Il focus Excelsiorienta. Il settore moda è quello dove risulta più arduo reperire professioni specifiche. Ma mancano anche meccanici per auto
Alla voce agroalimentare la professione con maggiore difficoltà di reperimento, in Campania, risulta quella dei «conduttori di macchinari per la lavorazione e la conservazione della carne e del pesce» (vale a dire coloro che devono tagliare, tritare, essiccare, salare, affumicare, insaccare, cuocere, inscatolare e confezionare prodotti destinati al consumo alimentare). Il 75% delle richieste per queste figure, infatti, resta lettera morta. Lo rileva Excelsiorienta, «la piattaforma che Unioncamere ha ideato per aiutare studenti e studentesse a orientarsi nel mondo del lavoro». Un «ponte (digitale) che si avvale dei dati e dell’esperienza del Sistema Informativo Excelsior proprio per creare un collegamento tra il mondo della scuola e quello del lavoro».
Restando al comparto agroalimentare, al secondo posto nella graduatoria delle figure professionali più difficili da reperire in regione si… piazzano i «panettieri e pastai artigianali» (63%).
Come va nelle altre filiere industriali? Nel 64% dei casi, per esempio, un’azienda campana dovrà (a malincuore) desistere dall’assumere «operai addetti a macchine utensili automatiche e semiautomatiche». Una professione che, per la cronaca, significa, nello specifico: «conduttore di macchine automatiche per saldatura ad arco; addetto alla fresatura industriale dei metalli o alle presse industriali dei metalli». Difficilmente reperibili (54%) anche gli «stampatori offset e alla rotativa» o gli «installatori e riparatori di apparati elettrici ed elettromeccanici» (il 52% delle volte la ricerca non porta risultati positivi).
Nei servizi privati Excelsiorienta segnala soprattutto la difficoltà nel rintracciare «agenti immobiliari» (59%) e «addetti agli sportelli per l’esazione di imposte e contributi e al recupero crediti» (47%).
E passiamo alla voce commercio e turismo. In questo caso, sempre in Campania, sembra davvero complicato trovare «meccanici artigianali, riparatori e manutentori di automobili e professioni assimilate» da assumere (la ricerca non porta buoni esiti nel 76% delle circostanze). Nel 74% dei casi, ancora, non si trovano «farmacisti».
Una delle prime posizioni nella graduatoria, però, spetta agli «intonacatori» (segmento costruzioni e infrastrutture): 87%. Appena un punto sotto ci sono gli «installatori di impianti di isolamento e insonorizzazione».
Guardando al comparto formazione e cultura, sul podio delle figure più difficili da reperire ci sono gli «istruttori di discipline sportive non agonistiche» (67%), gli «estetisti e truccatori» (59%) e gli «acconciatori» (57%).
Quanto al settore informatica e telecomunicazioni, in Campania è quasi un’impresa reperire «progettisti e amministratori di sistemi» (nell’82% dei casi la ricerca risulta vana). Seguono gli «analisti e progettisti di software» (64%). Alla sezione arredo si abbina una difficoltà di reperimento pari al 49% per «falegnami ed attrezzisti di macchine per la lavorazione del legno».
Alla voce meccatronica e robotica, poi, Excelsiorienta segnala un coefficiente di difficoltà pari al 74% alla voce «ingegneri dell’informazione» (questa figura, per la precisione, ne genera due: «progettista elettronico e di hardware»).
Sul versante mobilità e logistica tre le figure più complicate da rintracciare sul mercato del lavoro campano: «addetti alla gestione amministrativa trasporto merci» (56%); «conduttori di tram, autobus e filobus» (52%); «conduttori di mezzi pesanti e camion» (51%).
Il comparto moda è sicuramente quello che propone la maggiore difficoltà nel reperimento di manodopera qualificata: gli «operai addetti a telai meccanici per la tessitura e la maglieria» sono praticamente introvabili (grado di difficoltà: 98%). Un eloquente 87% si associa invece alla voce «altri operai addetti a macchinari dell’industria tessile e delle confezioni». Nel 91% dei casi, infine, Excelsiorienta segnala l’impossibilità di assumere — spostando l’obiettivo sul segmento salute — «specialisti in terapie mediche». Le professioni «comprese in questa categoria applicano le conoscenze esistenti nel campo della diagnosi e del trattamento specialistico non chirurgico delle lesioni, dei traumi, delle disfunzioni e delle patologie della pelle, del sangue, cardiovascolari, polmonari, endocrinologiche, allergologiche, geriatriche, pediatriche, oncologiche, neurologiche, psichiatriche, reumatologiche, gastrointestinali e dell’apparato urinario. Prescrivono farmaci, cure ed esami diagnostici».
Il podio regionale
Sul podio delle professioni più difficili da reperire in regione, dunque, troviamo al terzo posto — ex aequo — gli intonacatori e gli addetti ai macchinari dell’industria tessile e delle confezioni (87%); al secondo posto ci sono gli specialisti in terapie mediche (91%); al primo gli operai addetti a telai meccanici per la tessitura e la maglieria (98%).
Il quadro generale
Dalla Campania all’Italia. Laureati in ingegneria elettronica e dell’informazione, diplomati del sistema moda, qualificati nell’indirizzo legno. Sono questi i titoli di studio più difficili da trovare nel 2024. Tra i più ricercati? Quanti sono in possesso di una qualifica o di un diploma del sistema di istruzione e formazione professionale (IeFF): le imprese dell’industria e dei servizi ne cercano 2 milioni e 100mila, ma per la metà fanno fatica a trovarli.
Le lauree
I titoli di studio più richiesti? «Le imprese nazionali contano di inserire negli organici complessivamente 772mila figure con un titolo terziario, di cui 691mila laureati e 81mila diplomati ITS Academy. Sono quasi 1,4 milioni i diplomati tecnico-professionali ricercati, cui si aggiungono, tra i diplomati quinquennali, oltre 145 mila liceali. Ammontano invece a 2,1 milioni i profili con un titolo di istruzione e formazione professionale (IeFP). Laurea, ITS Academy, diplomi e titoli IeFP corrispondono all’80% del totale dei 5,5milioni di assunzioni programmate dalle imprese dell’industria e dei servizi». Economia e ingegneria le lauree più richieste.
L’analisi
«La difficoltà di reperimento delle persone rappresenta un serio problema per il sistema produttivo nazionale», sottolinea Giuseppe Tripoli, segretario generale di Unioncamere. «In questo scenario, l’invecchiamento demografico sarà uno dei fattori più rilevanti nell’intensificare il mismatch nei prossimi anni. Per farvi fronte serve un mix di interventi dedicati: orientamento ai giovani, miglior dialogo scuola-impresa e una strategia nazionale per trattenere e valorizzare i giovani talenti, premiandone le competenze e soddisfacendone le legittime aspirazioni.
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