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Molti a Genova hanno sicuramente pensato, nel sentire la nomina di Enrico Costa come nuovo assessore ai Servizi sociali del Comune di Genova, “la persona giusta al posto giusto”. Tra gli effetti delle elezioni regionali, con il trasferimento non solo di Marco Bucci alla presidenza della Liguria ma anche di Matteo Campora, la giunta genovese ha dovuto affrontare un rimpasto e uno spostamento di diverse deleghe per far fronte alle responsabilità rimaste vacanti.
Uno degli effetti di questa situazione è l’ingresso in squadra di Enrico Costa, che oltre ai Servizi sociali sarà assessore a politiche per i giovani, terza età e disabilità – insieme a Ferdinando De Fornari, che si occuperà invece di lavori pubblici, grandi progetti (infrastrutture comprese) e manutenzione, inclusi parchi e verde pubblico.
Quello di Costa è un nome molto noto, non solo perché parte della storica famiglia genovese, ma perché da molti anni si occupa del Ceis, eredità di sua madre, Bianca Costa. Il centro di solidarietà è una realtà cruciale a Genova per l’assistenza e il recupero di tossicodipendenti e di altre categorie fragili della società.
Nell’anno in cui il Ceis celebra i suoi 50 anni di attività (a maggio avevamo seguito il convegno dedicato a questo importante anniversario), questa nomina arriva come conferma del buon lavoro svolto anche a stretto contatto con le istituzioni, ma anche come logica per non toccare gli equilibri tra partiti e liste civiche eletti con il rimpasto di giunta.
Servizi sociali, un assessorato delicato per far fronte a una società sempre più fragile
Costa ha già reso noto di aver lasciato tutti gli incarichi in enti e società che hanno rapporti in corso con il Comune di Genova, al fine di evitare qualunque spettro di conflitto di interesse, compresa la presidenza del Ceis. Il suo mandato in questo ruolo terminerà con la conferenza in Brasile per l’assemblea annuale della Federazione mondiale delle Comunità terapeutiche.
Si chiude quindi anche un ciclo importante per il Ceis, considerando che Enrico Costa ne è al timone dal 2006 – anno della morte della fondatrice, Bianca Costa, sua madre, che decide di creare il centro per dare una risposta al problema dilagante delle droghe pesanti negli anni ’70. Da allora, il Ceis ha offerto servizi per diversi tipi di dipendenza, compresa la ludopatia, e far fronte all’evoluzione degli stupefacenti, come l’introduzione delle sostanze sintetiche.
La diffusione del crack, una delle problematiche a cui potrà provare a rispondere Enrico Costa
Un’esperienza che sarà fondamentale ed estremamente utile per dare la linea alle azioni del Comune contro il ritorno del crack nei vicoli di Genova che sta diventando sempre più urgente, tra spaccio e le lotte di bande per il possesso del territorio, ma anche l’aumento di crimini commessi per ottenere una dose in più. Negli ultimi mesi è stato confermato anche dalle autorità che il commercio illecito di questa droga si sta rivolgendo a una clientela sempre più giovane e ignara dei pericoli che comporta l’assunzione di crack e della facilità con cui se ne diventa dipendenti.
Il comandante dei carabinieri insediatosi a Genova questo settembre; Colonnello Alessandro Magro, aveva sollecitato l’importanza di lavorare sul versante sociale del problema con l’informazione e la prevenzione, oltre ad azioni repressive e ronde nel centro storico. Un appello che potrà sicuramente trovare ascolto nel nuovo ufficio di Enrico Costa.
Senza dimora ed emergenza abitativa
Tra le altre questioni urgenti, la tenuta del piano freddo per le persone senza fissa dimora sul territorio genovese e nuove politiche per il reinserimento nella società. A Genova nel 2024 sono morti 10 senza dimora, secondo fio.psd, contando anche i tre suicidi nel carcere di Marassi, di cui l’ultimo è avvenuto pochi giorni fa.
Associato a questo problema c’è anche l’emergenza abitativa, tra affitti sempre più cari e sfratti. A inizio novembre, al Social forum dell’Abitare, Sunia ha segnalato che al Tribunale di Genova sono depositati oltre 1.600 sfratti esecutivi che, se fossero messi in atto, potrebbero portare a 3.000 senza dimora in più sul territorio genovese.
Una situazione paradossale, contesta il Sindacato Unitario Nazionale Inquilini e Assegnatari, considerando che a Genova ci sono oltre 20.000 abitazioni private e 2.000 appartamenti pubblici sfitti. Il tema dei rapporti con Arte e delle abitazioni al momento sfitte potrebbe essere uno dei primi progetti di collaborazione stretta tra Costa e il sindaco reggente Piciocchi.
Al di là delle questioni specifiche che lo attendono, però, auguriamo al nuovo assessore Enrico Costa buon lavoro.
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