Pensioni 2025 ecco la lista definitiva di tutte le misure per andarci

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Alla luce di quanto è stato fatto nella legge di Bilancio 2024, cioè quella che non appena sarà approvata definitivamente dal parlamento entrerà in vigore dal primo gennaio, ecco sulle pensioni 2025 la lista definitiva di tutte le misure che potranno sfruttare i lavoratori.
Misure di pensionamento anticipato, pensionamento ordinario, misure in deroga e così via dicendo. Il ventaglio di opzioni che ha a disposizione un lavoratore nel 2025 è davvero vasto. Tra misure strutturali, misure prorogate, deroghe ancora in vigore e con tutti i vari canali di uscita, ecco il quadro completo.

La pensione di vecchiaia 2025 distingue tra contributivi puri e non

La pensione di vecchiaia 2025 è una misura strutturale del sistema che permette di andare in pensione al raggiungimento della giusta età pensionabile. Bastano infatti 67 anni di età e 20 anni di contributi versati. Ma se il lavoratore è un contributivo puro perché ha iniziato a versare i contributi solo dopo il 1995, ai due requisiti prima citati si aggiunge quello della pensione spettante che non può essere inferiore all’assegno sociale INPS, cioè a circa 536 euro al mese.

Sempre pensione di vecchiaia è ma si tratta della soluzione definitiva per i contributivi puri prima citati, cioè per quelli che magari non riescono a centrare la pensione a 67 anni perché non raggiungono l’importo minimo della pensione o non raggiungono i 20 anni di contributi. Chi è privo di versamenti al 31 dicembre 1995 può andare in pensione di vecchiaia a 71 anni con soli 5 anni di contributi. Sempre pensione di vecchiaia è, quella anticipata per invalidità pensionabile. Basta raggiungere una invalidità specifica pari almeno all’80% e con 56 anni le donne o 61 anni gli uomini, con 20 anni di versamenti c’è l’anticipo della quiescenza di vecchiaia.

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Pensioni anticipate 2025, addio limiti di età

Si chiama pensione anticipata ordinaria quella che non prevede un limite anagrafico ma che prevede solo un limite contributivo per poter andare finalmente in pensione.

la misura anche nel 2025 prevede il raggiungimento di 41 anni e 10 mesi di contributi versati per le donne e 42 anni e 10 mesi di contributi versati per gli uomini.
Sempre senza limiti di età abbiamo anche la quota 41 per i precoci. La misura, come recita il suo nome, prevede 41 anni come soglia contributiva, nessun limite di età, ma a condizione che di questi 41 anni almeno 12 mesi di contributi siano stati versati anche discontinuamente prima che l’interessato abbia compiuto i suoi primi 19 anni di età.

Attenti però perché la quota 41 non riguarda la generalità dei lavoratori ma solo chi rientra in una delle solite 4 categorie. Bisogna essere per esempio un disoccupato a causa di licenziamento che ha terminato da almeno 3 mesi di prendere la Naspi. Oppure bisogna essere un soggetto che assiste un familiare disabile grave, con cui convive da almeno 6 mesi. O ancora, bisogna essere invalidi al 74% almeno o bisogna aver svolto per 7 degli ultimi 10 anni di carriera una delle 15 attività di lavoro gravoso previste (vale anche se l’attività è svolta da 6 degli ultimi 7 anni).

Ecco altre misure di pensionamento per il 2025

Pensioni anticipate, ma con un prestabilito limite di età ce ne sono tante. Per esempio, chi svolge un lavoro usurante ha diritto alla pensione con quota 97,6, meglio nota come scivolo usuranti.
La misura prevede il raggiungimento di almeno 61 anni e 7 mesi di età, almeno 35 anni di contributi e contestualmente va completata la quota 97,6. La misura riguarda chi svolge una delle attività di lavoro usurante previste e da non confondere con i lavori gravosi della quota 41. A dire il vero chi svolge un lavoro usurante può rientrare anche nella quota 41 precoci prima citata, ma non succede il contrario, ovvero che i lavori gravosi possano dare diritto allo scivolo usuranti.

Tra le categorie più comuni di attività lavorativa che concede la possibilità di pensiona con lo scivolo usuranti abbiamo i lavori notturni, gli addetti alla cosiddetta “linea catena”, i conducenti di veicoli adibiti a servizio pubblico di trasporto pubblico.

