Pensioni a 64 anni nel 2025, tre suggerimenti per prendere oltre 1.600 euro al mese

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Ogni giorno sono centinaia i nostri lettori che ci chiedono notizie sulle pensioni nel 2025 e su come potrebbero lasciare il lavoro con misure di pensionamento anticipato. Molti di loro sono soggetti che non raggiungeranno i 67 anni di età se non dal 2026 in poi. E, tralasciando il fatto che parlare di pensioni a 67 anni guardando troppo in avanti negli anni è una cosa sbagliata, visto che presto l’età pensionabile tornerà ad essere adeguata all’aspettativa di vita della popolazione, a molti diciamo che esistono possibilità di anticipare di diversi anni l’uscita.

Magari già a 64 anni di età la pensione può diventare realtà.

Ecco le pensioni 2025 che si prendono a 64 anni di età

La pensione anticipata contributiva è senza dubbio la prima misura che permette di andare in pensione a 64 anni di età. Si tratta di una pensione strutturale del sistema, quindi valida anche nel 2025. L’unica anomalia è che la decorrenza del trattamento, rispetto alla pensione di vecchiaia, non scatta dal primo giorno del mese successivo al completamento dei requisiti, ma dopo una finestra di 3 mesi.

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La pensione anticipata contributiva, come le pensioni di vecchiaia, prevede solo 20 anni di contributi come requisito. In sostanza, è possibile lasciare il lavoro 3 anni prima, ma con la stessa carriera richiesta per le pensioni a 67 anni, senza dover raggiungere gli oltre 40 anni di versamenti previsti dalle diverse misure di pensionamento anticipato oggi disponibili.

Come funziona la pensione anticipata contributiva

E come per le pensioni di vecchiaia, per chi ha il primo accredito successivo al 31 dicembre 1995, anche le pensioni anticipate contributive prevedono sconti per le lavoratrici che hanno avuto dei figli. Sono gli sconti di cui abbiamo già trattato in precedenti articoli e che nel 2025 consistono in 4 mesi a figlio, fino a un massimo di 16 mesi.

Va ricordato che per accedere alla pensione anticipata contributiva, oltre ai 64 anni di età (o meno, in presenza di figli per le lavoratrici) e ai 20 anni di contributi, bisogna raggiungere l’importo minimo della pensione.

Questo importo deve essere pari a 3 volte l’assegno sociale per tutti gli uomini e per le donne senza figli, oppure 2,8 volte l’assegno sociale per le donne con un figlio, o 2,6 volte per le donne con più figli.

Cosa significa pensione pari a 3 volte l’assegno sociale?

Il requisito dell’importo soglia della pensione da raggiungere è l’ostacolo che adesso vedremo come superare. Una pensione pari a 3 volte l’assegno sociale significa, per il 2025, una pensione non inferiore a 1.616 euro al mese. Invece, per le donne con un figlio, la soglia è 2,8 volte l’assegno sociale, per una pensione non inferiore a 1.508 euro al mese. Per quante hanno avuto più figli, la soglia scende a 2,6 volte l’assegno sociale, per una prestazione non inferiore a 1.400 euro.

Se consideriamo 20 anni di contributi già sufficienti per andare in pensione, è evidente che parliamo di lavoratori con stipendi di rilievo. Ovvero da ben oltre 50.000 euro all’anno per tutti i 20 anni di carriera.

Perché serve un montante contributivo superiore a 450.000 euro per maturare, alla luce dei nuovi coefficienti di trasformazione 2025, una pensione così elevata. Ed è così che adesso diamo, sulle pensioni a 64 anni nel 2025, tre suggerimenti per arrivare a superare i 1.600 euro al mese.

Come raggiungere una pensione da oltre 1.600 euro al mese a 64 anni di età

Tre suggerimenti dettati dalle normative in vigore, naturalmente.

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Il primo suggerimento è sfruttare i figli avuti per ottenere un calcolo della pensione più favorevole. Infatti, oltre agli sconti prima descritti (uscita anticipata e importo soglia più basso), le lavoratrici madri possono godere di un calcolo migliore della pensione. Per le donne che hanno avuto uno o due figli, c’è la possibilità di chiedere all’INPS il miglior coefficiente di trasformazione del montante contributivo.

Significa che a 64 anni si può chiedere all’INPS di calcolare la pensione con il coefficiente dei 65 anni. E se i figli sono più di due, la richiesta può riguardare il coefficiente dei 66 anni, cioè di due anni più favorevole.

Riscatto dei contributi, come renderli utili non solo al diritto della prestazione ma anche all’importo

Il secondo suggerimento riguarda la Pace Contributiva. Uno strumento che consente a chi non ha versamenti prima del 1996 (come chi rientra in questa pensione anticipata contributiva) di riscattare fino a 5 anni di versamenti. Chi pensa che questa soluzione vada sfruttata solo per completare i 20 anni di contributi minimi sbaglia. Il riscatto di questi 5 anni può servire anche per maturare una pensione più alta. I contributi recuperati con la Pace Contributiva, infatti, oltre che utili per il diritto alla pensione, sono utili anche per aumentare la misura della prestazione. I 5 anni da riscattare devono collocarsi dall’anno del primo versamento (non antecedente al 1996) fino al 31 dicembre 2023.

La rendita dalla previdenza complementare aiuta la pensione a 64 anni di età

La terza soluzione è indicare all’INPS, in sede di presentazione della domanda di pensione, l’utilizzo anche della rendita della previdenza complementare per raggiungere l’importo minimo della prestazione. Chi ha versato nella previdenza integrativa può così chiedere la liquidazione della rendita. E l’INPS terrà conto di quanto il pensionato recupererà dalla previdenza complementare come rateo aggiuntivo mensile. Ciò per raggiungere insieme al rateo della eventuale pensione ordinaria a 64 anni, la soglia prima descritta.



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