Il ddl Concorrenza è legge, il Senato lo approva: tutte le novità

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Il ddl sulla Concorrenza è diventato legge: il Senato gli ha dato il via libera con 77 voti favorevoli e 40 contrari. All’interno ci sono novità per quanto riguarda i pedaggi delle autostrade, i dehors, i buoni pasto, ma anche le etichette dei prodotti al supermercato. Ecco quelle più importanti.

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Ultima approvazione per il ddl Concorrenza: con i 77 voti favorevoli del Senato, contro il 40 contrari, è arrivato il via libera definitivo. La Camera lo aveva già votato il 3 dicembre. Tra i temi su cui arrivano novità ci sono i dehors dei locali, prorogati ancora una volta, ma anche i buoni pasto, le concessioni e i pedaggi delle autostrade e le etichette sui prodotti per avvertire i clienti in casi di ‘shrinkflation’ (quando in una confezione c’è meno prodotto ma il prezzo resta lo stesso).

Come cambiano i pedaggi delle autostrade nel 2025

Tra le norme più in evidenza ci sono quelle sulle autostrade. In particolare, si prevede che le concessioni vengano sempre affidate dal ministero dei Trasporti tramite una gara pubblica, a parte in specifici casi in cui sarà permesso l’affidamento diretto o ‘in house’, cioè a società di gestione pubblica. Ciascuna concessione potrà durare al massimo 15 anni, e potrà essere revocata in situazioni particolari, ad esempio di gravi inadempienze da parte del concessionario.

Per quanto riguarda i pedaggi delle autostrade, dall’anno prossimo una parte delle tariffe versate andranno direttamente allo Stato. Verranno usate per un fondo apposito dedicato agli investimenti sulla rete autostradale e uno per le concessioni, entrambi sotto la gestione del ministero dei Trasporti.

Quando parte il tetto per le commissioni dei buoni pasto

Ha fatto discutere anche la riforma dei buoni pasto, che nel settore era attesa da tempo. Scatterà, infatti, un tetto del 5% sulle commissioni richieste dalle aziende che forniscono i ticket. Questo ha scontentato, naturalmente, le società in questione, che oggi arrivano a richiedere commissioni anche fino al 20%.

Perciò, la novità non si applicherà a tutti i buoni pasto, ma solo a quelli emessi dal 1° settembre 2025 in avanti. Quelli emessi quest’anno, invece, saranno validi alle condizioni attuali fino al 31 agosto. In questo periodo, le aziende emittenti potranno ritirarsi dai contratti di fornitura se ritengono che le nuove condizioni siano insostenibili. Per i dipendenti, comunque, non dovrebbe cambiare nulla nel concreto: la differenza sarà nei costi sostenuti dalle aziende per acquistare i buoni.

Dehors ‘allargati’ per tutto il 2025

Novità anche per i dehors dei locali. Con la pandemia e la necessità di ampliare gli spazi in bar e ristoranti, erano state varate condizioni molto favorevoli per quei negozi che volevano espandersi anche negli spazi pubblici con sedie e tavoli. Il ddl Concorrenza proroga ancora una volta le autorizzazioni e le concessioni già in vigore.

Dureranno fino al 31 dicembre 2025. Nel frattempo, almeno secondo ciò che il governo ha dichiarato, l’esecutivo dovrebbe lavorare su una soluzione definitiva: un decreto legislativo che possa sistemare in modo permanente la questione con linee chiare.

Come funziona la nuova etichetta contro la shrinkflation

Un’altra novità, che inizierà ad entrare in effetto a partire dal 1° aprile 2025, riguarda i prodotti nei negozi e nei supermercati. Si tratta di una nuova etichetta che dovrà apparire nei casi di cosiddetta ‘shrinkflation‘. Si tratta del fenomeno che si verifica quando un’azienda decide di mantenere un prodotto nella stessa confezione, con lo stesso prezzo, ma più ‘vuota’. Ad esempio, un pacchetto di patatine che passa dal contenere 100 grammi di patatine ad averne 80 grammi, ma senza cambiare confezione né prezzo.

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In questi casi, un’etichetta ben visibile dovrà segnalare ai clienti che c’è stato un cambiamento nella quantità di prodotto nella confezione. Non sarà indicato esplicitamente di quanto è aumentato il prezzo al chilo, ma solo la variazione di peso.

Cambiano le regole per le start-up

Infine, un passaggio riguarda le start-up. Per essere considerate tali, le aziende non saranno più obbligate ad avere un capitale sociale di 20mila euro. Saranno escluse dal registro delle start-up (che permette l’accesso a importanti agevolazioni) quelle imprese che fanno soprattutto attività di consulenza o agenzia.

Per rientrarci, invece, si dovranno rispettare specifici requisiti. Ad esempio, un aumento di almeno il 25% nelle spese per ricerca e sviluppo; oppure un aumento dei ricavi molto significativo (oltre il 50%); o ancora, la registrazione di almeno un brevetto o la trasformazione in una società per azioni. La detrazione Irpef che spetta alle start-up per gli investimenti nel capitale sociale passerà dal 50% al 65%.





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