chiesta istanza annullamento in autotutela del contratto

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Oreste Di Giuseppe, Nicola Zangrillo, Michele Vaira, Fiorenzo Giorgio Cislaghi, Marcello Sciagura, Maurizio Marrese del Wwf Foggia, Carmela Pellegrini per ‘La Società Civile’, Giuseppina Cutolo per Italia Nostra e Giuseppe Potenza per Konsumer Italia, a seguito della conclusione delle indagini nell’ambito del procedimento n. 2249/23, sono tornati sulla vicenda del contratto d’affidamento di nove anni ad Amiu chiedendo l’istanza di annullamento in autotutela del contratto di raccolta rifiuti. Hanno scritto alla sindaca di Foggia Maria Aida Episcopo, ai dirigenti del servizio Ambiente e dei Servizi Finanziari, Saverio Pio Longo e Carlo Di Cesare, al Prefetto di Foggia, al Procuratore Generale della Corte dei Conti e all’Anac, l’Autorità Nazionale Anticorruzione.

La genesi dell’indagine

Gli esponenti, a partire dal dicembre di due anni fa, nel 2022, hanno concentrato le proprie attenzioni sulle vicende relative alla raccolta dei rifiuti nel capoluogo dauno, in particolare sull’affidamento diretto, per nove anni, a una società partecipata dal Comune di Foggia, per la cifra complessiva di oltre 200 milioni. A tale primo esposto hanno fatto seguito otto integrazioni.

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“I motivi della nostra contrarietà a tale procedura amministrativa sono noti a tutti i destinatari della presente. Le nostre prime attività, a partire dal mese di ottobre 2022, sono state rivolte essenzialmente a prevenire l’affidamento, attraverso una serrata – quanto vana – corrispondenza con gli organi amministrativi e istituzionali. Dopo la presa d’atto che ogni tentativo di moral suasion fosse del tutto vano, e convinti che si stesse procedendo in modo platealmente difforme da quanto prevede la legge, abbiamo formalizzato, nel mese di gennaio 2023, un primo esposto alla Procura della Repubblica presso il Tribunale e a numerosi altri Enti”

La conclusione delle indagini

Nel mese di settembre 2024 la Procura della Repubblica ha notificato agli indagati l’avviso di conclusione delle approfondite indagini che hanno consentito di verificare, allo stato, la fondatezza delle doglianze dei firmatari degli esposti e finanche di accertare ulteriori condotte illecite. Quel che sarebbe emerso è che l’affidamento in house sarebbe stato adottato in violazione delle norme di evidenza pubblica, non essendo stato preceduto da una seria indagine di mercato finalizzata a valutarne la convenienza economica.

“La società affidataria ha dato costante prova di inadeguatezza a svolgere il servizio, che risultava per tabulas (vedi anche i dati della raccolta differenziata) insoddisfacente; la relazione ex art. 34 è stata scritta a quattro mani da una dirigente del Comune di Foggia, Ing. Concetta Zuccarino, e dal direttore generale di Amiu, l’indg. Antonello Antonicelli, entrambi indagati per turbata libertà degli incanti; il piano industriale di Amiu per la Città di Foggia (frutto di un evidente copia-incolla) è fondato su dati palesemente falsati; è emerso che, consapevolemente, in occasione di una prevista emergenza nella raccolta dei rifiuti, il direttore generale Ing. Antonicelli, d’intesa con il direttore generale di Ager, Gianfranco Grandaliano, ha disposto il conferimento dei soli rifiuti della città di Bari presso l’impianto di Massafra, costringendo i cittadini foggiani a subire, nei mesi di giugno e luglio 2023, l’accumulo di rifiuti per le strade e sugli autocompattatori”.

Secondo gli scriventi, l’eventuale processo penale finalizzato a stabilire se alcuno degli attuali indagati (o di altri soggetti indagabili) meriti una sanzione penale, vedrà una sentenza definitiva fra una decina di anni. Verosimilmente, giungerà dopo la conclusione del contratto stesso che lega il Comune di Foggia ad Amiu.

“A distanza di oltre due mesi dalla notifica dell’avviso di conclusione delle indagini non abbiamo registrato alcuna presa di posizione ufficiale da parte delle autorità competenti, sindaca di Foggia e tecnostruttura in primis. Non è stata nemmeno predisposta la necessaria rotazione del dirigente indagato dal suo ruolo, che lo vede ancora nella responsabilità di pagare le fatture ad Amiu e verificarne il servizio. La stampa riporta alcune indiscrezioni di generici, quanto non pertinenti, riferimenti al “garantismo” nei confronti delle persone coinvolte. È evidente che si tratta di un goffo tentativo di eludere un vero approfondimento della questione e la conseguente assunzione di responsabilità (ciò che – purtroppo – contraddistingue questa amministrazione fin dal suo insediamento)”.

Il “travaso” di danaro dai cittadini di Foggia a quelli di Bari

A latere dell’inchiesta penale, sono emersi altri dati preoccupanti. In conseguenza delle dimissioni dal CdA di Amiu Puglia del dott. Raphael Rossi (nominato dalla Commissione Straordinaria il 1° settembre 2023), i sottoscritti hanno appreso, da un suo comunicato stampa dell’8 agosto 2024, che tra i risultati della sua attività vi fosse la “contabilità industriale per centro di costo per Bari e per Foggia”, che ha consentito di appurare che per il 2023 vi sia stato un utile dalla gestione di Foggia per 1,5 milioni di euro ed una perdita dalla gestione di Bari per 2,1 milioni di euro.

