In Italia i dati sull’obesità infantile hanno raggiunto ormai la dimensione di un vero e proprio allarme sociale: il 19% dei bambini tra gli 8 e i 9 anni è in sovrappeso e addirittura il 9,8% obeso. E, come se non bastasse, lo sport nelle scuole è quasi del tutto assente, visto che più del 50% delle scuole non ha una palestra e sono appena 2 le ore settimanali dedicate all’educazione fisica.
I dati sono shock sull’obesità infantile sono emersi nel corso dell’evento “Salute in azione. Lo sport per un futuro sano e sostenibile”, promosso dal network PreSa (Prevenzione e Salute) e dalla Fondazione Mesit (Medicina Sociale e Innovazione Tecnologica) con il patrocinio della Fondazione Policlinico Universitario Campus Bio-Medico di Roma e dell’Università Campus Bio-Medico di Roma e realizzato con il contributo non condizionante di Sanofi. Marco Trabucco Aurilio, presidente della Fondazione Mesit considera un «paradosso che non si parli di sport in tempi in cui il dibattito sulla carenza di risorse per il servizio sanitario nazionale è particolarmente accesso e l’attenzione alla sostenibilità del servizio sanitario è massima».
L’impatto sanitario della mancata attività fisica è enorme: secondo l’Oms contribuisce al 6% dei decessi del mondo, ponendosi come quarto fattore di rischio per la mortalità globale. Importante anche l’impatto economico. «Secondo l’Ocse, in Italia, i costi correlati all’inattività fisica sono 1,3 miliardi – prosegue Trabucco Aurilio – e uno studio dell’Università di Milano Bicocca ci dice che ogni euro investito nello sport scolastico genera risparmi per 2-3 euro nei costi sanitari diretti e indiretti a lungo termine». In un quadro desolante per le scuole italiane è un bene che il Governo che nel 2024 ha stanziato 335 milioni di euro per il miglioramento delle palestre destinando il 72% delle risorse al Mezzogiorno”, conclude il presidente di Mesit.
Convinto dell’esigenza di investire sullo sport per i giovani è anche il presidente e amministratore delegato di Sanofi Italia e presidente di Farmindustria Marcello Cattani: «Una società che investe sullo sport non solo trae vantaggi sulla salute e sull’economia, ma immagina come vuole essere in futuro e dove vuole portare la prospettiva di una collettività». Non è un caso che l’azienda francese, nei mesi scorsi, sia stata partner delle Olimpiadi e Paralimpiadi a Parigi e su 45 mila volontari che hanno collaborato all’evento, 2.000 fossero dipendenti di Sanofi provenienti da tutto il mondo, compresa l’Italia.
Nel corso dell’evento, Alessandro Pernigo, vicepresidente dell’Università Campus Bio-Medico di Roma, ha ricordato che la salute non è qualcosa di definito, ma qualcosa verso cui andare. A fargli da eco Sergio Pecorelli, presidente del comitato scientifico culturale della Federazione Medico Sportiva Italiana (Fmsi): «L’esercizio fisico riesce a migliorare le prestazioni cerebrali, con un aumento dei neuroni, della memoria e consentendo capacità cognitive decisamente migliori».
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Al dibattito ha preso parte anche Gian Paolo Montali, Manager Sport Advisory, ed è stato lui a chiarire che l’impatto dello sport va oltre la salute. «Lo sport è fondamentale per creare un modello di socialità positiva in relazione ai comportamenti individuali oltre che al valore di una società sana e meno malata, anche con riferimento all’aspetto economico. Lo sport è un modello di vita che dà la possibilità di creare una popolazione più preparata ai rapporti della vita sociale», ha concluso.
All’evento hanno preso parte, inoltre, il Presidente del CONI Giovanni Malagò; Roberto Bezzi (presidente cooperativa San Patrignano); Fulvia Filippini (direttore Affari Istituzionali di Sanofi Italia); Umile Giuseppe Longo (responsabile UOS Traumatologia dello Sport – Vice Direttore Scientifico Fondazione Policlinico Universitario Campus Bio-Medico di Roma); Luca Nicodemi (dottore Commercialista, Studio Nicodemi); Sergio Pecorelli (presidente Comitato Scientifico Culturale Federazione Medico Sportiva Italiana FMSI); Fausto Pizzi (dirigente sportivo, allenatore di calcio ed ex Calciatore Italiano) e Roberto Samaden (responsabile del Settore Giovanile, Atalanta B.C).
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