Gli ultimi eventi legati alle panchine della Serie C impongono una riflessione. Nelle ultime ore abbiamo visto Ezio Capuano sedersi sulla panchina del Trapani dopo aver fatto lo stesso su quelle di Taranto e Foggia, così come Alessandro Formisano, ex del Perugia, essere annunciato come nuovo tecnico della Pianese. E nelle scorse settimane lo stesso è accaduto a Massimo Brambilla, prima a Foggia e ora tornato alla Juventus Next Gen. Tre allenatori, sette club coinvolti e tutto nella medesima stagione.

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Dall’entrata in vigore del nuovo regolamento federale che consente anche agli allenatori di “cambiare maglia” così come i calciatori all’interno della stessa stagione (ma solo se si è esonerati entro il 20 dicembre) la casistica in merito è aumentare di volume. Con anche passaggi triplici come nel caso di Capuano. Detto che è assolutamente legittimo che gli allenatori abbiano tali opportunità fa pensare come spesso le società vadano sempre sui soliti nominativi anche se, col massimo del rispetto, difficilmente tali profili siano accostabili a Pep Guardiola.

Su scelte simili incidono vantaggi di natura economica? Dato che i tecnici in questione hanno già percepito alcune mensilità nel corso della stagione sono più ‘mansueti’ al momento della trattativa per un nuovo accordo? Cosa che, invece, non probabilmente non fa un allenatore fermo da qualche tempo?

C’è una scarsa fantasia nella ricerca dei manager migliori per la propria squadra da parte delle direzioni sportive dei club? In fondo un vecchio adagio che “chi lascia la via vecchia per la nuova, sa quel che lascia, e non sa quel che trova”.

Oppure ci sono ulteriori motivazioni alla base di questo nuovo trend che, al momento, sembra trovare terreno fertile in Serie C più che nelle due sorelle maggiori?

Per chi non è fan accanito degli esoneri prima di un tempo congruo di tempo sul quale basare una riflessione, questa nuova possibilità risulta essere qualcosa di ulteriormente difficilmente digeribile. Anche se la speranza che tutte queste siano scelte ponderate e consapevoli continua ad esserci. E che questa non sia una moda del ‘riciclo’.