“Tale informazione, paradossalmente sbandierata quale motivo di vanto, sotto la prospettiva di noi cittadini assume un significato tanto grave quanto inequivocabile. Infatti, l’obiettivo di un’azienda partecipata dall’Ente Pubblico, la cui attività è la raccolta dei rifiuti, non è certamente quella di produrre utili, ma solo quella di impiegare correttamente le risorse derivanti dal pagamento della Tari. Ciò significa che i cittadini foggiani hanno finanziato 1,5 milioni delle proprie tasse, la raccolta di rifiuti di Bari. Una raccolta che ha prodotto, viceversa, un disavanzo di oltre due milioni di euro, tra quanto incassato dalla Tari dei cittadini baresi e quanto effettivamente speso per i servizi resi nel capoluogo barese. Abbiamo verificato, leggendo la relazione sulla gestione del bilancio al 31 dicembre 2023, che quanto affermato dall’ex consigliere Rossi corrisponde al vero. Le perdite di Bari non vengono coperte, come sarebbe lecito aspettarsi, da un aumento della Tari a carico dei cittadini baresi.

Viceversa, pur a fronte di un servizio che costa meno di quanto è stato pagato dai foggiani, la Tari a carico di essi è stata recentemente addirittura aumentata, come emerge dalle comunicazioni ricevute nei giorni scorsi dai cittadini foggiani. Nel bilancio, come può leggersi, gli utili di Foggia vengono utilizzati per ripianare parzialmente le perdite di Bari: la perdita di esercizio complessiva ammonta ad euro 573.493. La scarsità del servizio, denunciata da anni dai cittadini foggiani, con questi dati ha una spiegazione tangibile: Amiu Puglia, con i soldi della Tari dei foggiani, finanzia la raccolta barese. L’esame di tali dati non lascia spazio a dubbi: l’Amiu ha iniziato a produrre utili grazie ai ricavi garantiti dal Comune di Foggia a fronte di un servizio notevolmente sottodimensionato.

Abbiamo chiesto alla magistratura territoriale e a quella contabile di valutare se l’utilizzo delle tasse dei foggiani per finanziare un servizio reso ad altri cittadini costituisca un illecito, di natura penale o contabile, e se tale condotta si sia verificata anche nei precedenti anni (in cui il livello del servizio è sempre stato scadente). Le prospettive per il 2024, conosciuti i dati relativi al primo semestre, sono ancora più preoccupanti rispetto al passato, alla luce delle perdite che la gestione di Bari ha già accumulato”.

Conclusioni e richieste

Ci troviamo di fronte a un quadro allarmante. Il contratto che lega il Comune di Foggia ad Amiu non è assolutamente conveniente. Viene strapagato un servizio tuttora inadeguato. Il Piano industriale – che secondo la Procura della Repubblica presenta profili di falsità – non è stato sostituito (e comunque non è rispettato). Basta girare per la città e constatare che in molte zone esistono – da anni – cassonetti danneggiati e mai sostituiti.

La pianta organica è del tutto inadeguata per il servizio da svolgere. Il direttore generale è indagato in due distinti profili dell’inchiesta, una delle quali riguarda un presunto “favoritismo” nei confronti dei cittadini baresi. Ci sorprende che – a fronte di tutto questo – non vi sia stato un solo atto di dimissioni (né spontaneo, né sollecitato) da parte dei vari protagonisti, anche al solo fine di fugare ogni dubbio.

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L’amministrazione comunale di Foggia, con il suo silenzio, dimostra, nel migliore dei casi, una totale insipienza rispetto al problema; nella peggiore, una preoccupante subalternità nei confronti del socio barese. La tecnostruttura, a fronte di tali dati inequivocabili, non ha adottato alcun provvedimento concreto per ristabilire la legalità violata. Per tale motivo, ci vediamo costretti a sollecitare nuovamente le Autorità in indirizzo, e quelle cui viene inviata per opportuna conoscenza, ad adottare ogni iniziativa opportuna per ripristinare la legalità, nell’interesse della cittadinanza, dell’ambiente, della concorrenza. Rammentiamo che l’Amiu Puglia è una società “in house” partecipata al 79% dal Comune di Bari ed al 21% dal Comune di Foggia ed è quindi, a tutti gli effetti, parte organica delle amministrazioni che ne detengono quote di partecipazione con conseguenti responsabilità non solo penali ma anche di natura giuscontabile in capo: – agli enti soci; – agli amministratori della società; – agli organi della tecnostruttura dei due comuni che dovrebbero occuparsi del cd “controllo analogo”.

Chiediamo pertanto al Requirente contabile in indirizzo di verificare se i fatti esposti si configurino come notizia di illecito contabile ai sensi e per gli effetti dell’art.12 del D.Lvo 175/2016: a) sotto il profilo del danno erariale diretto, con riferimento alle ingenti somme impegnate dal Comune di Foggia per i 9 anni di durata del contratto pari ad oltre 200 milioni di euro (art.12 1° comma); b) con riferimento ad eventuale lesione della quota di partecipazione del Comune di Foggia nell’AMIU Puglia (art.12 2° comma). Il 10 gennaio 2025, a due anni dal deposito dell’esposto, si terrà un evento aperto a tutta la cittadinanza, con la partecipazione di tutte le personalità cittadine che nel corso degli anni si sono interessate al problema. I dettagli dell’evento saranno diffusi successivamente.



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