Un lavoratore dipendente del settore privato per acquistare un bilocale a Como città deve mettere da parte 93 buste paga (quasi otto anni) senza spenderne nemmeno un euro. Negli ultimi cinque anni i prezzi sono aumentati in misura esponenziale, tanto che la nostra città si piazza al quinto posto in Italia per entità della crescita dei prezzi in rapporto allo stipendio medio.
Rispetto al 2019 soprattutto le città turistiche hanno visto un forte aumento del prezzo al metro quadrato, mentre la retribuzione media mensile non è certo salita di pari passo. A Como il prezzo medio di vendita per un bilocale di 60 metri quadri in una zona prossima al centro è pari a 3.050 euro al metro. Servono dunque 93,1 buste paga, quasi otto anni di lavoro per arrivare alla firma dal notaio: ben 8,9 mensilità in più rispetto al 2019. Ipotizzando come detto di poter mettere da parte tutti i soldi guadagnati.
L’analisi, curata dal Sole 24 Ore, prende in esame la retribuzione media di un dipendente del settore privato correlando il dato ai prezzi medi di vendita degli appartamenti della zona in cui vive (fonte Scenari Immobiliari, dati di ottobre 2024 per zone semicentrali).
Calcolato questo indice, in cima alla classifica degli aumenti si piazza Venezia (2.800 euro al metro quadrato, 159 stipendi mensili per acquistare un bilocale, e soprattutto 18,8 mensilità in più rispetto a cinque anni fa). Poi Milano (11 mensilità in più, 5.850 euro al metro, 129,7 stipendi), quindi Roma e Firenze.
Per restare in Lombardia, al quattordicesimo posto c’è Varese (2.450 euro al metro quadrato, 70 stipendi per acquistare un bilocale, cinque mensilità in più rispetto al 2019). Al gradino numero 16 Bergamo, poi Lecco alla posizione 19 (2.500 euro, 64 stipendi e 4,5 mensilità in più rispetto al 2019).
La media dei capoluoghi come prezzo al metro quadrato si ferma a 1.995 euro, gli stipendi necessari per arrivare al rogito sono 68,7 e le mensilità per comprare un bilocale sono aumentate in media solo di 0,4. Infatti sul fondo della classifica figurano città molto economiche come Rieti, 1.100 euro al metro quadrato, con un ribasso degli stipendi utili a comprare un piccolo appartamento in una zona semi centrale pari a 9,5 mensilità. Si compra più facilmente anche a Lecce, Messina, Benevento, Reggio Calabria e Crotone.
L’analisi segnala dunque un disallineamento in crescita tra prezzi delle case e stipendi, a Como. «Saranno contenti i ricchi anziani proprietari di casa, molto meno i loro figli e i nipoti – commenta Lorenzo Spallino, avvocato e già assessore comunale all’Urbanistica – Tutte persone che stiamo spingendo fuori dalla città, verso i paesi della provincia e il milanese. Il tema del caro casa è da collegarsi all’andamento dell’indice di vecchiaia, ha un effetto demografico».
I numeri spiegano bene quello che sta accadendo nella nostra città: «L’anno scorso a Como ogni 223,5 cittadini considerati anziani c’erano solo 100 giovani, a Milano questo rapporto è 179 a 100. Del resto Milano sta avviando dei piani straordinari per costruire alloggi a canone calmierato, per ospitare le giovani famiglie troppo ricche per accedere all’edilizia popolare e troppo povere per comprare un trilocale in città. L’idea di costruire in Ticosa un quartiere capace di attrarre nuove famiglie aveva questa prospettiva».
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