Consumo del suolo, Natale e Bellotti (Pd): “Servono una nuova legge e più risorse”

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Genova. Davide Natale, segretario Pd Liguria, e Deborah Bellotti, responsabile Ambiente della segreteria regionale del partito intervengono sul tema del consumo del suolo dopo i dati delle ricerche dell’Ispra sulla Liguria.

“La giunta Bucci, in perfetta continuità con il Toti I e II, non manca di sfoggiare dichiarazioni entusiastiche, ormai quasi un rituale, sul consumo di suolo della Liguria certificato da ISPRA, l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale. Secondo l’ultimo report, la Liguria si conferma l’unica Regione in Italia a contenere la crescita sotto i 50 ettari, con un consumo di suolo lordo dello 0,07% nel periodo 2022-23, il più basso a livello nazionale. Tuttavia, dietro questi numeri apparentemente incoraggianti, si nasconde una realtà preoccupante. Il consumo di suolo viene calcolato sull’intera superficie regionale, pari a 542 mila ettari, ma oltre il 71% di questo territorio è costituito da boschi. Quando si escludono le foreste, le montagne, le spiagge, i fiumi e le aree non edificabili, la percentuale di suolo effettivamente libero è estremamente ridotta”, scrivono i dem.

“I quasi 40 mila ettari di suolo già consumato rappresentano quindi una frazione altissima del terreno ancora disponibile, e il trend degli ultimi 18 anni – pur più lento rispetto alla media italiana – non presenta alcun “cambio di passo”, contrariamente a quanto dichiarato dal neo presidente Bucci.
Ancora più preoccupante è l’aumento dell’impermeabilizzazione, un fenomeno ignorato nelle narrazioni ufficiali. Con il 23,2% dell’urbanizzato in aree a elevata pericolosità idraulica e il 29,1% in zone a media pericolosità, la Liguria è tra le Regioni più vulnerabili. Inoltre, detiene un triste primato per il consumo di suolo in aree protette (4,2%) e un dato allarmante per la fascia costiera: oltre il 45% del suolo entro i 300 metri dal mare è consumato”, continuano Natale e Bellotti.

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“La giunta regionale attribuisce il “successo” alle sue politiche di rigenerazione urbana, distogliendo l’attenzione dai problemi reali. Ma rigenerazione urbana non significa speculazione edilizia spesso camuffata: dovrebbe essere sinonimo di riutilizzo intelligente del patrimonio esistente, con l’obiettivo di migliorare le condizioni ambientali e sociali. Con norme, poi, come il Piano casa, si facilita una deregulation che aggrava il problema”, proseguono.

“Ancora più grave è l’assenza di politiche per la rinaturalizzazione. Nonostante i fondi stanziati dal governo Draghi nel 2022 (160 milioni di euro) per progetti di ripristino ambientale, la Liguria – insieme alla Sardegna – non ha liberato un solo metro quadro di suolo degradato. E questo in un momento in cui la “Strategia UE per i suoli sani 2030″ richiede interventi urgenti per rimuovere asfalto e cemento, restituendo permeabilità ai terreni. Ora si attende la distribuzione dei fondi nazionali promessi per il 2023 e 2024, ma serviranno progetti immediati e una visione strategica per affrontare anni di incuria. È indispensabile che la Regione si impegni in una programmazione che metta la sicurezza idraulica e la qualità ambientale al centro, con interventi mirati nelle aree a maggior rischio”, spiegano gli esponenti del Pd Liguria.

“Tuttavia – concludono – questi sforzi locali devono essere sostenuti da una legge nazionale sul consumo di suolo, che stabilisca limiti chiari e vincolanti per evitare interpretazioni discrezionali. Una legge attesa da anni, prevista anche tra le riforme del PNRR, ma che continua a languire tra i banchi del Parlamento. Non è più tempo di slogan o di celebrazioni fuori luogo. Serve una pianificazione rigorosa, servono norme coraggiose e servono risorse adeguate. Senza questi strumenti, la Liguria continuerà a essere un caso emblematico di come la gestione del territorio possa diventare una questione di emergenza e non di prevenzione. Per questo Andrea Orlando, in campagna elettorale, aveva individuato come priorità l’approvazione di una legge sul consumo zero del suolo. Questa è la sfida che anche il PD ligure vuole sostenere insieme alle altre forze che compongono la coalizione di centro sinistra e progressiste. È ora di cambiare rotta e di fare un quadro reale della situazione”.





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