, il Sindaco Parretta a procurare a Badolato la bandiera (arancione?) e l’Attestato RAI di uno dei borghi più belli d’Italia. Speriamo che mantenga i necessari parametri richiesti. Ho notato che i paesi o le cittadine che hanno la bandiera blu (per il mare ed i laghi), la bandiera verde (località balneare adatta all’infanzia), la bandiera arancione del Touring Club (per la qualità turistico-ambientale dei paesi dell’entroterra italiano con meno di 15mila abitanti) hanno notevoli riscontri turistici-pubblicitari… E così via per altri slogan, diplomi e bandiere.

Abitando prevalentemente in Agnone del Molise, ho notato che da quando ha ottenuto la “bandiera arancione” questa città è molto più ben tenuta, curata ed interessante. Tuttavia tutti questi espedienti turistici non ha evitato che l’Anagrafe comunale perdesse, anno dopo anno, molti cittadini per trasferimento definitivo.

Come la mettiamo allora?… Bisogna curare l’immagine o la sostanza? … Ed abbiamo misurato i benefici di tutte queste bandiere e pubblicità sui vari settori di una Comunità?… Sono palliativi?… Certo, sarebbe molto peggio se, a motivo di mancato turismo, ci fossero più emigrati. Bisognerebbe studiare bene i pro e i contro. Come per una azienda privata. Poiché gestire un ente pubblico è ben diverso poiché i soldi sono dei cittadini, non propri. Si può essere più disinvolti. Vero?

SALUTISSIMI

Caro Tito, comunque, da quando mi interesso di lotta contro lo spopolamento (cioè dall’estate 1974) ho visto soltanto sfaceli. Nessun provvedimento o contrasto davvero utile. Lo svuotamento dei paesi, delle ruralità e delle città del Sud è paurosamente aumentato … tanto che ritengo che ormai siamo arrivati quasi ad un punto di non ritorno. Come ho affermato alla telecamera del collega giornalista Celeste Barbato della RAI di Campobasso, alle ore 16 di sabato 07 dicembre 2024. Ormai lo spopolamento è simile ad un cancro che ci divora ed invece di cure intensive e di terapie d’urto ci danno le noccioline (come ho già detto in << https://www.costajonicaweb.it/lettere-a-tito-n-491-per-la-il-sud-italia-noccioline-e-briciole-ma-anche-mancette-e-manette/ >> da te pubblicata alle ore 16.16 di mercoledì 18 ottobre 2023). Andiamo avanti con i palliativi e le ipnosi.

Infatti ci consoliamo con queste briciole d’orgoglio che rappresentano insufficientemente le varie bandiere e i vari primati. E noi restiamo beati e spensierati per bandiere, attestati e diplomi, mentre invece il nostro territorio muore, i manager delle grandi industrie prendono cento milioni di buona-uscita, gli operai vengono licenziati, i giovani sono in fuga, le prestazioni sanitarie svaniscono e si muore veramente, mentre nel frattempo incombono e paghiamo le guerre e le crisi sociali internazionali a più non posso. Ma che mondo è questo?… E noi perché non ci mobilitiamo per scongiurare tale silenzioso genocidio non soltanto dei popoli ma anche delle nostre ruralità e periferie?… A buon intenditor poche parole dovrebbero bastare. Per il momento penso che possa bastare. Noi ci salutiamo, augurandoci almeno una buona settimana che ci avvicina ancora di più alle distrazioni del Natale, ricorrenza che ha perso la speranza. Mentre i tanti Erodi del mondo fanno strage di donne e di bambini, non soltanto con le guerre ma con ogni dannato genere di sfruttamento e di insignificanza. Alla prossima “Lettera n. 579” (sempre se il Ciel ci aiuta). Cordialità a tutti. Domenico Lanciano (www.costajonicaweb.it)

ITER-City, domenica 08 dicembre 2024 ore 18.23 – Da 57 anni (dal settembre 1967) il mio motto di Wita è “Fecondare in questo infinito il metro del mio deserto” (con Amore). Le foto mi sono state fornite dagli interessati o sono state prese dal web libero e sicuro.



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