L’ecommerce I Formaggi di Lisa di Lisa Gario

Ne è assolutamente convinta Lisa Gario: il carrello dei formaggi non è soltanto un magnifico ricordo della ristorazione d’antan, ma un elemento da riprendere più che seriamente in considerazione. Abbiamo raccontato del ritrovato lustro e attenzione in molti ristoranti, che affiancano alla carta dei dessert buone scelte in questo senso, ma si osserva anche un trend crescente nelle abitudini di consumo domestico. Magari da legare — chissà — alla ricerca sempre più incidente di alternative alla carne. Per facilitare la scelta e l’approvvigionamento di alcuni prodotti di nicchia, la trentenne piemontese ha lanciato a settembre 2024 il sito I Formaggi di Lisa, un e-commerce assortito di circa 150 tipologie di formaggio con una particolarità: sono le più rare e ricercate di tutto l’Arco Alpino. Il suo progetto.

Lisa e la famiglia Gario, nell’agroalimentare da tre generazioni

Compie tra poco 30 anni, Lisa Gario, ma non è affatto nuova al comparto agroalimentare. La sua famiglia si occupa di questo da tre generazioni, “da quando il nonno cominciò a lavorare come macellaio a 14 anni, poi creò il suo allevamento di vacche, sia per il latte che per la carne”. Siamo a Borgosesia — un paesino nella bella Valsesia, in provincia di Vercelli —, dove il papà e lo zio hanno proseguito l’attività trasformandola in una pura rivendita di carni e formaggi.

“Io ho studiato all’alberghiero e lavorato per anni come cameriera e nel settore dei bar”, racconta Gario, che però, allo scoppio della pandemia, ha trovato anch’essa un ruolo in azienda. “Abbiamo dovuto per forza approcciarci all’on-line, e me ne sono occupata io”. Mentre l’attività di famiglia mantiene i suoi vari settori, a lei viene in mente di creare un filone personale, del tutto dedicato al suo pallino: i formaggi.

Il lancio de I Formaggi di Lisa, ecommerce dedicato ai formaggi alpini

La giovane imprenditrice capisce che per distinguersi dal lavoro di altri selezionatori, di solito rivolto a tutto il territorio nazionale, deve individuare una sua specificità. Guarda poco più in là di casa, verso i rilievi delle Alpi, e capisce che a poca distanza ha un potenziale che può essere valorizzato. Il progetto parte così in forma puramente digitale, senza contare su un negozio fisico, ma creando una vetrina on-line in cui si può ordinare qualsiasi quantitativo di formaggio, “anche solo una fetta, senza problemi”. Lei si fa arrivare tutto nella sede dell’azienda di famiglia, organizza le spedizioni, e spedisce a casa o al ristorante quanto desiderato, in pochissimi giorni.

La ricerca di Lisa Gario sui formaggi di montagna 

Produzioni da masi e pascoli in quota o da zone pedemontane, senza però fossilizzarsi sul Piemonte. Le Alpi e Prealpi, su I Formaggi di Lisa, sono rappresentate in lungo in largo: dalla Liguria al Friuli-Venezia Giulia, passando per Val d’Aosta, Lombardia, Trentino Alto-Adige e Veneto. Gario ha passato infatti mesi visitando fiere e incontrando i produttori di formaggi di cui, a volte, non si fanno che poche forme. “Realtà anche molto piccole che faticano a farsi conoscere. Oppure produttori che, per difficoltà logistiche, di solito richiedono dei minimi d’ordine”; questioni che, navigando sul suo sito, sono risolte, grazie anche all’attività di racconto dei prodotti sulla relativa pagina Instagram e la libertà di ordinare in piccoli quantitativi.

Come funziona e cosa si trova sul sito I Formaggi di Lisa 

L’e-commerce è organizzato per regioni, tipo di latte, nonché per certificazioni, “perché molte referenze sono Dop, Prodotti Agroalimentari Tradizionali oppure presidi Slow Food”. Oltre al latte vaccino, caprino e ovino, ci sono tipologie insolite per il territorio, come il latte di bufala, “c’è anche un’azienda che produce un Camembert, un Blu e un formaggio più stagionato: sono spaziali”. Tra quelli più cari alla fondatrice ci sono poi le tome, sia piemontesi “che dalla Valle d’Aosta, dove ne ho trovate di aromatizzate al timo e calendula e al rosmarino”. I Formaggi di Lisa si rivolge dunque ai gourmet ‘privati’, oppure ai ristoranti, che affidandosi al servizio si ritrovano un carrello dei formaggi già bello che composto.

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E in quantità misurate per il proprio fabbisogno. I prossimi step? “Affiancare ai latticini anche qualcosa ‘di contorno’”, ci racconta Gario, “come il miele, le confetture e le salse da degustazione. Oppure la miaccia”, una sorta di crespella a base di farina, latte e uova, “che qui in Valsesia mangiamo sempre coi formaggi e che meriterebbe di essere scoperta da tutti”.