Caserta si è vestita a festa: con l’albero di Natale offerto dalla Camera di Commercio, con le luci nelle strade realizzate grazie all’autotassazione degli esercenti che insistono, con i loro negozi, sulle singole vie. Ora si aspetta che queste attività possano dare un impulso apprezzabile al commercio, trainate, sebbene parzialmente, come sempre dall’unico grande attrattore che rimane la Reggia. Ed è questo lo spirito alla base dell’iniziativa di Confcommercio e Fipe, che hanno illuminato corso Trieste.
«Anche quest’anno abbiamo voluto dare il nostro contributo, accendendo i riflettori su quello che dovrebbe essere il cuore della vita commerciale della città ma che negli ultimi tempi continua a perdere appeal. Abbiamo voluto, insomma, lanciare un segnale, seppur minimo, al territorio – spiega il presidente provinciale di Confcommercio Caserta, Lucio Sindaco – che sta vivendo una fase di declino. Le poche iniziative programmate in città non sono sufficienti, infatti, ad attrarre il turismo di qualità che meriterebbe, né a conferire al capoluogo la visibilità necessaria».
Resta il problema dei parcheggi, così come quello del traffico. «L’offerta dei servizi – continua – andrebbe implementata così come gli eventi in grado da fungere da attrattori. Nonostante ciò, anche questo Natale, Confcommercio ha voluto fare la sua parte. Speriamo che questo possa spronare in futuro anche le altre realtà del territorio a fare lo stesso» L’altro obiettivo è quello di mostrare che «insieme si può» e che, senza la necessaria sinergia, si sprecano le forze e non si ottiene il risultato sperato.
«Con questa iniziativa – spiega, infatti, Giuseppe Russo, presidente provinciale Fipe Confcommercio – denominata Corsi di luce Food in Festa, i pubblici esercizi hanno inteso fare squadra, consapevoli che solo condividendo idee e progetti, si possono raggiungere risultati con ricadute positive per il territorio. L’auspicio è un risveglio generale. Il turismo sta crescendo in termini numerici ma tanto c’è ancora da fare sul piano della promozione e dello sviluppo». E si torna a parlare della tassa di soggiorno, sulla quale in tanti appuntano le speranze. «Gli introiti che si ricaveranno da questo contributo rappresenteranno – continua Russo – risorse importanti per la comunità da destinare alla programmazione e alla valorizzazione».
Gli operatori
E proprio la mancata programmazione è, secondo l’imprenditore commerciale Mario D’Anna, il vero tallone d’Achille di qualsiasi idea di promozione del territorio. «Sono amareggiato – dice – per come stanno andando le cose: non è così che si può pensare di risollevare la situazione di una città in netto declino. C’è bisogno di programmare, appunto, di fare progetti a lungo e medio termine, di avere idee innovative altrimenti la decadenza sarà irreversibile. Un ruolo attivo in questo senso potrebbero averlo anche le associazioni di categoria. Ricordo che quando ero in Camera di Commercio, fummo noi a proporre i Percorsi di luce alla Reggia, un evento durato troppo poco ma che ebbe un successo straordinario. Invece, oggi, ci si limita a regalare l’albero: ben poca cosa rispetto a ciò che l’ente camerale potrebbe fare».
D’Anna aggiunge: «Basta guardarsi intorno senza andare troppo lontano: a Salerno la Camera di Commercio contribuisce in modo sostanziale alle attività che vi si organizzano, oltre, ovviamente, a quanto già investe la Regione per quella città. E, sull’altro versante, l’esempio virtuoso è Gaeta che in pochi anni è riuscita a diventare un punto di riferimento anche per il turismo natalizio. Qui, invece, per avere qualche addobbo, noi esercenti dobbiamo autotassarci, una cosa che non avviene da nessuna parte». E poi c’è la questione del decoro e dell’accoglienza. Un punto dolente che penalizza l’immagine di Caserta.
«Sul corso Trieste nulla è cambiato, nonostante le nostre lamentele che – dice Domenico Tramontano, titolare di un negozio di abbigliamento da uomo – non sono mai fini a se stesse. Le nostre critiche vorrebbero essere, semmai, uno sprone a fare meglio e a non sprecare risorse e idee. Ad esempio, l’iniziativa dello street food in svolgimento non sarebbe meglio organizzarla in un altro periodo dell’anno? In giorni meno affollati sarebbe un modo per vivacizzare le attività senza creare, come succede ora, confusione proprio intorno a Natale, distraendo così i potenziali acquirenti».
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