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Sono piccoli, nascosti tra le montagne, sono delle perle che raccontano storia, tradizione e cultura. I boschi di mandorle e nocciole del paesaggio trasformano questi luoghi nei paesi del Torrone Sardo
La Sardegna per molti, anzi forse per la maggior parte è la stagione che ha l’essenza delle vacanze estive, quella delle lunghe giornate al mare, di bagni nell’acqua cristallina, che magari in questo momento immaginiamo anche ad occhi aperti, eppure, c’è un’altra Sardegna altrettanto affascinante che sa stupirci, sa conquistarci se solo imparassimo a conoscerla un po’ di più. La Sardegna è una delle regioni più autentiche, quella della natura incontaminata, quella delle tradizioni, dei borghi incantevoli, che vale la pena esplorare, conoscere perché sa regalare delle bellissime sorprese. Sapevate, per esempio, che in Sardegna esiste una strada davvero golosa, quella del Torrone?
La Strada del Torrone… chi non vorrebbe percorrerla a Natale?
I golosi l’avranno già messa in calendario, i più curiosi anche, ma chi è ancora indeciso deve sapere che questo percorso è davvero affascinante. Spesso immaginiamo il torrone come un dolce tradizionale di Natale che ha un’origine cremonese, eppure bisogna sapere che, in Sardegna il torrone ha una fortissima tradizione, che parte da molto lontano. Il torrone sardo ha infatti un ruolo di primo piano nell’economia della regione non soltanto quando si avvicina il Natale, ma tutto l’anno. La sua tradizione risale al 1600 ed è attesta da un documento che si trova nell’archivio di Cagliari, si tratta di un contratto tra due abitanti che parla di torrone bianco e nero, un contratto scritto in catalano cosa che fa presupporre che ci sia un’influenza con quello che era il famoso turron de Alicante, a sua volta diffuso al tempo della presenza araba nella penisola iberica. Il Torrone sardo si produce con il miele che viene riscaldato su un fornello a mattoni in un recipiente di rame. Il miele si lascia scaldare per ben quattro ore e si gira senza fermarsi mai. E’ un lavoro di pazienza e passione, nel momento in cui il miele è ben caldo vanno aggiunte le mandorle del luogo sbucciate e tostate e poi posto in contenitori di legno foderati di ostie. La storia che vede come protagonista la mandorla un frutto tipico di alcune zone della Barbagia mescolate al miele caldo da vita a quella che oggi viene chiamata la Strada del Torrone, un insieme di 6 borghi incantevoli e deliziosi per andare alla scoperta di questo golosissimo dolce.
I borghi più belli della Strada del Torrone
Sono tre i borghi della Strada del Torrone, scopriamoli…
Tonara: il torrone qui è il protagonista
Il principale borgo del Torrone è Tonara, uno dei borghi più alti della Sardegna. Il piccolo e incantevole paese si trova nel cuore della Barbagia, in provincia di Nuoro e sembra quasi un paese fiabesco. Tonara si trova immerso nei boschi, vicino a montagne e cascate, proprio nel Parco del Gennargentu, che regalano a questo borgo una dimensione di assoluta pace e serenità. Qui il torrone artigianale si produce dal 1800 e da allora non si è mai smesso di produrlo, e si fa soprattutto nel periodo che va da marzo a settembre e a farlo sono proprio gli abitanti poco più di 2000. Quanto sia importante qui il torrone lo conferma uno degli eventi principali di questo paese la Sagra del Torrone che si tiene in primavera a ridosso di Pasqua
Aritzo: il borgo perfetto per un week end di golosità e detox
Poco più di 100o abitanti, proprio nel cuore del Gennargentu, questo borgo è molto amato da chi vuole trascorrere in Sardegna, anzi nel cuore della Barbagia una vacanza inedita. Si trova poco distante da Nuoro ed è caratterizzato da sorgenti di acqua leggera le più famose sono is Alinos e la funtana de sant’Antoni, un santo a cui gli abitanti sono molto devoti, tanto che qui si trova anche una chiesetta del 400. Questo borgo è davvero incantevole le sue casette in pietra con i balconi in legno o ferro battuto lo rendono un borgo fiabesco. Il suo centro è caratterizzato dalla chiesa parrocchiale di san Michele arcangelo, la cui parte più antica risale all’anno mille . Da vedere qui il museo etnografico della montagna sarda che, attraverso un patrimonio di abiti tradizionali, maschere, attrezzi artigiani e di cucina, ricostruisce la cultura agropastorale barbaricina. Aritzo è famosa anche come ‘capitale delle castagne’, per la produzione del torrone e per la lavorazione del legno
Desulo: il tipico borgo di Montagna della Sardegna
E’ un paese incantevole che ha ancora delle radici e tradizioni molto forti. Esso si trova a quasi 900 metri d’altitudine nel versante occidentale del Gennargentu e la sua bellezza è esaltata dal paesaggio circostante. Sono i boschi che lo circondano a renderlo meraviglioso. Il suo centro storico è una perla fatta di vicoli stretti costeggiati da case in scisto con ingressi e finestre contornati d’azzurro e regalano scorci immutati nel tempo. Questo borgo di quasi 2500 abitanti è famoso anche per la produzione del costume tradizionale sardo fatto con ricami su tessuti preziosi come velluto o damasco in rosso blu e giallo, ovvero i colori che si rifanno alla zona della Barbagia.
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