BRINDISI – Nessuno cambio di programma di Euroapi (ex Sanofi). La multinazionale intende vendere lo stabilimento farmaceutico brindisino entro il 2027. La conferma è arrivata nel corso di un incontro con le organizzazioni sindacali Filctem Cigil, Femca Cisl e Uiltec Uil che si è svolto stamattina (martedì 10 dicembre) presso la task force regionale per le emergenze occupazionali, presieduta da Leo Caroli.
L’azienda ha comunicato la nuova nomina del Ceo David Seignolle. Parallelamente alla procedura di messa in vendita dell’impianto, vi è l’impegno a ripristinare le produzioni e a portare a termine il programma di investimenti, per un ammontare complessivo pari a circa 13 milioni di euro. Già dallo scorso agosto, ad ogni modo, quasi tutte le linee di produzione sono ripartite. La cassa integrazione è stata chiusa, in anticipo, lo scorso 28 settembre. A quanto pare è ritenuta di grande importanza la trasformazione dello stabilimento da genericista (terzista) ad essere partner dell’industria farmaceutica.
La Uiltec Uil, presente con il segretario regionale Carlo Perrucci e la Rsu Domenico Tarantini, supportati dal segretario confederale della Uil Puglia Andrea Toma, parla di “nulla di fatto”, a proposito dell’incontro odierno. “Siamo estremamente preoccupati – fa sapere il sindacato – per il fatto che gli impianti che sarebbero dovuti partire a pieno regime non sono ancora operativi. Questo ritardo alimenta timori che possano emergere ulteriori sorprese negative”.
La Uiltec-Uil esprime “forte preoccupazione per l’arco temporale troppo ampio della definizione di questa vertenza, che mette a rischio la tenuta dello stabilimento ed ovviamente gli aspetti occupazionali”.
“Non si può vivere nell’incertezza quotidiana – affermano i sindacalisti – stante anche tutta una situazione di crisi drammatica che si sta abbattendo sul sistema industriale della nostra provincia, per questo, insieme al presidente della Taskforce Regionale Leo Caroli, abbiamo incalzato l’azienda a fornirci entro il primo trimestre del 2025 aggiornamenti più esaustivi”.
La Femca Cisl ha rimarcato la “necessità di accorciare i tempi rispetto alla data di termine del processo di vendita”. “Preoccupa – afferma il segretario della Femca Cisl di Brindisi, Marcello De Marco – la situazione dei mercati della chimica farmaceutica tutta in Europa, che potrebbe modificare gli scenari ulteriormente fino al 2027”.
La Femca chiede inoltre di consolidare, entro il processo di vendita, “la forza lavoro riducendo quello che è il numero dei contratti somministrati, proprio in virtù del riavvio delle attività e dell’implementazione di nuovi reparti e di nuove produzioni, per garantire lavoratori che sono presenti in stabilimento da diversi anni ma che non hanno le stesse garanzie in virtù del processo di cessione previsto”. “Terremo alta l’attenzione – afferma De Marco – chiedendo l’ausilio e la vigilanza della regione sulle scelte che Euroapi farà rispetto alla scelta dei prossimi investitori”.
La volontà di cedere lo stabilimento entro il 2027 rappresenta, per la Filctem Cgil. “una ulteriore preoccupazione per il futuro delle aziende chimiche di base a Brindisi”. Alla richiesta di Antonio Frattini, segretario Filctem Cgil Puglia di avere certezze sulla stabilità occupazionale, in attesa della futura vendita, “l’azienda – fa sapere la Filctem _non ha dato certezze, dichiarando che lo stabilimento è modulare e tutto dipende dalle condizioni del mercato”.
“Pertanto – dichiara ancora la FIlctem – abbiamo dichiarato alla Regione Puglia, che continua la forte preoccupazione per lo stabilimento chimico farmaceutico, che pur confermandosi un sito di eccellenza ha bisogno di attenzionare a livello istituzionale”.
La Regione intanto ha annunciato la decisione di aggiornare il tavolo entro il primo trimestre del prossimo anno. È stato rinviato al 9 gennaio 2025, intanto, il tavolo tecnico ministeriale sulla situazione del petrolchimico Eni – Versalis di Brindisi, inizialmente programmato per la giornata di domani (11 dicembre). Lo slittamento è stato deciso in segno di rispetto nei confronti dei familiari delle vittime decedute nell’esplosione del deposito Eni a Calenzano, in cui hanno perso la vita cinque operai.
Articolo aggiornato alle ore 18.53 (rinviato al 9 gennaio il tavolo ministeriale su Eni Versalis)
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