Sempre con un limite di età prestabilita c’è anche la pensione anticipata contributiva. Una misura che consente a chi non ha versamenti prima del 1996, di andare in pensione con 64 anni di età e 20 anni di contributi.

L’importante è che la pensione alla data di liquidazione sia pari o superiore a 3 volte l’assegno sociale. Per le donne con un figlio la pensione può essere pari anche a 2,8 volte l’assegno sociale mentre per quelle con più figli avuti può essere pari anche a 2,6 volte l’assegno sociale.

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Proroghe di misure che finivano il 31 dicembre 2024

Nel 2025 sarà possibile anche andare in pensione con l’Ape sociale. Le categorie dei beneficiari sono esattamente le stesse di quelle citate sopra per la pensione di quota 41 precoci. Necessario nel 2025 arrivare a 63 anni e 5 mesi per andare in pensione con l’Ape sociale. E se per i lavori gravosi servono 36 anni di contributi, per invalidi, disoccupati o caregivers bastano 30 anni di contributi.

Sempre nel 2025 confermata pure opzione donna che però riguarda solo 4 specifiche categorie. Possibile andare in pensione con 35 anni di contributi e 59,60 o 61 anni di età, purché vengano completati entrambi i requisiti entro la fine del 2024. L’età come abbiamo scritto è variabile. Perché a 59 anni potranno lasciare il lavoro solo le licenziate o le lavoratrici assunte in aziende che hanno tavoli di crisi aperti al Ministero. Oppure le caregivers e le invalide a condizione che abbiano avuto almeno 2 figli. Altrimenti invalide e caregivers con un figlio devono completare pure i 60 anni di età e senza figli i 61 anni di età.

La pensione flessibile che tutti conoscono come quota 103 è un’altra possibile opzione di pensionamento 2025. Servono 62 anni di età ed almeno 41 anni di contributi versati. Dopo Ape sociale e opzione donna la quota 103 è la terza misura che il governo ha deciso di prorogare nel 2025.

La pensione flessibile e la cristallizzazione del diritto.

Sempre l’anno prossimo ci sarà chi potrà godere del privilegio di sfruttare delle misure ormai cessate o modificate. Così per esempio, tutte le lavoratrici dipendenti che entro la fine del 2021 avevano già completato i 35 anni di contributi, se sono nate fino al 1963 potranno andare in pensione con opzione donna anche se non appartengono alle categorie a cui opzione donna oggi viene destinata. E lo stesso vale per le lavoratrici autonome, purché nate entro il 1962.
Anche le vecchie quota 100 e quota 102 sono misure che cristallizzano il diritto come opzione donna. A dire il vero quota 102 è fuori tempo massimo, perché diventata inutile dal momento che l’interessato dovrebbe aver compiuto 64 anni di età entro la fine del 2022. Ed alla stessa data avrebbe dovuto avere già 38 anni di contributi versati.

Evidente che chi nel 2022 aveva 64 anni di età, nel 2025 avrà 67 anni e quindi potrà andare in pensione di vecchiaia. E senza pensare alla vecchia quota 102. Diverso il caso della quota 100. Misura che per chi è nato nel 1959, consente il pensionamento nel 2025 a 66 anni di età. Purché al 31 dicembre 2021 l’interessato aveva già 38 anni di versamenti.

 

Alcune agevolazioni che anticipano ancora l’età di uscita

Quelle prima citate sono tutte le misure di pensionamento che possono tornare utili ai contribuenti per andare in pensione nel 2025. Va detto però che il sistema è ricco di normative che possono consentire a dei lavoratori di sfruttare le misure già citate in maniera diversa. Ci sono per esempi le finestre di attesa, che per esempio per la quota 103 sono pari a 7 mesi nel settore privato e 9 mesi nel pubblico impiego. Oppure ci sono i 3 mesi di finestra tanto per le pensioni anticipate ordinarie che per le pensioni anticipate contributive o per la quota 41 precoci.

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Ma ci sono pure i vantaggi dei 4 mesi di sconto per ogni figlio avuto fino a massimo 16 mesi per le pensioni di vecchiaia delle donne. Che così anziché aspettare i 67 anni, potrebbero andare in pensione nel 2025 anche con solo 65 anni e 8 mesi di età.



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