«La professoressa Franca Melfi non c’entra niente, né le ottime professionalità che grazie solo all’accordo con l’Unical frequentano le corsie dell’Annunziata. Il punto non sono i camici, qualcuno anche illustre. Ma chi li governa, a tutti i livelli. Addirittura lancio un allarme e cioè che se perdura questa situazione rischia di essere messo in pericolo anche il processo di costituzione dell’azienda universitaria ospedaliera vista la grave carenza di posti letto. Un ospedale hub come l’Annunziata non può operare senza 305 posti letto che non sono stati attivati sui 705 previsti. È un mezzo hub. Anzi, non è un hub…».
Carlo Guccione, membro della direzione nazionale Pd nonché spina nel fianco costante all’interno del sistema di denunce attorno alla sanità di Calabria non rivede il suo giudizio e non “ritira” l’affondo sui 4 posti per chirurgia toracica appena inaugurati ma per “solventi”, cioè a pagamento.
Eppure la dirigenza dell’Annunziata parla di fake news..
«Ma quale fake news. Proprio questa mattina il direttore generale De Salazar ospite di Buongiorno Regione su Rai 3 ha confermato, anche un po’ imbarazzato, i 4 posti letto a pagamento. Ma il dg non è nuovo a queste performance schizofreniche. Ricordate il “pensionamento” forzato di Zanolini, salvo apprendere dal diretto interessato che invece aveva un contratto con l’azienda in scadenza nel 2027. Che dire poi della vicenda del primario del pronto soccorso, si era quasi allo spumante salvo poi apprendere che dall’Asl di Matera non si sarebbe mai mosso. Questo senza contare la fuga continua di medici che letteralmente scappano dall’Annunziata, fare un elenco è complicato perché è lungo. Voglio dire che non bisogna mai prendere subito sul serio quando De Salazar manda in stampa una affermazione. Ma andiamo ai fatti che è meglio…».
Non le basta aver sentenziato che di fatto non è più un hub l’Annunziata?
«Ma non lo affermo io, parlano i numeri. Parla in particolar modo l’Agenzia nazionale Agenas, che lavora per il ministero della Salute. Anche quest’anno Agenas nel piano esiti 2024 colloca l’ospedale dell’Annunziata tra i peggiori d’Italia (in foto). In Calabria va meglio il Gom di Reggio Calabria dell’Annunziata di Cosenza. Ma la cosa più emblematica è che a questo si aggiunge il numero di posti letto a disposizione dei pazienti. Il commissario per il piano di rientro calabrese ha previsto 730 posti letto. Il Dl 34 ha previsto per l’Annunziata di Cosenza 61 nuovi posti aggiuntivi di terapia intensiva e sub intensiva. Mi chiedo, e chiedo, come può svolgere i compiti di istituto e le prestazioni ospedaliere previste da un ospedale hub se di questi posti letto ne mancano 305. Quasi dimezzata l’Annunziata. E a quale logica corrisponde, se questa è la condizione dell’ospedale, l’istituzione di 4 posti letto a pagamento attraverso anche assicurazioni private ed enti bilaterali quando ogni giorno al pronto soccorso sono parcheggiati decine di pazienti a cui è stata fatta una diagnosi e che per la mancanza cronica di posti letto bivaccano in attesa che si liberi un posto. Mi sarei aspettato invece un cronoprogramma per stabilire modi su come attivare tutti i 305 posti letto dell’ospedale dell’Annunziata. Che non solo darebbero una risposta più puntuale a tanti pazienti che non riescono a trovare letto e cure. Ma eviterebbero il rischio di un declino dell’ospedale della provincia più grande. Non servono distrazioni di massa e inaugurazioni continue…».
Ma così non si corre anche il rischio di delegittimare tra la gente un presidio così importante?
«E che facciamo invece? Raccontiamo che va tutto bene? Che arrivano i cubani e i malanni passano? O dobbiamo solo brindare per le inaugurazioni farlocche? Ha ragione, la sfiducia tra la gente rischia di crescere. Al netto delle ottime professionalità presenti nel campo medico e nel comparto sociosanitario. Ma non per questo possiamo omettere di raccontare come stanno realmente le cose. Abbiamo un dovere civico che è quello delle battaglie per garantire il diritto costituzionale della salute a beneficio di tutti. Non solo a quelli che hanno la carta di credito. Se poi qualcuno insegue un modello privatistico, così come del resto il governo Meloni stimola a fare, allora deve lasciare l’Annunziata…».
Ma non vorrà dirci che ora tutto il problema è De Salazar…
«Certamente no. Il commissario alla sanità aveva puntato tutto sul modello lombardo dimenticando che Milano dista mille chilometri e che quello stesso modello nel frattempo Agenas lo ha retrocesso al settimo posto. In questo senso è emblematica anche la vicenda del servizio 118 del servizio urgenza-emergenza. Abbiamo copiato il sistema lombardo, comprato i loro mezzi vecchi e nuovi, realizzato centrali 118 all’avanguardia, i loro tecnici vanno e vengono non gratis a spiegarci come il tutto deve funzionare ma alla fine se qualcuno ha bisogno di un’ambulanza a Cosenza deve aspettare mediamente mezzora rispetto ai 18 per legge. Con il rischio che poi quando arriva è troppo tardi. Quindi, le rispondo, ovviamente non è solo De Salazar il problema. Ma può contribuire alla soluzione dei problemi un direttore generale che nega l’evidenza e tagli nastri invece di provare a invertire la rotta? Ci eravamo resi disponibili a dare una mano a cominciare dalla necessità di presentare immediatamente un piano per l’attivazione dei posti letto previsti dal Dca del commissario Occhiuto. Non s’è visto più nessuno…».
Fuori dalla falsa retorica. Se lei o un suo caro dovesse aver bisogno di uno di quei 4 posti a pagamento che farebbe?
«Mi batto e sono sempre per la sanità pubblica, universalistica, gratuita e di qualità. La mia storia, le mie battaglie e quelle della mia famiglia e di tanti compagni parlano in questo senso…».
I.T.
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