Questa mattina, ci siamo recati nuovamente in Val Pusteria, presso le case popolari dove ieri è stato avviato il cantiere per l’installazione della seconda antenna SRB in via Val Pusteria, a soli quattro metri dalla precedente. Un cantiere condotto al massimo risparmio, nella lunga catena di subappalti, improvvisato e trascurato, come l’intera vicenda, accompagnato da un persistente e pungente odore di gasolio. Esprimiamo solidarietà agli operai, prima di tutto.
Con il termine delle elezioni amministrative, è ripresa in modo plumbeo e desolante l’installazione di queste orrende e pericolose strutture, che emergono ovunque nel tessuto urbano (come documentato dalle foto odierne), simbolo di una modernità ormai obsoleta. Tali interventi colpiscono prioritariamente i contesti sociali più fragili e compromessi, nell’indifferenza dell’Amministrazione Comunale, che prosegue sulla stessa linea di trascuratezza già dimostrata dai partiti e dall’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani (ANCI). Quest’ultima ha fallito nel ruolo di garante della dignità dei Comuni, per colpevoli conflitti di interesse.
Sindaci e partiti hanno lasciato carta bianca, con le normative nazionali sulla regolazione della telefonia mobile, all’arroganza delle quattro compagnie concessionarie del servizio pubblico telefonico e ad ANCITEL S.p.A., per meri interessi speculativi. Questo scenario è stato avviato nel 2012, sotto il governo Monti, ed è proseguito fino al 2024, con il governo Meloni. Oggi, è la cittadinanza — in particolare quella esposta ai rischi e al degrado — a pagarne le conseguenze.
Se il Comune non darà seguito alla petizione in corso, organizzata dal Comitato Stop5G Empoli-Valdelsa e sostenuta da centinaia di firme raccolte tra i soli residenti, a gennaio toccherà a via Bertolaccini, a Cortenuova. La nuova Amministrazione Comunale avrebbe potuto schierarsi a fianco della cittadinanza colpita, contrastando l’arroganza delle compagnie telefoniche su tre fronti: giudiziario, politico-partitico e tramite l’ANCI. Questo sarebbe stato particolarmente necessario alla luce dell’enorme incremento dei limiti di inquinamento elettromagnetico ammessi dal 29 aprile scorso in tutte le abitazioni, un caso unico in Europa. Tali limiti vengono misurati, si badi bene, sulla media di 24 ore, una metodologia introdotta già dal governo Monti e tuttora in vigore.
Questo aumento abnorme dell’esposizione all’inquinamento elettromagnetico, unitamente al caos normativo, avrebbe dovuto spingere i sindaci, i comuni — competenti per la regolamentazione urbanistica — e l’ANCI a opporsi con determinazione, anche ricorrendo alla giustizia amministrativa: TAR, Consiglio di Stato e, se necessario, Corte Costituzionale.
Il Comitato Stop5G Empoli-Valdelsa attende dal Comune di Empoli, dal 6 novembre scorso, una risposta circa gli strumenti di monitoraggio attualmente attivi o che si intende attivare per un serio controllo del livello di inquinamento elettromagnetico. A oggi, tutto tace. Inoltre, lanciando il 5 novembre la petizione per l’annullamento dell’autorizzazione relativa a via Bertolaccini, abbiamo rilevato che l’Amministrazione Comunale è inadempiente rispetto alla norma statutaria, vigente da 22 anni, che prevede istituti di partecipazione. Anche su questo tema regna un silenzio tombale.
Gli strumenti statutari di partecipazione sono diritti preziosi per i cittadini, che devono poter organizzarsi in associazioni e comitati per dialogare con l’Amministrazione Comunale. Negarli per decenni rappresenta una grave colpa, su cui torneremo insieme ai numerosi comitati che, fortunatamente, continuano a crescere in città. Tuttavia, il sindaco sembra preferire il confronto con singoli cittadini isolati, piuttosto che con gruppi organizzati.
Stop5GEmpoli-Valdelsa
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