bollette più care di 8 miliardi l’anno.

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ITALIA – Il ritardo nello sviluppo delle energie rinnovabili in Italia sta costando caro alle famiglie: ben 8 miliardi di euro in più ogni anno sulle bollette domestiche. A rivelarlo è Ener2Crowd.com, la principale piattaforma italiana per gli investimenti green, che sottolinea come il mancato progresso nel settore non solo penalizzi l’ambiente ma gravi pesantemente sulle finanze dei cittadini.

Un divario con l’Europa.
Secondo Ener2Crowd, la bolletta complessiva per i consumi domestici in Italia ammonta a 32 miliardi di euro all’anno, una cifra superiore del 22% rispetto alla media europea. Questo divario è attribuibile in gran parte alla lentezza nella transizione verso fonti di energia più sostenibili. Mentre Paesi come la Spagna stanno registrando significativi risparmi grazie all’adozione delle rinnovabili, l’Italia copre attualmente solo il 44% della produzione energetica totale con queste fonti, ben lontano dall’obiettivo del 60% entro il 2030.

Una transizione necessaria e urgente.
«Il ritardo nella transizione energetica non è solo un problema ambientale, ma una questione economica cruciale,» dichiara Giorgio Mottironi, CSO di Ener2Crowd.com e analista del GreenVestingForum. Per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione, l’Italia dovrebbe investire circa 8 miliardi di euro all’anno, la stessa cifra che le famiglie italiane stanno pagando in bollette più care.

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Le opportunità degli investimenti green.
Ener2Crowd evidenzia che gli investimenti nelle energie rinnovabili non solo contribuirebbero a ridurre i costi energetici, ma offrirebbero anche rendimenti annui tra il 7,5% e il 10%. Inoltre, modernizzare il mix energetico italiano creerebbe circa 100.000 nuovi posti di lavoro e un volume d’investimenti complessivo di 90 miliardi di euro entro il 2030.

Il confronto con la Spagna.
Un esempio virtuoso arriva dalla Spagna, dove la maggiore penetrazione delle rinnovabili ha portato a significativi risparmi energetici. Secondo un rapporto della Banca di Spagna, i benefici sono evidenti sia per le famiglie che per il settore industriale. Questo dimostra che investire in rinnovabili non è solo una scelta ambientale, ma una strategia economica per migliorare la competitività e ridurre i costi energetici.

Una necessità economica, ambientale e sociale.
«Il costo del ritardo non è solo economico, ma anche ambientale e sociale,» sottolinea Mottironi. Gli 8 miliardi di euro rappresentano un peso sulle spalle degli italiani, che potrebbero invece trasformarsi in una leva per una crescita sostenibile e per il raggiungimento degli obiettivi climatici.

Conclusione: una transizione non più rinviabile.
Ener2Crowd lancia un appello al governo e al settore privato per accelerare gli interventi necessari alla transizione energetica. Ogni anno perso non è solo un’occasione mancata, ma un ulteriore costo per il Paese e l’ambiente. La transizione verso le rinnovabili è ormai una priorità imprescindibile.

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ENER2CROWD.COM: IL RITARDO DELLE RINNOVABILI COSTA AGLI ITALIANI 8 MILIARDI DI EURO L’ANNO
In Italia, la bolletta complessiva per i consumi domestici raggiunge ogni anno circa 32 miliardi di euro, una cifra che supera del 22% la media europea, aggravando ulteriormente il peso economico sulle famiglie italiane. A metterlo in evidenza è Ener2Crowd.com, la piattaforma ed app numero uno in Italia per gli investimenti green.«Questa differenza è attribuibile, in gran parte, al ritardo nello sviluppo delle energie rinnovabili» commenta Giorgio Mottironi, CSO e co-fondatore della società benefit Ener2CrowdChief Analyst del GreenVestingForum, il forum della finanza alternativa verde, nonché Special Assistant to the Secretary-General for Environmental and Scientific Affairs dell’Organizzazione Mondiale per le Relazioni Internazionali (WOIR).«Sebbene l’energia solare ed eolica rappresentino una delle soluzioni più efficaci per ridurre i costi energetici, l’Italia è ancora lontana dal raggiungere il target del 60% di produzione da fonti rinnovabili entro il 2030» aggiunge Niccolò SovicoCEO e co-fondatore di Ener2Crowd.com che già nel 2020 è stato scelto da Forbes come uno dei 30 talenti globali under-30, sottolineando il suo ruolo di ispiratore e modello di nuovi talenti ed idee per il futuro dell’Italia.Ad oggi, scese a 260 TWh, le rinnovabili coprono infatti solo il 44% della produzione totale, un divario significativo rispetto agli obiettivi che è conseguenza sia della contrazione dei consumi che delle inefficienze energetiche.Questa distanza si traduce in un costo addizionale sulle bollette domestiche pari a circa 8 miliardi di euro all’anno. La cifra rappresenta un peso enorme per le famiglie italiane, eclissando i risparmi potenziali che si potrebbero ottenere investendo in un sistema energetico più verde.Paradossalmente, gli 8 miliardi di euro che gli italiani pagano in più a causa del ritardo nelle rinnovabili sono equivalenti a quanto dovremmo investire annualmente per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione al 2030. «Secondo le nostre stime, questi investimenti potrebbero generare 2,5 volte il valore economico iniziale in termini di filiere industriali e benefici per i finanziatori» sottolinea Giorgio Mottironi.Inoltre, i rendimenti per gli investitori nelle energie rinnovabili sono stimati tra il 7,5% e il 10% annuo, rendendo il settore non solo una necessità ambientale ma anche un’opportunità finanziaria significativa.Le risorse destinate a modernizzare il mix energetico italiano avrebbero anche un impatto positivo sull’occupazione, con la creazione di 100.000 nuovi posti di lavoro e un volume di investimenti previsto di 90 miliardi di euro entro il 2030.Il confronto con l’Europa è impietoso. La lentezza italiana è ancora più evidente se paragonata ai progressi di altri Paesi europei, come la Spagna. Secondo un rapporto della «Banca di Spagna», il Paese iberico, grazie ad una maggiore penetrazione delle rinnovabili, ha infatti ottenuto significativi risparmi energetici, a vantaggio sia delle famiglie che del settore industriale. Questo dimostra come investire in rinnovabili non sia solo una scelta ambientale, ma anche una strategia economica per abbassare i costi dell’energia e migliorare la competitività.«L’Italia non può permettersi di ignorare ulteriormente l’urgenza di una transizione energetica: il costo del ritardo non è solo economico, ma anche ambientale e sociale. Gli 8 miliardi di euro spesi in bollette più care rappresentano una cifra che potrebbe trasformarsi in una leva per una crescita sostenibile e per raggiungere gli obiettivi climatici» conclude Giorgio Mottironi.La strada verso il 2030 richiede interventi decisi, sia da parte del governo che del settore privato. Secondo gli analisti di Ener2Crowd.com ogni anno perso non è solo un’occasione mancata, ma un ulteriore peso sulle spalle degli italiani e sull’ambiente. La transizione energetica non è più una scelta: è una necessità economica, ambientale e sociale.


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