Trenta progetti per micro riqualificazioni dei territori della Provincia di Palermo, nove cooperative in fase di nascita per consentire ai comuni di collaborare fra loro e accedere ai contributi previsti dal Pnrr e soprattutto tanto entusiasmo. “Facciamo comunità”, l’iniziativa della Città Metropolitana di Palermo approda nei territori proprio con questi 30 progetti di riqualificazione che interessano i suoi comuni. Progetti pensati dalla gente e dalle comunità locali e dal basso arrivati fino al vertice metro0politano.
L’idea “FacciAmo comunità”
L’idea “FacciAmo Comunità, percorsi positivi di auto rigenerazione urbana e di start-up di comunità” della Città Metropolitana di Palermo, finanziato dal PNRR, mira a stimolare la cittadinanza attiva e la collaborazione tra cittadini per risolvere problemi comuni e promuovere lo sviluppo delle comunità locali.
L’incontro confronto
Oggi il progetto ha vissuto una nuova fase, quella dell’incontro fra i comuni ai quali i funzionari incaricati della Città Metropolitana hanno dato risposte. un momento di conoscenza personale e di confronto tenuto nei locali del Loggiato San Bartolomeo a Palermo.
I promotori locali e di sovrambito si sono confrontati personalmente in un dibattito pubblico. Sono emerse tutte le idee a valere sul progetto che punta a investire non solo nelle infrastrutture fisiche, ma anche nel tessuto sociale e politico del territorio, rafforzando la democrazia partecipata e sostenendo la crescita sostenibile di tutti i comuni, compresi quelli più vulnerabili.
Progetti centrati e tutti di pari importanza
“I progetti sono tutti di pari importanza – dice Romina Aiello, RUP del progetto Facciamo Comunità -. L’obiettivo è stato quello di cercare di coinvolgere tutto il territorio della Città metropolitana. Non posso esprimere un’opinione rispetto ad un progetto piuttosto che ad un altro perché l’obiettivo che persegue il progetto è stato raggiunto da tutti in vari modi, ed era proprio quello di stimolare il territorio. Per cui quello che mi ha colpito sicuramente è la reale vivacità del territorio della Città metropolitana di Palermo, che in questo caso ha accolto nel segno, ha raggiunto l’obiettivo di fare partecipare i cittadini a quello che è la gestione del territorio che abitano”.
Il Pnrr sbarca attivamente nei territori
“È un’iniziativa molto interessante – dice Filippo Cangialosi, direttore della direzione gare e contratti e della direzione pianificazione e programmazione della Città metropolitana di Palermo – perché la Città metropolitana con questo progetto vuole dare un’attenzione non soltanto alle opere, che sono anche importanti e sono tante realizzate nell’ambito del PNRR, ma un’attenzione particolare alle persone, i cittadini che si avvicinano ai loro comuni, alle loro istituzioni per realizzare quelle che chiamiamo delle micro-riqualificazioni, piccoli progetti di ambito, piccoli progetti locali, ma che possano consentire una rinascita del tessuto sociale e che forse è uno degli elementi più importanti del PNRR”.
Attività che rimarranno negli anni
“È quello che ci rimarrà negli anni – continua Cangialosi -, è quello che ci rimarrà dopo la scadenza del 30 giugno 2026, l’idea di aver unito delle persone che si sono impegnate e che si sono impegnate per una rinascita individuale, ma anche con i loro più vicini. In questo progetto noi abbiamo anche stimolato la formazione, non soltanto di istituzioni, ma proprio di gruppi di cittadini che in maniera spontanea lavoreranno insieme all’istituzione, al comune per fare progetti dove realizzeranno il parco giochi, si prenderanno cura di un’area verde e poi assumeranno l’impegno di continuare a farlo al di là del progetto, al di là del finanziamento, al di là della scadenza del PNRR. Quindi realizzare delle opere, ma essenzialmente per cambiare le persone e il modo di stare insieme”.
L’importanza del confronto
Per il direttore della direzione gare, “oggi è un momento importante, perché con oggi diamo, segniamo questa tappa importante in cui i partner dei progetti sono chiamati a incontrarsi, sono chiamati a conoscersi e quindi non soltanto a realizzare il proprio progetto, ma anche fare squadra e fare comunità, una comunità estesa che poi trasversalmente legherà tutti i comuni dove si faranno le singole attività”.
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